Allarme nella Pineta Mirtina, stanno distruggendo di nuovo i girini del Rospo smeraldino!

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Foto Qui Ischia

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Foto Qui Ischia

Ci sono rimaste due cicche. E le pietre di lava, intorno alle quali fino a pochi giorni fa pulsava la vita, quando erano ancora quasi completamente sommerse dall’acqua. Che non c’è più. Sparita. Prosciugata. Insieme a tutte le creature che ospitava. A cominciare dalle diverse generazioni di Rospo smeraldino, che ci stavano crescendo fin dal mese di gennaio. La mano dell’uomo è intervenuta, ancora una volta a Ischia, in modo pesante e vergognoso. Senza criterio nè tanto meno rispetto degli accordi internazionali che impongono agli Stati firmatari, tra cui l’Italia, la tutela dell’anfibio e dei suoi habitat naturali. Tra i quali rientrano a pieno titolo le vasche della Pineta Mirtina, uno dei pochi siti isolani in cui il Rospo smeraldino cerca disperatamente di sopravvivere alla solerzia distruttiva, che da qualche anno sta lavorando di fino per cancellarlo dalla pineta, minacciandone di conseguenza anche la presenza sull’isola. Un andazzo che, se ci si comportasse così sconsideratamente dovunque, avrebbe già consegnato all’estinzione il povero Rospo. L’unico anfibio presente a Ischia, che è anche l’unica isola del Golfo di Napoli in cui vive. Un primato ambientale di cui, però invece di andare orgogliosi, proteggendolo, si sta facendo il massimo per disfarsi. Almeno da parte di chi, come il Comune d’Ischia, nella sua qualità di proprietario della pineta, ha al responsabilità diretta di  garantire la vita del povero animale.

E’ davvero uno “sperpetuo”, la vasca accuratamente prosciugata negli ultimi giorni, lungo il sentiero che conduce all’uscita sulla via dell’Excelsior. Era lì che dall’inverno scorso avevamo seguito il complesso ciclo riproduttivo del Rospo smeraldino. Dai primi accoppiamenti, anticipati per effetto di un gennaio più caldo del solito, fino agli ultimi, osservati solo qualche giorno fa, nella pozza piena di acqua per le copiose piogge recenti. Data la profondità del liquido, ormai verdognolo, si notavano sulla superficie, a parte le coppe di rospi adulti, che si accingevano a deporre altre collane di uova, i girini più giovani, ancora piccolissimi, ma velocissimi nello spostarsi da un punto all’altro della vasca. E, più in profondità, affiorando di tanto in tanto, i girini più anziani, già in stadi più avanzati della loro lunga e stupefacente metamorfosi. Una pozza piena di vita, a cui era affidata una buona parte del futuro della specie a rischio.

E invece, dopo tanta fatica da parte dei rospi per onorare le regole di Madre Natura, in pochi minuti è stato tutto vanificato. Togliendo l’acqua dalla vasca, sono stati condannati a morte tutti i girini nati tra gennaio e maggio e buttato via il lento percorso di crescita delle varie generazioni. E pensare che sarebbe stato sufficiente ancora un po’ di tempo, qualche settimana, perchè i primi rospi del 2014, completata la trasformazione in acqua, potessero uscire dallo stagno e iniziare la loro vita adulta a terra, al riparo dai nemici bipedi. Non ne hanno avuta la possibilità. La distruzione è arrivata, ancora una volta, prima.

Non ci sono parole per commentare l’insensatezza di quella improvvida “pulizia” della vasca dei rospi. In un contesto dove l’abbandono e la mancanza di cura è la norma, dove i cestini sono pieni di rifiuti e tali restano per giorni, dove i pochi arredi sono in condizioni penose, dove il decoro è mantenuto solo dalla Natura ma ignorato da chi dovrebbe assicurarlo, l’unica cosa di cui si preoccupa è, ogni anno, di prosciugare le pozze-siti di riproduzione del Rospo smeraldino. E che diamine! Non se ne fregano per tutto il resto dell’anno, è poi si ricordano di “pulire” proprio a primavera quando ci sono i girini?

E quest’anno, poi, nessuno può fare finta di non sapere che quelle vasche vanno preservate. Perchè del Rospo e del suo habitat si parla da mesi e l’esigenza della sua tutela è stata ampiamente segnalata. E perchè, con il massimo della forma e dell’ufficialità, l’Enpa di Napoli aveva provveduto, due mesi fa, a inviare una nota al Sindaco, informandolo della situazione in pineta e ricordandogli che, per effetto dell’adesione dell’Italia alla Direttiva Habitat e alla Convenzione di Berna (direttive europee che sarebbe stato bene che il candidato a Strasburgo almeno si leggesse) e del loro recepimento nell’ordinamento italiano, i Sindaci dei territori interessati sono responsabili e garanti della conservazione degli habitat e delle condizioni di sopravvivenza delle specie tutelate. Tra le quali, è espressamente compreso il Rospo smeraldino.

Fu chiesto con quella nota anche un incontro con il Sindaco d’Ischia, che però non ha trovato da allora il tempo per rendersi disponibile. Ma ciò che è peggio è che, evidentemente, il contenuto di quella lettera è stato completamente ignorato, visto che non è riuscito a bloccare la manomissione dei siti di riproduzione del rospo nella Pineta Mirtina. Ciò che rende il Comune d’Ischia, ovvero chi temporaneamente lo rappresenta, inadempiente rispetto alle normative vigenti circa la tutela della fauna minore a rischio di estinzione.

Per salvare il Rospo smeraldino non servono soldi. Nè italiani nè europei. Non servono progetti altisonanti nè interventi importanti. Basta lasciare l’acqua piovana nelle vasche o rimboccarla quando il caldo e il sole cominciano ad asciugarla. Basta anche solo lasciare che la natura faccia il suo corso. Eppure, quei poveri rospi continuano ad essere massacrati senza motivo. Ma a chi dà fastidio, il povero Rospo smeraldino?

 

 

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