La prima pietra del Rizzoli più grande è cosa fatta, tra sedici mesi il nuovo edificio

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Foto Qui Ischia

Un nuovo inizio” campeggiava in lettere maiuscole sui cartelli di presentazione della giornata. Con la data di questo 11 luglio 2022, indicata come storica. Sessant’anni dopo – anniversario importante – da quel 1962 che vide l’inaugurazione dell’ospedale a Lacco Ameno, appena costruito su iniziativa del cavalier Angelo Rizzoli e messo a disposizione dell’isola. Dopo tanti anni di attesa, contrappuntati da cocenti delusioni, è arrivato finalmente il momento della posa della prima pietra dell’ampliamento del presidio ischitano. Un evento (stavolta la parola è appropriata), sottolineato dalla presenza del governatore Vincenzo De Luca, dell’assessora regionale Valeria Fascione, del direttore generale dell’Asl Na2 Nord Antonio D’Amore, di tutti i Sindaci isolani con il collega di Procida e delle autorità civili e militari, come recita la formula del cerimoniale in questi casi. In concreto, un primo fondamentale passo verso la dotazione di un ospedale adeguato alle esigenze della terza isola per popolazione d’Italia.

IL BILANCIO DI D’AMORE

Sul punto di lasciare l’incarico a Frattamaggiore per andare a ricoprire la carica di massimo dirigente del mastodonte “Cardarelli”, Antonio D’Amore ha colto l’occasione per tracciare un bilancio dei suoi sei anni al vertice della Na2 Nord. Ha ricordato di aver compiuto, appena nominato, un giro delle strutture sanitarie dell’isola e di esserne rimasto “inorridito“. Con il presidio San Giovan Giuseppe in una situazione di degrado, la Dialisi messa ancora peggio, per non parlare dell’ospedale “dove al posto dell’ecocardiografo c’era un televisore!”. Un elenco lungo, comprensivo della Rsa  “Villa Mercede” malfunzionante e della Salute mentale in un edificio non a norma (la ex Villa Stefania). Un’eredità pesantissima dalla gestione precedente, che, come ogni ischitano non può non ricordare, aveva lasciato solo macerie e dolore, a cominciare dai “pulcini sperduti” e dispersi della Sir.

Da quella situazione si è ripartiti con una netta inversione di tendenza, che ha portato, negli anni, a ripristinare una struttura per la Salute mentale con dieci posti letto, a rilanciare “Villa Mercede”, al rimodernamento del presidio San Giovan Giuseppe, alla prossima inaugurazione di nuove sedi per il 118 e per il Servizio veterinario. Dal territorio all’ospedale, D’amore ha evidenziato il potenziamento della Radiologia, con apparecchiature d’avanguardia a cominciare dalla Tac di ultima generazione e l’ecocardio 3D “che non c’è neppure al Monaldi“. E poi il personale: 160 infermieri e Oss che prima erano in continua carenza, mentre per i medici il reclutamento è più difficile, nonostante i bandi.  Al personale sanitario è andato il ringraziamento del manager per l’impegno profuso durante l’emergenza Covid. Ma anche per la dedizione dimostrata in occasione del terremoto, ricordato come il momento più difficile, indimenticabile dell’esperienza di questi anni, Sull’ampliamento dell’ospedale, ha spiegato che saranno investiti 4,5 milioni dallo Stato e 2 dalla Regione, mentre l’Asl di suo ha pagato il terreno alla Diocesi 130mila euro.  Altro risultato rivendicato da D’Amore è stato il rinnovo delle concessioni ai termalisti, che era bloccato da vent’anni. Con la conclusione che è stata un commiato: “Ho restituito almeno in parte all’isola ciò che ho ricevuto“.

‘NU  JUORNO BBUONO PER IL SINDACO PASCALE

A portare il saluto dei Sindaci è stato il primo cittadino di Lacco Ameno, Giacomo Pascale, che ha definito “‘nu juorno bbuono” per l’isola quello della prima pietra dell’ampliamento, a cui ha partecipato con emozione, ripensando che sessant’anni fa si era proceduto alla posa della prima pietra del nuovo ospedale alla Fundera davanti a Rizzoli e all’allora sindaco Vincenzo Mennella, in un’altra giornata fondamentale nella storia contemporanea dell’isola. L’ospedale più grande garantirà più tranquillità sul fronte sanità all’isola. Senza citarlo esplicitamente, ha poi evocato il tema nodale del riconoscimento di “zona disagiata”, parlando della necessità di provvedimenti che riconoscano a livello politico-amministrativo le criticità collegate al contesto isolano, da cui dipende anche la questione del personale sanitario. A seguire, Pascale ha ringraziato De Luca per aver mantenuto l’impegno assunto sull’ospedale.

DE LUCA: 112 POSTI LETTO NON SONO DA OSPEDALE RESIDUALE

Abbiamo fatto il nostro dovere“, ha esordito il governatore, ricordando gli anni difficili trascorsi. “Abbiamo dimostrato che manteniamo la parola che diamo“, ha proseguito, stigmatizzando la fatica della politica a far coincidere l’amministrazione della cosa pubblica con la vita e le esigenze reali dei cittadini. “Adesso staremo col fiato sul collo all’impresa“, affinchè si completi l’opera entro i sedici mesi stabiliti.  Alla fine, il “Rizzoli” passerà a 112 posti letto, “che non sono di un ospedale residuale, ma di un ospedale medio – ha precisato De Luca – Ischia meritava un investimento del genere”. Ha poi sottolineato che se in questi anni, l’isola non ha conosciuto emergenze particolari, “è perchè abbiamo lavorato bene, anche con la collaborazione delle amministrazioni dell’isola“.

Il governatore si è soffermato anche sul tema Covid, anticipando che il plateau in Campania dovrebbe essere raggiunto a fine luglio. “Ma è necessario fare attenzione, essere prudenti, indossare la mascherina - ha esortato - Siamo stanchi, stremati, abbiamo bisogno di rilanciare l’economia, ma dobbiamo essere responsabili per non ritrovarci in difficoltà tra settembre e ottobre“. Ha anticipato l’intenzione di organizzare controlli in aeroporto, “perchè mi preoccupano quanti sono di ritorno dalle vacanze all’estero“. 

I CAMPANI DEVONO AVERE GLI STESSI DIRITTI DEI CITTADINI DEL NORD

De Luca ha annunciato che darà battaglia in autunno sulla ripartizione della spesa sanitaria tra le Regioni. La Campania da tempo contesta allo Stato di essere penalizzata rispetto alle regioni del nord. “Abbiamo diritto di avere gli stessi diritti riconosciuti ai cittadini del nord, nulla di più e nulla di meno, gli stessi”. Una differenza quantificata in 220  milioni di euro, che la Regione punta a recuperare entro il 2022.

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