Dopo una decina di giorni di silenzio, all’improvviso era arrivata la comunicazione che l’ormai atteso cambio della guardia nella gestione della mensa del “Rizzoli” sarebbe avvenuto il 20 febbraio, cioè domani. Una novità durata poco, però. Il mancato rispetto del minimo periodo di preavviso previsto in questi casi e la pronta reazione del sindacato che rappresenta i lavoratori, hanno indotto ad un ripensamento quasi in zona Cesarini. E così, a poche ore dalla scadenza annunciata, l’altra sera è arrivata una nuova comunicazione da parte dell’Ati – associazione temporanea di imprese – vincitrice dell’appalto, che ha spostato in avanti la data del subentro, fissata ora al 6 marzo prossimo. Non a caso, perchè cadrà proprio tra i quindici giorni necessari per il preavviso.
Adesso che c’è la piena ufficialità di una scadenza precisa, si pone con sempre maggiore urgenza la questione del futuro dei quindici lavoratori della mensa dell’ospedale isolano. Quelli che, fin dal primo contatto con un rappresentante della nuova ditta appaltatrice, ne hanno registrato il laconico e inequivocabile commento: “Siete troppi!”. Che alla luce di quanto già accaduto nell’autunno scorso all’ospedale di Pozzuoli, dove l’impresa subentrante ha mandato a casa ben 19 dei 33 dipendenti, confermando l’incarico solo a 14, sono state parole pesantissime. Capaci di far perdere il sonno ai 15 dipendenti attuali della mensa del presidio lacchese.
Tanto più che nel capitolato d’appalto predisposto dall’Asl Na2 Nord e vincolante per la nuova ditta appaltatrice, non è stato previsto espressamente il passaggio di cantiere per i lavoratori di Ischia, al contrario di quanto vi è stato stabilito per i loro colleghi in forze al servizio del “Santa Maria delle Grazie” di Pozzuoli. E se, nonostante quel vincolo, a Pozzuoli sono stati fatti comunque tanti licenziamenti, è evidente che i lavoratori isolani non si stanno preoccupando per nulla, anzi. In questo momento i timori per il futuro del posto di lavoro, che per molti di loro è anche l’unica fonte di reddito per la famiglia, sono tutti più che fondati.
Perciò, anche se la chiusura del bar come forma di agitazione è già rientrata da diversi giorni, l’impegno a livello sindacale è quanto mai attivo. La rappresentanza provinciale di categoria è concentrata sul problema del passaggio di cantiere, che peraltro è previsto dal contratto nazionale di lavoro del comparto e che, quindi, dovrebbe valere come tutela a prescindere da quanto stabilito dall’Asl. Che nel capitolato ha usato innegabilmente due pesi e due misure tra i dipendenti di Pozzuoli e quelli di Ischia.
D’altra parte, già in concomitanza con la mobilitazione di una decina di giorni fa che portò alla temporanea chiusura del bar, i lavoratori della mensa del “Rizzoli” avevano inoltrato la richiesta di un incontro urgente per discutere del loro futuro lavorativo alla nuova ditta. Che però, finora, non ha risposto. E questo è un altro segnale poco incoraggiante circa le intenzioni dei subentranti. Ma adesso ci sono ancora altri quindici giorni di tempo utili per cercare di fare luce sul destino dei dipendenti del settore preparazione e distribuzione dei pasti in ospedale e sulla nuova organizzazione del lavoro nella mensa del “Rizzoli”. Basteranno a salvare quindici posti di lavoro, in un periodo di crisi occupazionale seria anche sulla nostra isola?