La presidente Migliaccio: “L’Area marina può essere un motore di sviluppo per le isole”

1796826_10203057061924467_1403707269_oDa tre mesi è al vertice del Consiglio di amministrazione del Consorzio intercomunale di gestione dell’Area Marina Protetta delle Isole Flegree. Solida preparazione giuridica, buona conoscenza del territorio isolano, idee ed entusiasmo, Donatella Migliaccio si mostra umile e determinata nell’approccio con la nuova esperienza. Sulla quale non si può non chiederle anche una valutazione personale: “Era cominciato tutto con la nomina a consigliere di amministrazione – dice – La nomina a presidente è arrivata del tutto inaspettata e ho risposto preparandomi sulle aree marine e studiando regolamenti e documenti per capire il funzionamento del Regno di Nettuno, per conoscerne gli scopi e le dinamiche. Tanto più che solo io e un altro componente del Cda siamo alla nostra prima esperienza, mentre gli altri c’erano da prima e conoscevano già dall’interno la situazione”.

Dopo tre mesi è già tempo di un primo bilancio del lavoro fin qui svolto dal nuovo Cda. Intanto, però non si può non partire da una questione ancora incredibilmente aperta, che è stata di stretta attualità negli ultimi giorni. Come mai non si è ancora riusciti ad approvare il bilancio consuntivo del 2012 e quello preventivo del 2013? “Innanzitutto, questa è una questione che abbiamo ereditato.Va detto che non si possono approvare i bilanci, se non sono corredati dai pareri previsti per legge. Per il bilancio 2012 si è trovata la quadra per chiuderlo, ma ci siamo accorti che mancava la relazione del revisore dei conti che va allegata e che non era neppure disponibile il parere preventivo del bilancio 2013. Atti di cui non vi era traccia nel protocollo dell’ente e che non erano mai arrivati. Dopo la nota che il revisore dei conti ci aveva inviato sui bilanci e la diffida che a nostra volta gli abbiamo indirizzato, affinchè producesse i pareri richiesti, ha da poco adempiuto con la relazione sul bilancio 2012. La stiamo esaminando e convocheremo il Cda al più presto. Ma chiariamo che non è il Consiglio che approva i bilanci, ma l’Asssemblea dei Sindaci, che credo potrà riunirsi a stretto giro”.

E veniamo ad un’altra storia dall’esito non proprio positivo per l’Area marina, quella del giudizio del Tar sui vincoli stabiliti dal regolamento riguardo alla pesca con le cianciole . Come mai questa sconfitta, che crea problemi pratici non di poco conto nella gestione del “Regno di Nettuno” e nello svolgimento della sua attività di tutela? “La sentenza del Tar è molto tecnica e vede soccombente non tanto l’Amp, quanto il Ministero dell’Ambiente, perchè l’impugnativa riguardava la parte del regolamento, di emanazione ministeriale, che vietava quel tipo di pesca nel “Regno di Nettuno”. La sentenza stabilisce che si può pescare con le cianciole anche all’interno dell’Area dove la profondità è superiore ai 50 metri. Il problema è che per le caratteristiche dei fondali marini, che in certi punti passano improvvisamente da una profondità inferiore al limite dei 50 ad una superiore, stabilire la corretta posizione delle barche da pesca diventa impossibile e quindi come si fa ad essere certi che la pesca sia avvenuta oltre i 50 e non dove non è tuttora consentita? Temo che questa situazione avvantaggerà  i pescatori della terraferma, che vengono a pescare anche nell’Area e poi gli isolani debbono andare a comprare il pesce a Pozzuoli”. Ma se i pescatori ischitani sono stati sempre contrari alle cianciole, non altrettanto si può dire dei loro colleghi di Procida: “E’ vero che i procidani si costituirono in  giudizio nel 2008 (il procedimento su cui da poco ha deciso il Tar, ndr) contro quella parte del regolamento – spiega Migliaccio – ma da allora alcune cose stanno cambiando a Procida. Anche i pescatori procidani aderiscono al programma europeo che prevede l’ammodernamento delle imbarcazioni, lo sviluppo di pescaturismo e ittiturismo e quindi la riconversione di quell’attività di pesca con le cianciole, che nel lungo periodo dovrà essere abbandonata e di questo sono tutti consapevoli. Piuttosto, la sentenza del Tar ha aperto una falla nei regolamenti di tutte le Aree Marine della Campania, non solo la nostra. E in generale, siccome certe regole vigono in tutte le Aree, il problema si pone a livello nazionale”. Come Area Marina ricorrerete in appello al Consiglio di Stato? “Credo di sì. E comunque la questione riguarda pure il Ministero”. Appunto, con il ministero dell’Ambiente vi siete già confrontati su questo argomento? “Con il Ministero abbiamo avuto dei contatti – conferma la presidente Migliaccio – Si collabora lavorando, ma nel frattempo è stato nominato un nuovo ministro e bisogna aspettare”.

Siamo vicini all’estate, presto ricomincerà anche la stagione del  diportismo e già si sono manifestati i soliti malumori sull’eccesso di vincoli all’interno dell’Area, con le polemiche ricorrenti che partono di solito dalla terraferma. E, d’altra parte, si ripropone la questione irrisolta dei controlli, spesso insufficienti nel “Regno”. Come vi state preparando? “Questa storia che l’Amp ha prodotto solo vincoli non l’accetto – chiarisce Migliaccio – I pescatori veri sanno da soli che rispettare certi vincoli è nel loro interesse, anche in prospettiva futura e si comportano di conseguenza. Il problema è stato strumentalizzato. E comunque, sia chiaro che noi non siamo un corpo di polizia che fa i controlli a mare e anche le multe.  Non è a noi che spetta questo, ma agli organi preposti. Abbiamo avuto dei colloqui con la Capitaneria di porto e su questi temi dovremo proseguire l’interlocuzione con le autorità marittime”.

Ma sul diportismo, l’Area ha qualche progetto in cantiere? “Intanto, in prospettiva dell’estate, sarà completata la delimitazione delle zone A. E poi in prospettiva c’è la realizzazione di campi boe, ci sono dei tempi tecnici da rispettare”. E il progetto di videosorveglianza realizzato e finanziato dal Ministero dell’Ambiente (e comune a tutte le Aree piega marine italiane) è rimasto bloccato? “La realizzazione del progetto in alcuni punti presenta problemi grossi. Per esempio a Vivara, dove ci sono vincoli strettissimi. Dobbiamo tener conto della Sovrintendenza. Dove è stato possibile spostare i piloni o ridimensionarli è stato fatto, ma d’altra parte non è che per controllare l’Area marina facciamo opere di alto impatto a terra. Tutti problemi che si sono presentati anche nelle altre Amp”.

Quali sono le iniziative in programma nel prossimo futuro? “Per ora la programmazione 2014 è bloccata, se non si approvano i bilanci precedenti. Ma le idee sono tante. Dovremo cercare di coinvolgere di più le scuole, perchè il nostro rapporto con il mare va ricostruito e si tratta anche di una questione culturale. Dobbiamo renderci conto che la tutela del mare è una questione che riguarda tutti. In Europa il dibattito è sullo sviluppo sostenibile e le Amp sono uno strumento per renderlo possibile. L’Area marina potrebbe essere un elemento importante nella qualificazione della stessa offerta turistica, può creare nuove opportunità di crescita del territorio.  Abbiamo avviato dei contatti con Federalberghi e siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Nelle prossime fiere del turismo si porterà avanti il territorio, terra e mare, e saremo coinvolti nella promozione dell’offerta”. L’Area Marina finora è stata però poco presente sul territorio…”In tanti non sanno neppure che abbiamo un’Area marina – sottolinea la presidente – Bisogna dare la percezione della sua esistenza. Dobbiamo lavorare su obiettivi tangibili, che consentano di capire che il “Regno di Nettuno” non è una spada di Damocle sul futuro dell’isola, ma l’esatto contrario, perchè può diventare un importante motore di sviluppo”.

 

 

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