I lavoratori della Mensa del “Rizzoli” sono entrati in stato di agitazione

IMG_0114   Il giorno dopo il primo incontro con il rappresentante della nuova ditta appaltatrice del servizio mensa al “Rizzoli”, stamattina i 15 dipendenti sono entrati in stato di agitazione, in difesa del posto di lavoro. Fortemente a rischio, sia alla luce di quanto già avvenuto qualche mese fa al “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli sia, a maggior ragione, dopo le valutazioni, seppur verbali e generiche, dell’inviato dell’azienda circa l’eccessivo numero di addetti alla preparazione e distribuzione dei pasti all’interno dell’ospedale isolano.

Come già si era verificato in passato, in occasione di altri momenti critici a livello sindacale, i lavoratori della mensa del “Rizzoli” provvederanno oggi e nei prossimi giorni  a garantire i tre pasti quotidiani ai degenti del presidio lacchese e il pranzo agli utenti del Centro di Salute mentale, mentre hanno già sospeso il servizio mensa per i dipendenti e gli ospiti del “Rizzoli”, oltre a chiudere il bar interno all’ospedale.

Già stamattina il sindacato a cui aderiscono gli addetti della mensa, la Fisascat Cisl di Napoli, ha inviato una nota alle tre imprese che aderiscono all’Ati (Associazione temporanea di imprese) che si è aggiudicata il grande e fruttuoso appalto dei servizi mensa di tutti gli ospedali e i presidi dell’Asl Na2 Nord, e, per conoscenza, all’Asl, segnatamente al direttore generale Ferraro, con la richiesta di un incontro urgente “per provvedere alla procedura riguardante il passaggio diretto ed immediato di tutti i lavoratori presso il suddetto (quello del “Rizzoli””, ndr) appalto”.

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