E’ capitato, in Italia, che sull’onda dell’emergenza e talvolta anche con l’alibi dell’urgenza si siano effettuati lavori che poi sono risultati controproducenti, se non addirittura disastrosi. Passando dal generale al particolare, dunque trasferendoci sulla nostra isola e a proposito del problema annoso dell’erosione delle coste, non sono passati molti anni da quando un ripascimento molto accelerato e poco avveduto (per usare un eufemismo) della spiaggia dei Maronti provocò danni irreparabili al fondale marino della baia antistante, cancellando per sempre una prateria di Posidonia, tra l’altro scoperta da poco. Dovrebbe bastare anche soltanto questo gravissimo precedente a suggerire di essere particolarmente accorti e scrupolosi nell’intraprendere iniziative a mare – oltre che a terra – che, se non preparate e realizzate con il massimo delle accortezze possibili, potrebbero riservare poi brutte sorprese. Con effetti pesanti e imprevedibili anche nel medio-lungo periodo. E magari senza centrare neppure gli obiettivi sperati e annunciati.
In occasione del recente incontro con gli operatori balneari, a proposito del ripascimento delle spiagge, il sindaco Ferrandino ha dichiarato “che sarà in prima linea affinché gli esami necessari a rendere utilizzabile la sabbia del parcheggio della Siena siano effettuati in tempi stretti e le autorizzazioni concesse con celerità”. Siccome le parole hanno un senso preciso, qualche perplessità questa affermazione la suggerisce. Perchè se gli esami sono ancora in corso e non se ne conosce ovviamente ancora l’esito, sulla base di quali elementi certi il Sindaco può dare per scontato che quella estratta dal parcheggio della Siena sia sabbia? E poi che sia sabbia adatta ad un ripascimento? Manca, tra quelle impegnative parole usate dal primo cittadino di Ischia, un semplice avverbio: eventualmente, in relazione all’uso della “sabbia (?)” della Siena. Un avverbio semplice, necessario e perfino doveroso, visto che quegli esami, decisivi e preliminari ad ogni altro discorso debbono ancora essere fatti.
Ed è tanto più indispensabile aspettare i risultati del laboratorio considerando che il Sindaco ha parlato di “sabbia del parcheggio della Siena”, che poi sarebbe quel cumulo marrone che si osserva al limite esterno dell’area del cantiere di via Pontano, dietro il cosiddetto Muro Rotto che divide la spiaggia di Ischia Ponte dal terreno utilizzato negli ultimi anni come parco, frutteto-orto e parcheggio all’aperto. Prima di questa ripartizione-utilizzazione, iniziata negli anni ’90, tutta l’area oggi sventrata per il nuovo parcheggio interrato, era stata occupata da un bel vigneto, all’interno del quale non mancavano alberi da frutta, piantagioni orticole con galline e polli ruspanti. E anni prima, dove oggi c’è il portale da poco restaurato, d’estate trovava spazio una piccola rivendita di ottima frutta, verdura e uova appena raccolte. A chilometro zero, come si direbbe oggi.
Ora, è plausibile che viti, peschi, albicocchi, insalate, pomodori e melanzane siano cresciuti rigogliosi per decenni sulla sabbia invece che su fertile terra? E che le galline ruspassero libere anch’esse sulla sabbia? E che gli agricoltori che avevano in affitto quel terreno zappassero rena? Mah, i dubbi sono tanti e legittimi. D’altra parte, si fa fatica anche a credere che il parco lussureggiante a disposizione del vicino albergo, con prato annesso, realtà degli anni recenti, potesse attecchire su sterile sabbia…Tanti elementi che inducono alla massima prudenza in attesa dell’esito delle analisi scientifiche. E che dovrebbero far evitare anticipazioni affrettate e certezze tutte da dimostrare. Tanto più da parte del Sindaco, che ha la responsabilità di fare i ripascimenti, ma anche di salvaguardare l’ambiente a terra e a mare. E non solo per spirito ecologico, ma anche perchè qualunque errore o sottovalutazione, potrebbe compromettere la spiaggia vera e la sua normale fruibilità. Rischio che si correrebbe anche se la sabbia da immettere non fosse compatibile con quella presente sull’arenile e sul fondale. Maronti, a questo riguardo, docet.
Insomma, mettere il carro davanti ai buoi, in questo caso, non è opportuno nè consigliabile, proprio per l’importanza e la serietà dell’obiettivo da raggiungere: ovvero ripascere i lidi erosi con la sabbia buona e giusta. Che è cosa diversa dal fare un intervento a prescindere, perchè ci vuole, perchè l’emergenza preme e la stagione incombe. E non è detto che quel cumulo marrone sia quello giusto da buttare a mare. Anche se sta già lì pronto, dietro il muro.
8 febbraio 2014