Aenaria, alla ripresa della nuova campagna di scavo, cresce l’interesse per la città romana sommersa

IMG_0240L’appuntamento era fissato per oggi. Ma le condizioni meteo hanno reso inevitabile il rinvio a lunedì prossimo dei lavori, interrotti come di consueto dall’autunno inoltrato. Inizierà così il quarto anno di esplorazione di quanto resta dell’antica città di Aenaria, scomparsa improvvisamente tra il 130 e il 150 d.C.. Tutto è pronto, dunque, per la nuova campagna primaverile, finalizzata ad approfondire la conoscenza dello straordinario sito archeologico ormai quasi completamente svelato sul fondale della baia di Sant’Anna. Una realtà, quella dell’antica città sommersa, che, man mano che se ne conosce l’esistenza, suscita un crescente interesse anche al di fuori dell’isola.  Complici il meraviglioso scenario naturale in cui è incastonata e la prossimità ad altri grandi attrattori storico-culturali come il Castello Aragonese, la Torre e la “chiesiella” di Sant’Anna e lo stesso borgo di Ischia Ponte.

Dopo quattro anni di intensa attività e di esperienze condivise, l’équipe impegnata nel sito è ampiamente rodata. La compongono tre sub, assistiti in superficie da un altro esperto, tutti giovani che prima di essere impegnati nello scavo  hanno seguito appositi corsi di formazione, mirati ad acquisire la professionalità necessaria per affrontare un’impresa tutt’altro che facile e scontata. Di cui si sta facendo pienamente carico con grande impegno e convinzione la società Marina di Sant’Anna, che ha finanziato tutte le campagne condotte sinora nel sito, con fondi soprattutto propri, a parte il contributo di uno sponsor, la Fondazione Roma-Mediterraneo, lo scorso anno. Con le proprie forze la società ischitana ha investito sulla formazione degli operatori – subacquei e non – e sulla dotazione delle attrezzature, da quelle utilizzate per l’indagine archeologica, a cominciare dall’immancabile sorbona, alle barche di appoggio, in linea con gli standard richiesti per la particolare attività in cui sono impiegate. Attività che si svolge comunque sotto la costante supervisione dell’archeologa Alessandra Benini, in rappresentanza della Sovrintendenza archeologica di Napoli e Pompei, che programma e dirige tutte le fasi dell’intervento, a terra e a mare.

D’altra parte, fino a quattro anni fa, Aenaria era poco più di una leggenda e tutto quello che se sapeva (peraltro, tra gli addetti ai lavori) risaliva alla prima, sommaria esplorazione del sito condotta quarant’anni prima, dopo la casuale scoperta di alcuni reperti da parte di due subacquei ischitani nell’estate del ’73.  Gli unici che manifestavano qualche curiosità verso la storia della città sommersa erano i turisti, che ne sentivano parlare durante le escursioni in barca nel mare di Cartaromana. E che si stupivano non poco che  quel sito non fosse visitabile e che quel patrimonio fosse, anzi, pressochè ignorato. Che poi, purtroppo, è il destino comune alle aree archeologiche dell’intera isola, dal quartiere siderurgico pithecusano sulla collina di Mezzavia a Lacco Ameno all’insediamento greco di Punta Chiarito a Panza. A raccogliere le impressioni dei forestieri erano i loro accompagnatori della Cooperativa IschiaBarche, che cominciarono a riflettere sull’opportunità di un itinerario turistico-culturale nella baia di Sant’Anna, in grado di valorizzarne in modo sostenibile le diverse peculiarità storico-archeologiche, ma anche naturalistiche. Poco a poco l’idea cominciò a prendere forma, mentre il giovane figlio del presidente della cooperativa, Gaetano Lauro, ne faceva l’oggetto della sua tesi di laurea in Economia del turismo. Quel progetto, corredato della tesi, fu sottoposto all’attenzione dell’allora presidente del Consiglio di amministrazione del Consorzio di gestione dell’Area Marina Protetta, Albino Ambrosio, che ne intuì l’importanza e le potenzialità, a maggior ragione nel quadro delle finalità del “Regno di Nettuno”. Così il Cda dell’Amp adottò il progetto e lo sottopose al referente principale e imprescindibile per la sua eventuale realizzazione, ovvero la Sovrintendenza archeologica. 

Quello doveva rivelarsi il passaggio decisivo, perchè se la Sovrintendenza non avesse voluto riaprirla, la “pratica Aenaria” sarebbe rimasta chiusa. Invece, l’effettuazione di alcuni saggi preliminari nella baia, effettuati su iniziativa della responsabile della Sovrintendenza per i Campie Flegrei, Ischia e Procida, Costanza Gialanella, dimostrò che c’era ancora parecchio da scoprire sulla città sommersa e che valeva la pena tornare ad esplorare i fondali della baia. Dopo qualche mese, ottenuta la concessione provvisoria dello specchio acqueo dal Comune, poteva partire la prima campagna di scavo. Con i fondi, le attrezzature e gli uomini, appositamente formati, messi a disposizione dalla società Marina di Sant’Anna, nata proprio attorno a quel progetto. Che peraltro è considerato parte integrante del più ampio progetto di riqualificazione del centro storico come centro commerciale naturale, presentato alla regione dal Consorzio Borgo di Ischia Ponte.

Già in quel primo periodo di indagine dove erano stati fatti i saggi, il sito si rivelò molto più interessante di quanto non si fosse sperato. Infatti, non si limitò a restituire oggetti ceramici e metallici, come era stato negli anni Settanta, ma oltre a notevoli quantità di quelli, svelò progressivamente anche nelle campagne successive strutture importanti di epoca romana. Muri, resti di ville, un ampio tratto della strada romana che conduceva a dove si trova adesso la chiesetta, ma soprattutto vestigia riconducibili all’antico porto della città. In particolare, una struttura muraria in “opus cementicium”,  lunga ben dodici metri e larga tre per una profondità di quattro metri e mezzo. Accanto ad essa, è venuta alla luce la testimonianza più particolare: una cassaforma di legno di quasi duemila anni fa, ben conservata, utilizzata per il contenimento della gettata di cemento per la costruzione del muro. Una scoperta straordinaria, che dovrà essere completata e approfondita con il lavoro dei prossimi mesi. Perchè c’è da fare piena luce sulle caratteristiche e il ruolo dello scalo portuale della città e sulle attività commerciali e industriali che vi erano collegate, dunque sul tessuto economico e sociale di Aenaria.

Mentre gli archeologi stanno raccogliendo dati e reperti per ricostruire la storia della città scomparsa, con l’autorizzazione della Sovrintendenza e dell’Area Marina, dall’anno scorso sono iniziate anche delle visite al sito, ovviamente effettuate con rigorosissime regole a tutela dell’area. Visite didattiche per le scolaresche, curate già a terra, con la proiezione in un locale di Ischia Ponte di un video sui reperti e le vestigia riportati alla luce e l’introduzione alla storia di Aenaria e della ricerca archeologica che la riguarda, senza trascurare di contestualizzare il tutto nella storia della baia, tra l’Insula Minor e la Maior. Per poi proseguire con l’escursione a bordo di una barca dotata di specchi esterni per osservare il fondale. Le guide descrivono sia le caratteristiche archeologiche del sito, che quelle biologiche, mostrando e illustrando la varietà della flora e della fauna marine. Insomma, un approccio multidisciplinare che valorizza tutti gli aspetti peculiari del luogo e che ha incontrato un notevole interesse e ottenuto un ottimo riscontro da parte delle scolaresche di diverse parti d’Italia che finora ne hanno usufruito.

Una dimostrazione di quanto la valorizzazione intelligente e ecocompatibile del patrimonio storico-archeologico dell’isola, finora incredibilmente misconosciuta, potrebbe contribuire anche alla riqualificazione e diversificazione dell’offerta turistica ischitana, garantendo qualche prospettiva nuova per l’occupazione dei giovani. Oltre a favorire la cura e la tutela del territorio e del mare. Su questo ha puntato dall’inizio il progetto di Marina di Sant’Anna. E la buona novità dell’inverno scorso è l’accordo siglato tra  il Comune d’Ischia e la Sovrintendenza archeologica per realizzare nella Torre di Sant’Anna un Museo civico con i reperti recuperati nella baia, come parte integrante del parco archeologico sommerso dedicato all’Antica Aenaria. Finalmente, pure a Ischia si comincia a remare nella direzione giusta.

 

 

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