Trascuratezza e assenza di manutenzione, a Ischia il decoro urbano è un fallimento

IMG_0090IMG_0089IMG_0195IMG_0347Di questi tempi, con l’avvio della stagione turistica alle porte, si vedono lavori in corso dovunque. Dagli alberghi ai negozi, agli stabilimenti balneari, compresi giardini e parchi privati, è tutto un fiorire di attività per riparare, sistemare, abbellire. Un impegno consueto in questo periodo, che dà il senso della stagionalità, anche se ormai da qualche anno i turisti girano per l’isola per tutto l’arco dei dodici mesi e se ne incontrano anche in pieno inverno. Ma queste presenze non sono riuscite a rendere Ischia più presentabile da gennaio a dicembre così come neppure l’imminenza della stagione turistica è servita a fare il “miracolo” di convincere anche il Comune a fare la sua parte. E l’intero inverno è trascorso, come di prammatica del resto, senza che si sia provveduto a nessuna opera di manutenzione ordinaria, nonostante se ne ravvisi la necessità ad ogni passo, in giro per la Città.

Perfino a Napoli, che certo non è un modello di decoro urbano, sono riusciti a pitturare i “gigli” di ferro che proteggono i marciapiedi intorno al Maschio Angioino. Invece, a Ischia i “gigli” sono sempre più malmessi, sverniciati, arrugginiti. Come le ringhiere  a protezione dei belvedere più frequentati da turisti a caccia dei panorami più belli da ammirare e fotografare. Da Cartaromana a Ischia Ponte, c’è solo l’imbarazzo della scelta tra i posti di “rappresentanza” abbandonati al degrado, dove sarebbe sufficiente anche solo una mano di vernice per farli tornare almeno presentabili e degni di una località che vive di turismo. Ma il Comune d’Ischia continua a non trovare il modo di assicurare neanche una misera “lavata di faccia”, un intervento minimo per entità della  spesa e ore di lavoro. Ma quanto ci vorrà per comprare qualche bidone di vernice e dei pennelli, per evitare di mandare in malora altri arredi urbani, con costi sicuramente maggiori per lo stesso ente locale e per i contribuenti? Perchè di certo costerebbe molto meno prevenire la distruzione con interventi periodici piuttosto che dover rifare daccapo ciò che non ci si preoccupa di conservare. Senza trascurare gli effetti disastrosi a livello di resa estetica, che non sono meno gravi in certi contesti di riconosciuta valenza turistica.

Nella brochure che domani sarà distribuita alla fiera del turismo di Mosca e che potrebbe essere diffusa anche in altre iniziative promozionali, vengono promossi la Festa di Sant’Anna e altri eventi che dovranno svolgersi sul piazzale Aragonese. Bene. Ma qualcuno dei solerti amministratori impegnati a (ri)conquistare la clientela russa, come hanno già tentato di fare a Berlino con i tedeschi, da quanto tempo non si fanno una passeggiata al sole sul muraglione panoramico del piazzale delle Alghe, la “location” di alcuni dei prossimi eventi, o sul belvedere dello Stradone e lungo lo stesso ponte Aragonese? E’ su quelle panchine “sgarrupate” che dovrebbero accomodarsi i nostri ospiti? Deve essere da parecchio che non ci fanno una capatina, anni, sennò proverebbero qualche imbarazzo ad invitare dei forestieri in luoghi tanto belli e trascurati. E dire che assessori e consiglieri impegnati sul turismo mirano a richiamare a Ischia turisti da quattro-cinque stelle… Ci vogliono un bel coraggio e altrettanta fantasia a credere di poter accogliere quel tipo di clientela con tutte le “zelle” disseminate sul territorio. E perchè, se queste erano e sono le lodevoli intenzioni, non ci si è preoccupati prima, nei mesi scorsi, di dare una “rinfrescata” almeno ai luoghi coinvolti come cornice nel programma di eventi? Va bene che ci sono il Castello, il mare, il panorama del golfo, ma a maggior ragione davanti a quelle meraviglie si dovrebbe dimostrare più rispetto per il decoro urbano. Non il contrario.

E vogliamo parlare della mancanza di cura che già mostra il piazzale Trieste, nonostante il recente restyling costato fior di quattrini? E che dire della piazzola centralissima e superfrequentata intorno alla “fontana del Jolly”? Le panchine cadono a pezzi e sono una vergogna, gli spazi verdi sono mal tenuti e perfino l’aiola intorno alla fontana è piena di erbacce tra le piante non ancora fiorite. Ma che ci vorrebbe a dare una ripulita e una sistemata almeno alle panchine collocate lungo le strade del centro? Tutti lavori modesti, di scarso costo, che però potrebbero cambiare l’aspetto del paese se fossero eseguiti in autunno-inverno, per trovarsi pronti e presentabili all’appuntamento con la stagione turistica. E per far risparmiare spese notevoli in caso di sostituzioni e rifacimenti radicali.

C’era una volta il settore manutenzione del Comune. Magari esisterà ancora sulla carta, ma su strade, piazze e spazi pubblici non se ne vede traccia. Un deficit gravissimo per Ischia. Qualche euro della tassa di soggiorno non si sarebbe potuto spendere per potenziarlo e metterlo in condizioni di operare? E con questo fallimento organizzativo e gestionale alle spalle, gli amministratori ischitani addò s’appresentano per reclutare turisti all’estero?

 

 

 

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