L’appuntamento del prossimo 23 marzo potrebbe essere l’ultimo. Sembra impossibile, eppure si addensano nuvole nere sul futuro della raccolta volontaria di sangue sulla nostra isola. Nonostante il successo crescente che ha registrato nel corso degli anni, grazie all’impegno organizzativo dei volontari della Fidas-Advs di Ischia, affermandosi come una realtà sociale, prima ancora che sanitaria, fortemente radicata sul territorio e abbondantemente consolidata, tra tante iniziative che nascono e si estinguono con tale velocità da non lasciare tracce. Ma stavolta questa importante esperienza è a rischio. A mettere un’ipoteca sulla sua prosecuzione è la presa di posizione degli infermieri dell’équipe che si occupa delle donazioni, che potrebbero non garantire il loro apporto oltre questo mese.
La questione è stata già portata all’attenzione della direzione del “Rizzoli” e nasce da un disagio non nuovo, anche se ora gli interessati hanno deciso di esplicitarlo e di legarlo alla continuazione dello svolgimento dell’incarico. E’ da tempo, infatti, tanto da potersi considerare ormai una prassi, che si accumulano ritardi notevoli nella corresponsione delle somme stabilite per le prestazioni domenicali straordinarie al presidio “San Giovan Giuseppe” di Ischia, dove si svolgono le donazioni periodiche. Queste ultime sono inquadrate in un progetto specifico, per il quale è previsto fin dall’origine un apposito budget regionale trasferito ad inizio anno all’Asl, che poi deve provvedere a pagarci le spese, comprese ovviamente quelle per il personale medico e paramedico coinvolto.
Senonchè, il meccanismo si inceppa proprio nella fase dell’effettuazione dei pagamenti. Che non vengono fatti mese per mese, magari insieme allo stipendio, come sarebbe anche logico, visto che le prestazioni sono programmate in dettaglio ad inizio anno, per cui dovrebbero essere remunerate quasi in automatico. Per misteriose ragioni burocratiche, invece, le spettanze per le donazioni mensili vengono corrisposte con ritardi di tre-quattro mesi, senza regolarità. Ed è questa situazione, che si protrae nel tempo fino a configurarsi, appunto, come la “normalità”, ad aver suscitato malumori crescenti. Che, dinnanzi al perpetuarsi del problema, sono ora sfociati nell’intenzione di sospendere la partecipazione alle donazioni in calendario da aprile in poi, se l’Asl non regolarizzerà i pagamenti finora maturati.
Richiesta legittima, che rischia, qualora non fosse accolta a Monteruscello, di produrre conseguenze pratiche nell’organizzazione delle prossime donazioni. Con effetti ben immaginabili, visto che gli appuntamenti periodici, grazie alla sensibilità e al senso civico di tanti ischitani, consentono di raccogliere quantità significative di sangue per il Centro del “Cardarelli” che tratta e distribuisce il sangue alla maggior parte degli ospedali della Campania, compreso quello di Lacco Ameno. Certamente, sarebbe un grave colpo alla cultura della donazione che si è formata sull’isola. Ma anche una perdita seria per una regione come la Campania, che continua a fare fatica a raggiungere anno dopo anno l’autosufficienza nella disponibilità di sangue ed emoderivati.
Per evitare che questo preoccupante scenario si materializzi, basterebbe che l’amministrazione dell’Asl si decidesse a regolarizzare la liquidazione di quanto dovuto per le prestazioni mensili dell’équipe di sanitari impegnati con le donazioni di sangue. Che non dovrebbe essere un problema, neppure di natura economica, visto che il budget del progetto sangue è stabilito ad inizio anno, per cui non ci sono da reperire fondi di volta in volta. Ciò che rende ancora più incomprensibili e ingiustificabili i ritardi che l’Asl riesce sistematicamente ad accumulare nei confronti dei suoi dipendenti.
Davanti al rischio che si prospetta, l’Azienda sanitaria sarà finalmente in grado di sveltire i tempi biblici della sua burocrazia e di utilizzare regolarmente e senza mettere in difficoltà il personale i fondi che le sono attribuiti proprio per far funzionare la raccolta del sangue a Ischia? Da Monteruscello arriverà una risposta di efficienza e di buona organizzazione almeno sul fronte dell’assistenza sanitaria alle donazioni di sangue? Restano un paio di settimane per sciogliere ogni dubbio.