Che c’entrano Palazzo d’Ambra, il Museo del Termalismo e le Antiche Terme con i turisti?

IMG_0359IMG_0177IMG_0178L’indicazione è in bell’evidenza in piazza degli Eroi. Sistemata in modo che non si può non vederla, soprattutto se si transita in auto, ma anche se si va a piedi. Un triplo segnale turistico, con le classiche scritte bianche in campo marrone, diretto chiaramente ai forestieri per metterli sulla strada giusta verso tre destinazioni che si pensa potrebbero voler raggiungere. E che, invece, sarebbe meglio evitare accuratamente di pubblicizzare, tenendo anzi i turisti alla larga da ciascuna di loro. Perchè, alla fine, non c’è nulla di significativo da mostrare. E perchè un’eventuale visita sarebbe perfino controproducente. Cosa c’è, infatti, da vedere al Museo del Termalismo, a Palazzo d’Ambra e alle Antiche Terme Comunali? Che sono, appunto, le tre mete segnalate in piazza. Tutte e tre insieme, neanche a farlo apposta. Oppure sì? Un gran colpo, comunque, per il “made in Ischia”!

E’ difficile capire le logiche (?) che guidano certe scelte nel palazzo municipale. Ma di sicuro quel triplice segnale turistico non tiene conto della realtà attuale di ciascuno di quei tre luoghi. Tutti potenzialmente attraenti,  tanto più perchè pubblicizzati, in due casi anche con una illustre storia alle spalle, ma di fatto privi ora come ora di qualunque valore turistico.

Le Antiche Terme Comunali, tanto per cominciare, nella loro storia ed evoluzione dal 1845 al 1881 hanno accompagnato e segnato la storia di Porto d’Ischia e del termalismo ischitano. Quando  furono inaugurate il 26 giugno 1881 appunto, sindaco Luigi Mazzella, rappresentavano uno stabilimento d’avanguardia per l’epoca e la grande sala di rappresentanza ne era il fulcro e il simbolo. E tale rimase per un secolo, fino all’abbandono e al degrado cui è stata consegnata perlopiù negli ultimi decenni, con soltanto rare e brevi fasi di rinascita come spazio espositivo o per iniziative culturali e turistiche. Un passato importante, a cui aveva corrisposto un altro periodo di chiusura e trascuratezza, i cui segni sono ancora ben visibili nello spazio d’ingresso, prima di essere temporaneamente utilizzata per le celebrazioni eucaristiche ora che la vicina Chiesa di Portosalvo è chiusa per lavori. Insomma, che cos’ha ormai da mostrare ai turisti il salone delle Antiche Terme, tanto più nelle condizioni penose in cui è ridotto all’esterno, e proprio su quel prospetto, il palazzo municipale?

E veniamo al Museo del Termalismo, di cui esiste solo la denominazione scritta sulla carta, praticamente un contenitore vuoto, che di per sè non ha nulla di particolarmente interessante per dei forestieri. Lo stesso complesso di via Morgioni non è proprio il massimo che si possa proporre come visita turistico-culturale. E che figura ci fa un paese come Ischia, con il patrimonio storico-artistico che si ritrova, a pubblicizzare un museo fantasma? Sarebbe il caso semmai di nascondere almeno ai forestieri questa imbarazzante realtà, altro che promuoverla in giro per le strade con tanto di freccia indicatrice da seguire per raggiungere ciò che non c’è.

Quanto a Palazzo d’Ambra, la sua antichità è indiscutibile e il suo passato sarebbe interessante da far conoscere ai visitatori di Ischia, inquadrandolo nella storia del porto e in quella della viticoltura isolana. E quando fu restaurato, anni fa, si pensava che, dopo anni di abbandono, fosse venuto finalmente il momento di recuperare al suo valore e anche ad una utile fruizione pubblica, magari con finalità turistiche, quella struttura. Un’ipotesi che non ha trovato riscontro nella realtà e adesso Palazzo d’Ambra al massimo può essere meta per chi debba recarsi al Comando Vigili e agli uffici del Circomare o dell’Evi. Ma che c’azzecca come luogo turistico? E poi per come è ridotto un’altra volta, c’è solo da mettersi “scuorno” a mostrarlo, figuriamoci a ospiti forestieri.

Insomma, quei tre siti non hanno proprio nulla di turistico, semmai il contrario. E sarebbe bene evidenziarli il meno possibile, per non doversene vergognare. Non sarebbe il caso di togliere quei segnali fuorvianti e controproducenti, almeno fino a quando quei tre luoghi non saranno di nuovo presentabili e degni (il Palazzo d’Ambra e le Terme Comunali) della loro storia e il Museo del Termalismo allestito come un vero spazio museale?

 

 

 

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