La sciroccata ha divorato le spiagge del Comune d’Ischia, ma nulla si muove per le scogliere

Lo sconforto sta lasciando il passo all’indignazione. Perchè davanti a quanto resta delle spiagge di Ischia, dalla Mandra a San Pietro, dopo la furia dello scirocco, il pensiero degli operatori, dei residenti e dei frequentatori non può non andare ai “pennelli” che avrebbero potuto evitare, o almeno ridurre, il disastro. Ampiamente annunciato.  Anche se la mareggiata che ha flagellato la costa ischitana nei giorni scorsi e soprattutto nella notte di San Ciro può essere annoverata senza esagerazioni tra gli eventi eccezionali. Che, però, con i cambiamenti climatici in atto, sono destinati ad esserlo sempre meno. E questo dovrebbe essere un ottimo motivo per fare dei litutto il necessario per limitare i danni futuri. Ma da questo orecchio gli enti preposti continuano, ostinatamente, a non sentirci. Comune d’Ischia in testa.

Meno male che, prima dell’ultima micidiale sciroccata, c’era stato il ponente, a portare un po’ di sabbia a riva. Senza quel’apporto, adesso la situazione sarebbe ancora peggiore. E, d’altra parte, è sempre sul ponente che si fa affidamento per recuperare un po’ di arenile, nei prossimi mesi. Allo stato attuale, non c’è altra possibilità per sperare di arrivare all’appuntamento con prossima la stagione balneare con dei lidi che possano definirsi tali. Per non replicare le difficoltà della stagione 2013, segnata profondamente anch’essa dall’assottigliamento delle spiagge, a dimostrazione che l’emergenza rischia di tramutarsi in normalità. Con conseguenze pesanti per un settore fondamentale dell’economia turistica dell’isola.

Eppure, i problemi della scorsa stagione non hanno insegnato nulla. Soprattutto, non hanno fatto fare neppure un piccolo passo avanti ai progetti per la protezione della costa ischitana attraverso i famosi “pennelli”, che potrebbero depotenziare l’impatto delle mareggiate provocate dai venti meridionali, i più pericolosi. Anzi, è andato perduto anche il finanziamento che la Provincia aveva già assegnato. E sul fronte del Comune d’Ischia il problema è rimasto lettera morta. E sono rimaste puntualmente senza risposta le reiterate sollecitazioni dei balneari degli ultimi anni. Neppure un incontro è stato mai concesso per discutere della questione delle scogliere. Ignorata dall’amministrazione ischitana anche ora che nel palazzetto di via Iasolino si registra tanto fervore progettuale.

“Si ricordano di noi per la Tares e le altre imposte, ma della situazione delle spiagge e dei lavori che sarebbero necessari per la protezione degli arenili non c’è mai l’occasione di parlare – dice il presidente Fiba,, Giuseppe La Franca – Sono anni che chiediamo un confronto all’amministrazione su questo, i fax non si contano, ma le risposte non arrivano. E la situazione è sempre più difficile. Dopo una stagione terribile come quella passata, ci mancava solo questa sciroccata per peggiorare le cose. Una tempesta come quella dell’altra notte non me la ricordavo. Se ci fossero stati i “pennelli”, non avremmo la spiaggia ridotta in queste condizioni. C’è bisogno di una protezione, non si può rimanere così. Adesso si dice che la Provincia deve rifiorire le scogliere, speriamo che almeno quell’intervento si faccia”.

In attesa della Provincia, resta un rebus l’immobilismo del Comune d’Ischia. A maggior ragione, in un periodo in cui si sfornano a ritmo pressoché quotidiano progetti per lavori milionari che, a parte quelli di edilizia scolastica, sono assai discutibili sotto il profilo della necessità, dell’utilità e dell’opportunità. Della serie “addò vedono, addò cecano”. Secondo la migliore (nel senso di peggiore) tradizione del “made in Ischia”.

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