Pineta Mirtina, altri soldi pubblici da buttare nel fango?

fonte scomparsa mirtinaLa stupefacente prolificità dei progettisti del Comune d’Ischia era capitato già di rimarcarla nei giorni scorsi, a proposito della serie di progetti sfornati in riferimento alle scuole elementari e ad una nuova piscina per disabili. Tutte grandi opere nella migliore (?) tradizione dei lavori pubblici “made in Ischia”, lautamente alimentati dai fondi europei negli ultimi decenni. Come pure europee sono le elezioni che dovrebbero vedere candidato il sindaco Ferrandino, la cui prossimità – tra meno di quattro mesi – spiega probabilmente questo straordinario attivismo progettuale. Ma il colmo dello stupore lo ha suscitato il comunicato di giornata, pubblicato poco fa nelle news di Qui Ischia, nella versione integrale, per non perdere nessun dettaglio del progetto più incredibile di tutti: addirittura un nuovo restyling della Pineta Mirtina. Che, dopo la “cura” annunciata, dovrebbe presentarsi come nuova! E con un teatro!  Il tutto, vale la pena di rimarcarlo, per la “modica” cifra di 1,6 milioni di euro, sempre da attingere ai Fondi strutturali europei messi a disposizione dalla Regione. Insomma, una vera, grande opera!!

E, soprattutto, un dèjà-vu. Per l’occasione, ci è tornato tra le mani un fascicoletto di una decina di pagine, con lo stemma della “Città d’Ischia” in primo piano sulla copertina. All’interno, la relazione di accompagnamento al progetto “Realizzazione d’un Parco Termale attrezzato attraverso il recupero delle sorgenti esistenti nella pineta denominata “Villari”. Destinata a trasformarsi nel Parco Termale Idro-Aromaterapico “Mirtina”.

“La destinazione della pineta ad un luogo non solamente di svago e di gioco, ma di benessere e di rivitalizzazione, è vista in un’ottica di arricchimento e di diversificazione della sua fruizione”, era il proposito degli autori. Per conseguire questo obiettivo, si puntava sulla valorizzazione della sorgente Mirtina, attraverso la realizzazione di sette “stazioni idro-aromaterapiche”, con fontane da cui sarebbe sgorgata l’acqua Mirtina raccolta in altrettante vasche, piantumazioni di piante aromatiche (una diversa per ogni stazione) e spazi attrezzati per la sosta ed il relax. Per il recupero della sorgente, era prevista una trivellazione per realizzare un pozzo, con annesso un impianto di sollevamento dell’acqua, da riversare “a monte in una vasca di accumulo rivestita di acciaio”, dalla quale si sarebbe potuta attingere l’acqua potabilizzata per alimentare le vasche delle stazioni.

Altro intervento qualificante consisteva nel “recupero della cavea naturale che occupa la parte centrale della pineta, da adibire ad arena naturale per manifestazioni di vario genere, quali spettacoli, concerti, riunioni collettive ed altre iniziative all’aperto”. Ed erano “previste delle panchine in legno che andranno a formare la platea per un totale di circa 1200 posti a sedere”. Naturalmente, erano contemplate la sistemazione dei vialetti e delle aree di sosta, l’installazione di un impianto di illuminazione e di arredi vari. Il tutto, anche in quel caso, per un costo superiore al milione di euro.

La presentazione di quel progetto, firmato dall’architetto Silvano Arcamone e dall’ingegner Francesco Iacono, avvenne alla Biblioteca Antoniana di Ischia sabato 29 ottobre 2005, alle ore 17.30.

Ottenuto il finanziamento europeo, i lavori in Pineta si protrassero ben più a lungo del previsto e la riapertura del parco pubblico, senza clamore, avvenne alla metà di ottobre 2007.  Ovvero, soltanto sei anni fa…

Pochi, sei anni. Ma più che sufficienti, a Ischia, per far andare in malora tutti gli interventi effettuati. A cominciare dall’arena con le sue sedute, lasciate a marcire alle intemperie fino alla distruzione. Per non parlare degli arredi in ferro battuto e ceramica, dei punti luce, dei cancelli corrosi dalla ruggine e dall’incuria. Quanto alle “stazioni idro-aromaterapiche”, non hanno mai funzionato, l’acqua Mirtina non è mai sgorgata dalle fontane, delle piante aromatiche allora piantumate non è rimasta traccia. E il pozzo con relativo impianto di sollevamento sono sommersi sotto il groviglio di vegetazione che si ammira nella foto.

Ora il Comune d’Ischia, dopo aver lasciato che si distruggessero tutte le opere del 2007, buttando nel fango i soldi pubblici spesi  allora, si presenta con un altro mirabolante intervento, simile al precedente, da realizzarsi con altro (tanto) denaro pubblico. Ma per fare cosa, se la Città si è già dimostrata del tutto incapace di gestire con “la cura del buon padre di famiglia” la Pineta Mirtina, mandandola allo sfascio in appena sei anni? Con le macerie di quel precedente recentissimo in bella vista tra i pini e la macchia, vogliono replicare la triste esperienza? Vogliamo aggiungere al danno, pure la beffa?

 

 

 

What Next?

Recent Articles