Dopo il carnaio dei giorni precedenti la Pasqua, tocca adesso alla replica post festiva, con le stesse scene intollerabili denunciate allora sulla tratta Pozzuoli (o Napoli) verso Ischia che si stanno ripetendo, sempre più imbarazzanti, anche nella direzione opposta, dall’isola alla terraferma. Tante le partenze, perlopiù di turisti, ma anche di isolani, chiamati per i più vari e legittimi motivi a spostarsi gioco forza anche in una giornata di prevedibile affollamento. Ma quello che non si poteva prevedere, e che tanto meno si dovrebbe verificare in un paese civile ancor prima che turistico, è l’esperienza che oggi si sono trovati a fare, loro malgrado, quanti si sono messi in viaggio via mare, pensando di affrontare una traversata comunque normale e con i minimi comfort e riscoprendosi invece accalcati come sardine in un barattolo. Senza poter disporre neppure di un comunissimo (e doveroso) posto a sedere.
“Stiamo sulla nave Medmar diretta a Pozzuoli – ci ha raccontato con grande e comprensibile disappunto un viaggiatore a bordo che ci ha contattato poco fa – Dovevamo partire alle 13.30 e invece siamo salpati con mezz’ora abbondante di ritardo. E pensare che non avevamo preso in considerazione la Caremar che partiva prima, perchè con lo scalo a Procida pensavamo che avremmo impiegato più tempo e così pensavamo di avvantaggiarci. Ma a parte l’enorme ritardo, stiamo viaggiando in condizioni incredibili, non c’è neppure il posto per sedersi. Ci sono persone sedute sulle scale, per terra. Accampati più sistemati, come ci sarebbe spettato visto che abbiamo pagato un biglietto con il conseguente diritto almeno ad un posto per sedersi. Ma come si fa nel 2014 a dover viaggiare in questo modo? Ci sono anche turisti, comprese persone anziane, bambini, ragazzi sistemati in una maniera che mi fa vergognare, da isolano, dei disagi che stanno soffrendo e della figura che ci stiamo facendo. E non le dico i commenti pessimi, giustissimi e comprensibili, perchè non si può offrire un servizio di questo genere, ammesso e non concesso che lo si possa definire così. Faccio fatica a credere che nel 2014 si possa viaggiare in queste condizioni”.
Alla vigilia di Pasqua, lamentele, segnalazioni, denunce si erano sprecate. Tutto inutile, perchè il problema si sta riproponendo tale e quale oggi e magari con qualche strascico anche domani, senza che si sia preso il minimo provvedimento nè che sia stata adottata, a quanto pare, la minima accortezza per evitare il ripetersi dei disagi antecedenti la festa. Dobbiamo aspettarci lo stesso copione anche per il prossimo ponte e per le prossime date che scandiranno i trasferimenti più massicci del periodo estivo? Ischia è destinata ad offrire viaggi di questo genere per tutta la stagione turistica ai suoi ospiti, italiani e stranieri (e anche ai residenti), guadagnandone un inevitabile e inesorabile sputtanamento per la propria immagine? Chi si deve fare carico di garantire il rispetto delle condizioni minime di vivibilità e sostenibilità delle traversate via mare anche in giornate di grandi spostamenti, perdipiù con i prezzi tutt’altro che bassi praticati sulle tratte del golfo?
Dopo il trauma subito all’andata da tanti forestieri, che in molti casi si erano ripromessi di non mettere più piede sull’isola, come la penseranno dopo questa triste replica e che promozione ci faranno nelle prossime ore, tornando a casa e raccontando le avventure sul mare a parenti, amici e conoscenti? Per quanto bella possa essere stata la vacanza ischitana, le ripercussioni delle tante defaillance del sistema dei trasporti verificato a mare e pure a terra – grazie al servizio balbettante dell’Eav – rischiano di essere disastrose. E i Sindaci non hanno nulla da dire e soprattutto da chiedere, oggi stesso, al distratto assessore Vetrella?