Ci siamo, finalmente riprendono i restauri degli affreschi della Torre di Guevara

Ancora un paio di giorni e i giovani restauratori della scuola di Belle Arti dell’Università di Dresda torneranno al lavoro al secondo piano Torre di Sant’Anna. Finalmente, dopo l’interruzione forzata nel 2013 e la brutta figura che ne era scaturita nei confronti della prestigiosa istituzione culturale tedesca, si riprende da dove si era lasciato, per completare il progetto triennale di restauro degli affreschi del monumento di Cartaromana. E dare un senso compiuto ai risultati già molto significativi, dal punto di vista artistico e storico, raggiunti nelle due precedenti fasi dell’intervento, nel 2011 e 2012. 

La nuova équipe di giovani laureandi opererà sempre sotto la guida e la supervisione del professor Thomas Danzl, che ha fortemente voluto (lottando contro le incredibili resistenze opposte dal peggior “made in Ischia”) queste trasferte ischitane e l’investimento, in termini didattici, ma anche organizzativi e economici, che vi si è accompagnato. Già, perchè i tedeschi ci stanno regalando un lavoro di fino, di indubbia qualità e spessore scientifico, che a Ischia non ci saremmo potuti permettere e che, invece, loro ci stanno servendo su un piatto d’argento, visto che si sono accollati tutte le spese vive del restauro e quest’anno pure quelle del viaggio. Per il resto, non si sa ancora chi si dovrà fare carico dell’ospitalità, nel frattempo provvedono i volontari del Circolo Sadoul, che dall’inizio hanno propiziato la collaborazione con l’Università di Dresda e l’hanno sostenuta passo a passo in questi anni. Quanto al Comune, è già grasso che cola che abbia accettato di dare la disponibilità della Torre, di cui si conferma proprietario quanto mai distratto, disimpegnato e assente. Tanto da essere riuscito nella non facile impresa, anche stavolta, in una situazione assolutamente favorevole come questa, di tenersene estraneo e di dare finanche l’impressione di subirla, invece di esserne partner attivo ed entusiasta, come sarebbe stato nella logica delle cose.

Sistemate le attrezzature portate dalla Germania, i restauratori si dedicheranno alla parete della sala di nord-ovest del piano nobile che non è stata ancora completamente liberata dagli strati sovrapposti di intonaci che coprono le parti dipinte. Sulle altre pareti il grosso del lavoro è stato già fatto, negli anni passati. Quando sono stati riportati alla luce e attentamente restaurati e quasi completamente recuperati gli affreschi originari. E grazie alle scoperte fatte nel 201,  è stato possibile anche avviare uno studio storico e stilistico per cercare di arrivare ad una datazione  tentare anche un’attrbuzione dei dipinti, che sono risultati di buona fattura.

In particolare, due anni fa riemersero sotto una ventina di stratificazioni di intonaci colorati, due cartigli con delle scritte in latino, estremamente preziosi per saperne di più sulla storia della Torre. Infatti, una delle iscrizioni reca una data abbastanza leggibile, il 1560, a conferma che gli affreschi furono realizzati in pieno Rinascimento, come si evince anche dai soggetti dipinti e dai motivi decorativi a grottesche che sono tipici di quell’epoca. Altra conferma venuta dai restauri è stata l’appartenenza della residenza di Cartaromana alla nobile famiglia Guevara, di cui sono stati stati rinvenuti vari stemmi.

Nella parete esplorata nel 2011, sono state recuperate raffigurazioni di palazzi immersi in un paesaggio che non corrisponde a quelli tipici della nostra isola; un ponte sopra un fiume su cui naviga una barca; alcuni cacciatori e altri personaggi che procedono verso i palazzi. E poi, al di sopra di questo ampio pannello, uno stemma che corrisponde a quello della famiglia Guevara, committente dei dipinti. Vedremo quali altre novità, magari anche eclatanti, ci riserverà la prosecuzione del disvelamento degli affreschi nelle tre settimane di durata dello stage 2014 della Scuola del Restauro di Dresda nella Torre di Guevara.

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