Per molti ischitani si tratta di un vero incubo, che si rinnova ogni mese, alla scadenza delle varie bollette. Perchè non è affatto scontato che, come dovrebbe avvenire invece in un paese civile, le fatture vengano recapitate. Anzi, con una frequenza a dir poco preoccupante, capita che non arrivino ai destinatari e che si fermino per strada, presso altri domicili, o che tornino direttamente indietro, lasciando nei guai chi non le ha ricevute. E che guai! Le more per ritardato pagamento, che pure sono una conseguenza largamente diffusa e completamente (e ingiustamente) a carico di chi subisce il disservizio, sono alla fine il male minore. Perchè se sfugge qualche bolletta, capita di ritrovarsi pure con la sospensione del servizio. Come sembra che stia capitando abbastanza spesso con i distacchi di forniture idriche. Con costi decisamente significativi per riattivare la fornitura. E così oltre al danno anche la beffa.
“Ho subito il distacco della fornitura d’acqua per una bolletta che non mi è mai arrivata – è la testimonianza di un ischitano che ha vissuto un’esperienza ormai tutt’altro che rara – Dovevo pagare una cifra minima, nove euro, che sono diventate quasi duecento, considerato il costo per il distacco di 80 euro e quello per il riallaccio di altri 80. Sono andato all’Evi, con tutte le bollette regolarmente pagate per capire come mai non mi arrivino più da un po’. E infatti ho scoperto che la fattura che mi è costata il distacco, era tornata indietro con scritto sopra “sconosciuto”. Ma come sconosciuto, se abito da sempre nello stesso posto e fino all’estate scorsa mi arrivavano puntuali come un orologio pure le fatture dell’Evi? Un’altra volta, me l’ha portata una vicina a cui avevano lasciato anche la mia. C’è un evidente disservizio nel recapito, che ho fatto presente al mio interlocutore. Loro sostengono che i recapiti sono avvenuti, perchè hanno un sistema di controllo satellitare, ma quando mi ha fatto vedere dove era stato rilevato il mio presunto recapito, ho fatto notare che io non abito lì, ma a distanza di qualche centinaio di metri. Nessuna delle “prove” satellitari, che per loro dimostrerebbero l’avvenuto recapito, corrisponde al mio indirizzo. E infatti non ho ricevuto quelle fatture e neppure le raccomandate di preavviso del distacco, sennò avrei evitato di farmi staccare l’acqua per nove euro, scherziamo? Così è venuto fuori che nel mese della fattura mai recapitata era cambiata la ditta incaricata. Guarda caso…Ma nonostante questo, sa che mi sono sentito rispondere: se c’è un problema di posta, deve rivalersi eventualmente con chi effettua il servizio recapiti. Per me è un’affermazione inaccettabile, perchè io il contratto ce l’ho con l’Evi, non con la ditta che l”ente ha incaricato della distribuzione delle bollette in base a sue scelte e sue valutazioni. E mi aspetto che l’ente mi garantisca il recapito, come era sempre stato in passato. Non è accettabile penalizzare i cittadini con tutti questi disagi e per un disservizio di cui sono le vittime”.
In effetti, se i casi di mancato recapito non rappresentano un’eccezione, come dovrebbe essere in una condizione di normalità, e se tanti ischitani sono incorsi nello stesso problema, fino al distacco della fornitura, per fatture di importo minimo decisamente alla portata di tutti, che non possono essere considerate una causa di evasione voluta, tanto più considerati i costi molto più elevati del riallaccio, l’ente qualche interrogativo dovrebbe porselo e agire di conseguenza. Troppo facile lavarsi le mani e scaricare sui cittadini anche eventuali azioni nei confronti della ditta di recapiti di cui l’Evi si serve, con costi aggiuntivi a carico dei malcapitati. Non possono essere sempre i cittadini a pagare il conto salato di inefficienze altrui. Nè è normale che per i disguidi postali ogni mese gli ischitani siano costretti a correre dietro alle bollette, con la preoccupazione di dimenticarne qualcuna (che può succedere) e di incorrere in ulteriori gravi disagi, considerato che si tratta di servizi essenziali.
E poi, va bene che adesso si può staccare anche l’acqua in caso di fattura insoluta, ma bisognerebbe anche valutare meglio i diversi casi. Perchè non si può mettere sullo stesso piano chi elude o meglio evade il pagamento di superforniture con grossi danni all’azienda, che ha pure il bilancio in profondo rosso, e chi, avendolo sempre fatto in precedenza, non riesce a pagare pochi euro perchè non gli arriva la fattura a domicilio. Anche se è poi facile riscuotere da quest’ultima tipologia di cliente, caricato di un costo spropositato rispetto al debito iniziale. In via Leonardo Mazzella ci riflettessero e lasciassero perdere Ponzio Pilato, davvero un brutto esempio da non seguire.