Se n’è andato un altro gentiluomo, un uomo di vera, profonda cultura e grande spessore umano. Il professor Giovanni Castagna, che da qualche tempo si era trasferito a Parigi, sua amatissima città d’elezione, lascia un vuoto davvero incolmabile sull’isola dove era nato e alla cui crescita culturale si era dedicato negli anni senza risparmiarsi, con impegno, passione intellettuale ed entusiasmo. E con rara costanza e determinazione. Ciò che gli ha consentito, nonostante le difficoltà che accompagnano solitamente la realizzazione di ogni progetto culturale sulla nostra isola, di raggiungere comunque obiettivi significativi. A cominciare da quello, per nulla scontato, di garantire per oltre un decennio il funzionamento regolare, quotidiano del complesso museale di Villa Arbusto di cui, dall’apertura e fin quando le condizioni di salute glielo hanno permesso, è stato direttore intelligente, attivo, propositivo e lungimirante.
Discreto e umile, gentile e disponibile, il professor Castagna come tutte le persone di qualità umane e di solida cultura rifuggiva da ogni forma di protagonismo, di esibizionismo, di competizione. Non ne aveva bisogno per emergere con il valore intrinseco delle sue ricerche storiche e linguistiche, dei suoi libri, del suo allestimento del Museo Angelo Rizzoli, della sua conduzione del Museo Archeologico di Pithecusae, del suo impegno per promuovere gli artisti isolani e per valorizzare il patrimonio culturale della sua terra. Custode attento e appassionato, ha vegliato sul Museo e si è speso al massimo di quanto il contesto e le circostanze gli consentissero per farlo conoscere e apprezzare nella sua straordinarietà sia dai visitatori italiani e stranieri che dagli isolani. Per questo amava accompagnare personalmente gruppi, soprattutto di studenti, alla scoperta delle testimonianze della storia dell’isola, di cui è stato sempre un solerte cultore e un lucido, interessato esploratore.
Lascia un vuoto, il professor Giovanni Castagna, anche in chi ha avuto il piacere e l’onore di conoscerlo e di condividere riflessioni, speranze e anche delusioni e amarezze. Un grande figlio dell’isola, non sempre profeta in patria. Che la terra gli sia lieve e che il suo lavoro e la sua sapienza non vadano dispersi.