Perché non valorizziamo in Germania il recupero degli affreschi della Torre?

IMG_0258E’ fissato per giovedì prossimo, alla Biblioteca Antoniana, un incontro con il professor Thomas Danzl, direttore della prestigiosa Hoche Schule fuer Bildende Kuenste dell’Università di Dresda, a conclusione del ciclo triennale di interventi sui dipinti della Torre di Sant’Anna. Sarà l’occasione per rendere noti i risultati sia dei lavori di recupero effettuati dai circa quaranta giovani tedeschi che in questi anni hanno partecipato agli stage ischitani sia degli studi compiuti per ricostruire la storia del pregevole ciclo di affreschi del XVI secolo. Si tratterà, dunque, del punto di approdo di un percorso iniziato, non senza difficoltà, nel 2010 con la convenzione tra il Comune d’Ischia, la Sovrintendenza ai Beni Culturali di Napoli e la Scuola di Dresda, auspice il Circolo Sadoul di Ischia. A quel punto, completata l’opera concordata nel monumento di Cartaromana e svolta la conferenza finale, si potrebbe archiviare la storia e il rapporto con l’importante istituzione culturale tedesca, che ha scelto di svolgere i suoi corsi di specializzazione annuali per laureandi proprio sulla nostra isola.  L’esito più facile, forse scontato. Di certo, quello meno utile per Ischia. Che dovrebbe avere tutto l’interesse a coltivare il rapporto instaurato con l’Università di Dresda, ma ancor di più a valorizzare in Germania i frutti di quella collaborazione. Al di là di quelli già ottimi che ha prodotto nell’antica residenza della famiglia Guevara.

Già tre anni fa, all’inizio della prima annata di restauri, avevo sollevato la questione di non lasciar cadere quella che si sarebbe potuta dimostrare un’occasione favorevole, ancorchè rara (specie di questi tempi), per fare buona promozione a Ischia in terra tedesca. Si era svolta da poco la ITB di Berlino, la cui edizione 2014 è peraltro imminente, dalla quale era emerso in modo inequivocabile l’interesse dei viaggiatori tedeschi nei confronti del turismo culturale. Tendenza che si è confermata anche negli anni successivi. E, d’altra parte, già allora Ischia aveva bisogno di presentarsi con un richiamo nuovo e intrigante sul mercato tedesco, che la vedeva sempre più in difficoltà, se non ai margini rispetto alle località concorrenti. Esigenza che è rimasta attuale e che, anzi, si è nel frattempo rafforzata.

In questo quadro, si è inserita la novità della partnership con l’Università di Dresda. Nata in modo casuale, ma fortemente sostenuta da parte tedesca. Soprattutto, del professor Danzl,  fin dal primo sopralluogo alla Torre dei Guevara conquistato dalla possibilità di operare sull’isola, che non ha esitato a definire “un paradiso”. Una volontà che ha superato tutti gli ostacoli che si sono presentati, anno dopo anno, e che, per motivi economici, avevano impedito lo svolgimento dello stage 2013. Lo stesso entusiasmo per Ischia che hanno mostrato tutti i ragazzi venuti in questi anni e gli insegnanti che li hanno accompagnati. Quasi tutti non erano mai stati sulla nostra isola e spesso non ne conoscevano neppure l’esistenza. Ma dopo il loro soggiorno, a parte il passaparola che avranno fatto, hanno anche messo per iscritto nelle relazioni dello stage l’ottima esperienza vissuta a Ischia. E già questo è e potrebbe ancor più essere un buon veicolo promozionale per l’accoglienza ischitana.

Gli altri ingredienti per mettere in piedi una semplice ed efficace azione promozionale per l’Isola Verde a Dresda ci sono tutti. C’è il monumento del XV secolo affacciato su un panorama da favola. E lì dentro ci sono affreschi della seconda metà del ’500, un pezzo del Bel Paese che tanto ancora affascina gli stranieri, recuperati dalla Scuola di Restauro dell’Università tedesca. Che ha predisposto anche una pubblicazione sull’esperienza ischitana e probabilmente organizzerà una presentazione del lavoro compiuto a Ischia. Ma una simile coincidenza di elementi utili a rilanciare un’immagine nuova, di qualità, attraente di Ischia in Germania, servita su un piatto d’argento, quando si ripresenterà? E il “sistema Ischia” non dovrebbe coglierla al volo, cercando di trarne il meglio, oltre gli antichi dipinti già sottratti al degrado e all’oblio? Non sarà il caso di mettere insieme forze e idee tra i soggetti che ne hanno la responsabilità e l’interesse sul territorio (Comune e imprenditori turistici in primis) per continuare a far fruttificare la partnership consolidata in questi anni?

In attesa di verificare se a Ischia c’è ancora la voglia e la capacità di cogliere certe occasioni e di metterle a frutto, con lo spirito e l’intelligenza che una volta fecero le fortune turistiche della nostra isola, sarebbe intanto doveroso, a prescindere da ogni altro discorso, un gesto di ringraziamento e di riconoscenza nei confronti del professor Danzl e dell’Università di Dresda. Almeno questo, il Comune d’Ischia, che è il beneficiario dell’opera dei restauratori tedeschi, sarà in grado di organizzarlo in questa settimana?

 

 

 

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