La risposta è stata forte e chiara. Gli isolani non ci stanno alla smobilitazione del servizio di raccolta sangue e stamattina si sono presentati numerosi al presidio “San Giovan Giuseppe” di Ischia Ponte, per adempiere al dovere morale della donazione e rivendicare al contempo il loro diritto civile a farlo. Sono mancati – è vero – i politici, a cui era stato lanciato un appello dalla Fidas-Advs alla vigilia del particolarissimo appuntamento odierno, affinchè sostenessero con la loro presenza la battaglia per salvaguardare la raccolta sull’isola, ma la loro assenza (purtroppo non solo in questo caso e per questo obbiettivo) è stata compensata dalla partecipazione dei tanti “comuni” cittadini, uomini e donne delle più diverse età, che hanno scelto anche oggi di dare il loro contributo ad una buona causa. Contributo che si è materializzato nella trentina di sacche di sangue partite subito per Napoli e dirette al centro del “Cardarelli” che, dopo aver controllato e lavorato il liquido vitale, provvederà a distribuirlo agli ospedali del territorio, compreso il nostro “Rizzoli” e gli altri della nostra Asl. Che, invece, è mancata clamorosamente oggi al suo impegno per al raccolta sangue sull’isola d’Ischia.
Se qualcuno, tra Ischia e Monteruscello-Frattamaggiore, praticando il solito comodo gioco allo scaricabarile, aveva pensato di scaricare (appunto) la responsabilità del venir meno dell’apporto ufficiale del “Rizzoli” alla donazione di questa mattina alla mancata disponibilità del personale sanitario, ha fatto male i suoi calcoli. Perchè a rendere possibili i salassi odierni è stata la presenza, puntuale come sempre, del dottor Caruso, responsabile dell’équipe ospedaliera che ha sempre curato le donazioni periodiche, e di altri dipendenti dell’Asl, compresi due infermieri che avevano risposto alla sollecitazione della Fidas-Advs dei giorni scorsi. Tutti loro hanno prestato la loro opera professionale e qualificata, oggi, da volontari, per non lasciar morire un servizio creato dal nulla e portato avanti con sempre maggiore Attenzione, qualità e professionalità nell’ultimo quindicennio. Tutto ciò che rischia di non avere un futuro per responsabilità precise e specifiche dell’Asl, che si sta sottraendo a suoi precisi impegni e adempimenti.
Già perchè l’Asl Na2, nel 2001 (quando ancora non era diventata l’aslona “Nord” con il riassetto delle aziende della Campania), stipulò un’apposita convenzione sia con il Simt (Servizio di medicina trasfusionale ed immunoematologia) del “Cardarelli”, che è il riferimento a livello regionale, che con l’Advs-Fidas di Ischia, al fine di creare una Unità di Raccolta Sangue sulla nostra isola, collegata all’ospedale locale. La convenzione fu recepita poi in una delibera aziendale che identificò il personale medico, paramedico e Ota o Oss che avrebbe dovuto essere impiegato per le donazioni periodiche, stabilendo anche i compensi per questa attività straordinaria. Compensi a prestazione, dunque non legati alla quantità di sangue raccolto nelle varie sedute. Un’impostazione, questa, che fu modificata quando la Na2 fu convertita in Na2 Nord, con l’avvento dei commissari straordinari. Nel 2012 fu stabilito che il pagamento del personale sarebbe avvenuto come rimborso, una volta che il “Cardarelli” avesse pagato il sangue trasferitogli da Ischia. Così, il servizio è diventato di fatto a costo zero per l’Asl, che piuttosto ci ha guadagnato. Innanzitutto, in termini economici, perchè il sangue ha un valore maggiore di quanto l’azienda spende (o meglio, dovrebbe spendere) per organizzare la raccolta assicurando, come le compete dagli accordi sottoscritti, locali e personale. E poi anche dal punto di vista dei rifornimenti, perchè contribuendo attivamente alla “banca del sangue” del “Cardarelli” con l’Unità di raccolta ischitana, il “Rizzoli” non ha avuto più difficoltà a reperire tutto il sangue e gli emoderivati necessari per le sue attività. Tutti risultati positivi ottenuti e confermati negli grazie al contributo dei donatori volontari dell’isola d’Ischia, che si è tradotto in una ricchezza per il sistema sanitario aziendale e regionale. Perchè non dimentichiamo che la Campania ha raggiunto solo di recente l’autosufficienza nella produzione di sangue ed emoderivati e che conservare questo livello anno dopo anno non è impresa nè semplice nè scontata.
Senonchè, in questa situazione decisamente comoda per la Na2 Nord, a rimetterci dal 2012 ad oggi è stato il personale impegnato nelle raccolte periodiche, medici e infermieri insomma, che non hanno mai più ricevuto i compensi per la loro attività straordinaria. E’ successo, infatti, che siccome la nostra Asl ha accumulato un’esposizione debitoria notevole nei confronti dell’Azienda “Cardarelli”, per il complesso delle prestazioni di cui ha usufruito e che non ha pagato, la grande azienda ospedaliera napoletana ha deciso di cominciare a rivalersi bloccando il pagamento, a sua volta, del sangue afferente dal “Rizzoli”, a scomputo delle somme che avanza nei confronti di Monteruscello. Senonchè, l’Asl, pur conoscendo benissimo i motivi per i quali non le vengono pagate le sacche di sangue ischitane, si è ben guardata dal provvedere di suo a saldare le spettanze del personale adibito alle donazioni, lavandosene semplicemente le mani. Così, con il lavoro di medici e infermieri (e il contributo dei donatori, peraltro vitale per garantire la disponibilità di sangue), l’Asl riesce a ridurre il suo debito verso il “Cardarelli” senza spendere un euro per produrre questo beneficio!
Secondo la logica meramente contabile che governa attualmente la gestione dei servizi sanitari e che, in epoca di risparmi comunque siano, fa perfino guadagnare punti alla dirigenza aziendale, si tratta di un’operazione perfetta! Ma che non si poteva immaginare potesse protrarsi all’infinito sulla pelle di medici e infermieri, che danno il loro tempo, di domenica e oltre l’orario normale di lavoro, e si assumono anche delle responsabilità e dei rischi nello svolgimento della loro attività professionale, senza aver ricevuto dal 2012 neppure un euro di quanto era concordato avrebbero dovuto ricevere. E di fronte all’atteggiamento pilatesco dell’Azienda, che ha fatto orecchi da mercante ad ogni richiesta e sollecitazione del personale, quest’ultimo ha deciso correttamente di non prestare ulteriormente la propria attività se a Monteruscello non avessero onorato i loro doveri contabili. Un naturale epilogo ad una vicenda gestita in modo assurdo dalla dirigenza dell’Asl e a ruota dalla direzione sanitaria del “Rizzoli”, che si era limitata a sospendere la donazione di oggi, senza farsi carico minimamente di incidere il bubbone all’origine della malattia.
Per oggi, la donazione si è svolta comunque, grazie al senso di responsabilità dimostrato dal Advs-Fidas e dal personale sanitario che ha voluto dare lo stesso il suo contributo. E meritano una menzione speciale per la loro sensibilità e disponibilità umana, prima ancora che professionale, il dottor Carmine Barile e il dottor Giovanni Trani, che hanno offerto un prezioso supporto morale e di presenza. Ma è innegabile che il nodo del ruolo del “Rizzoli” dovrà essere sciolto. Quanto prima. Non servono promesse generiche come quelle dispensate nei giorni scorsi, ma una seria assunzione di responsabilità da parte della direzione sanitaria di via Fundera e dei vertici aziendali. La Na2 Nord non è in grado di onorare gli impegni assunti con la convenzione a tre del 2011? Lo dica chiaramente, lo metta nero su bianco, si tiri fuori formalmente da quell’accordo e consenta di trovare soluzioni alternative utili a tenere in vita un servizio vitale e imprescindibile. Perchè sarebbe imperdonabile affossare la donazione di sangue sull’isola d’Ischia.