Al “Rizzoli” è di nuovo tempo di sabbia e cemento. E non si tratta di semplici lavori di maquillage, come pure ne sono stati fatti in questi anni, non di rado per sistemare le magagne di una ristrutturazione che certo non si è distinta per l’eccellenza dei risultati. E infatti, pur non essendo molto lontana nel tempo, contando solo una decina d’anni, tra i problemi pregressi che non era riuscita a risolvere e quelli che ha lasciato essa stessa in eredità, c’è già bisogno di interventi importanti nella struttura di via Fundera. Per una riorganizzazione di alcuni spazi, al fine di trovare posto per servizi che finora non erano stati disponibili o almeno non come sarebbe stato necessario. E anche per sanare alcune carenze gravi per un ospedale come il nostro, causate dalla mancata realizzazione della nuova ala, già progettata e finanziata (salvo poi veder sfumare i fondi, finiti nel calderone del bilancio dello Stato), che avrebbe dovuto integrare e completare quanto era stato fatto con la ristrutturazione.
Intanto, si è partiti dal piano interrato, quello del Pronto soccorso. Ma anche del reparto Cucina. Lì dove, con la recente soppressione del servizio mensa per i dipendenti e i visitatori, si è liberato l’ampio locale precedentemente utilizzato come sala da pranzo. Uno spazio che, risistemato, è destinato ad ospitare gli spogliatoi per il personale, sanando una vecchia carenza, più volte lamentata dagli operatori. E comunque, sempre per recuperare una mancanza annosa, saranno utilizzati anche altri spazi “marginali” presenti in quel piano, a beneficio del personale del Pronto soccorso.
Il riutilizzo degli spazi attualmente in corso sta interessando anche i container collocati all’esterno, che saranno probabilmente adibiti ad altre funzioni. E in questa riconversione potrebbero essere inclusi anche lo spostamento e la riallocazione dell’autoparco dell’ospedale.
Tuttavia, l’intervento più impegnativo e significativo, riguarderà il blocco operatorio e dovrebbe partire tra qualche settimana. L’obiettivo è quello di completare il progetto originario, attraverso la creazione di una nuova sala operatoria, che dovrà essere praticamente realizzata dal nulla, per cui, pur lavorando con grande alacrità, ci vorrà qualche mese per completare l’opera. Un periodo durante il quale dovrà necessariamente ridursi l’attività chirurgica. Una situazione che sarà agevolata dalla coincidenza con l’estate, giacchè è prassi al “Rizzoli” sospendere gli interventi chirurgici di elezione per effettuare solo quelli d’urgenza, nel periodo giugno-agosto. Si approfitterà, dunque, della stagione estiva per migliorare la dotazione dell’ospedale isolano, che fino ad oggi ha potuto contare su due sale operatorie solo sulla carta. Perchè di fatto si è potuta utilizzarne solo una, a turno, da parte dei tre reparti interessati, ovvero la Chirurgia, l’Ortopedia e l’Ostetricia-Ginecologia. Quest’ultima, peraltro, ha dovuto servirsi della seconda sala operatoria in luogo della sala parto inesistente, giacchè era prevista nella nuova ala mai costruita. Perciò, in tutti questi anni, è stato difficile armonizzare l’attività chirurgica di elezione, ovvero gli interventi programmati, con le urgenze, proprio perchè nei fatti la sala operatoria sempre disponibile era soltanto una. Davvero troppo poco per le esigenze del nosocomio isolano. Che con la terza sala operatoria farà un passo avanti importante, anche in considerazione dell’alto numero di interventi chirurgici effettuati annualmente in via Fundera. Tanto più che tra i lavori progettati vi è anche la realizzazione di una sala parto vera e propria, per cui sarà finalmente una realtà autonoma, non più una soluzione provvisoria e “arrepezzata” attraverso l’uso della seconda (delle due) sala operatoria.
Tra i lavori in programma c’è anche la ritinteggiatura di vari locali, in particolare del reparto Medicina. Intanto, in questo come in tutto il resto dell’ospedale, nei giorni scorsi si è provveduto alla completa sostituzione dei letti per i degenti. Al posto dei “vecchi” in dotazione, nelle vari stanze sui tre piani ne sono stati collocati dei nuovi, elettronici, di ultima generazione, più confortevoli e funzionali. Una settantina, più o meno. Purtroppo, non sempre sufficienti per il fabbisogno dell’isola, anche al di fuori della stagione turistica. Ma il rinnovamento degli arredi essenziali, insieme all’avvio di interventi strutturali attesi, è la classica metà piena del bicchiere.