Nicola Lamonica
La liberalizzazione richiesta dalla Comunità europea è cosa diversa dalla privatizzazione; la identità dei due termini è l’equivoco di fondo che hanno messo in campo per annullare il servizio pubblico Caremar e cederlo così ai privati.
I trasporti marittimi sono parte del trasporto pubblico locale TPL regionale che realizza il diritto alla mobilità, la continuità territoriale e l’intermodalità per chiunque, anche di passaggio, vive la realtà regionale; la situazione attuale del Golfo di Napoli vede la presenza di un cartello di armatori che controlla e condiziona il mercato lasciando spazio zero alla competizione, anche nei servizi residuali che sono condizionati dal diritto di prelazione da parte degli armatori che già godono di corse OSP per effetto di un Regolamento del 2003 che va riscritto; esiste una ripartizione di aree di accosto e di porti a cui bisogna porre fine!
Il 6 luglio 2006, la Giunta Regionale con atto deliberativo n. 921/2006 dà mandato alla propria struttura tecnica ACAM (Agenzia Regionale per la Mobilità Sostenibile) per uno studio di fattibilità relativo alla costituzione di una società regionale marittima “ per la gestione dei servizi essenziali“ in coerenza con l’indirizzo espresso dal Consiglio Regionale del 29 giugno 2006 ( 51% pubblico, 49% privato ); i servizi Caremar, per volontà regionale, sono parte di un più vasto quadro dei servizi OSP (Obbligo di Servizio Pubblico) definiti con deliberazione 443/2011.
Il 25 febb. 2008, il Consiglio Comunale di Forio con delibera 12/2008 attesta che “ le corse Caremar, le corse regionali notturne, il trasporto carburante e dei RSU e le corse commerciali relative agli approvvigionamenti giornalieri, nonché il servizio scolastico Ischia-Procida ed i collegamenti veloci tra le isole flegree e Pozzuoli sono servizi minimi primari per i quali ha il dovere di provvedere lo Stato“ nel rispetto dei principi della 169/75.
Il 19 genn. 2009, il Consiglio Regionale della Campania con la Legge 1/2009 (legge finanziaria) all’art. 15, comma 7, istituisce “ la Compagnia Regionale marittima CoReMa per lo svolgimento dei servizi di cabotaggio marittimo di interesse regionale …; contestualmente dava mandato alla Giunta di “ definire con proprio atto l’organizzazione, la partecipazione societaria e le modalità di funzionamento della Corema”.
In data 19 marzo 2009, l’Acam – nell’Audizione indetta dalla IV Commissione- comunicava le risultanze dello studio depositato nel 2007 che confermano la reale possibilità di realizzare l’obiettivo della società mista; e in tale consesso viene richiamato anche il comma 8 della citata legge 1/2009 che affida alla Giunta il compito di valutare la partecipazione societaria che non esclude quella degli enti locali .
3 nov. 2009 – Accordo di Programma Stato-Regioni per la cessione gratuita delle regionali Tirrenia alle Regioni; circa la Caremar si legge che la Campania s’impegna ad acquisire a titolo gratuito la proprietà del 100% di Caremar e ad avviare, successivamente al trasferimento al Lazio del lato pontino, la procedura di privatizzazione del proprio trasporto marittimo attraverso “ la costituzione di una società mista pubblico-privato con la scelta di un socio privato e con contestuale affidamento ad essa dei servizi mediante gara ad evidenza pubblica “ .
Con atto 435 del 25/03/2010 la Giunta Regionale delibera l’ attuazione al detto accordo di programma; ma, per avvenuto cambio di maggioranza a seguito delle consultazioni del 28 e 29 marzo, la nuova Giunta Regionale con atto 830 del26 nov. 20010 – nonostante la presenza in Consiglio e la presidenza della IV Commissione di Domenico De Siano – revoca la 435 ed avvia la privatizzazione del 100%.
Attualmente sono pendenti:
a) ricorso Autmare al Capo dello Stato del Gennaio 2012 per l’annullamento della delibera di GR 444 del 09.08.2011 e di ogni atto presupposto connesso e/o conseguente, e quindi della citata deliberazione 830/ 2010;
b) ricorso Autmare al TAR Campania del 12 ott. 2012 per l’annullamento del Decreto Dirigenziale 202 del 12 ’07.2012 “ attivazione procedura ristretta per la privatizzazione con cessione totale del capitale sociale e con affidamento alla medesima di contratti di servizio pubblico di cabotaggio marittimo nella regione Campania; delle deliberazione 443 del 9/8/ 2011 ad oggetto il programma triennale dei servizi marittimi minimi; della delibera 444/ 2011; della 830/2010 …. “
c) Ricorso dei Comuni di Capri ed Anacapri e del dott. Graziano Simeoli di Capri al TAR Campania
d) Ricorso del Comune di Forio al TAR Campania
in più
- c’è il voto all’unanimità del Consiglio Comunale di Ischia contro la privatizzazione che impegna il Sindaco e la Sua Giunta ad adempiere agli atti successivi, impegno NON MANTENUTO
- c’è ricorso della società MARWORLD del raggruppamento Thomasos Transport& Tourism sulle conclusioni della Commissione per la gara a favore dell’ATI Snav –Rifim; essa contesta la Commissione della possibilità ha dato alle concorrenti (Snav-Rifim e Alilauro-Gruson) di poter sanare le loro garanzie con nuove valide fideiussioni, oltre la mancanza del versamento all’AVCP (Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici) che come da bando era motivo di esclusione;
- c’ è procedimento in corso dell’Autorità Garante della concorrenza, che riapre il procedimento I689 – avviato nel nov. 2008 e chiuso nell’ottobre del 2009 con impegni precisi da parte degli armatori, evidentemente non mantenuti - a carico di tutte le società già inquisiste estendendolo alle società Gescab, all’Acap ed alle soceità Lauro.it ed alle rotte pontine ed eoliche.
La situazione attuale – fatta di corse negate da parte dei privati senza che la Regione intervenga e di una Caremar che ferma le sue navi per mancanza di carburante e per inadempienze contrattuali con i lavoratori, e con un naviglio veloce preso in fitto a caro prezzo mentre nei cantieri parcheggiano aliscafi per riparazione che mai terminano – non consente di stare a guardare a nessuno, soprattutto ai Sindaci delle isole del Golfo.
E’ doveroso bloccare la politica regionale con proposte politiche alternative, non trascurando anche soluzioni eclatanti là dove dovesse persistere la sordità regionale: il baratro è nella procedura di fallimento a cui si avvicina la Caremar che tanti vantaggi porterebbe ai privati senza alcun vantaggio per il pubblico;
Che fare?
Insistere sui ricorsi per bloccare la privatizzazione e nel contempo dare forza ad un’intesa intercomunale ed interisolana perché il Consiglio Regionale ne prenda atto e, riappropriandosi del suo ruolo di programmazione e d’indirizzo, faccia la scelta di una società pubblica che richiami quanto già deliberato dal comune di Forio nel 2008 .
In sostanza una società pubblica ( Regione Provincia e Comuni ) a cui assegnare i servizi Caremar rivisitati, in uno ai servizi commerciali di prima necessità, per i RSU e per i combustibili che sono anche economicamente vantaggiosi. Forio 11 febbr. 2014
nicola lamonica