Che fine hanno fatto i nuovi autobus annunciati dall’Eav? Intanto l’orario estivo è una chimera

“E’ da tanto che aspettiamo, come mai tutto questo tempo?”. Non sono neanche salite sull’autobus, le turiste dall’inconfondibile accento nordico, che con cortese insistenza rivolgono una raffica di domande all’autista, accompagnata dall’inevitabile chiosa: “Da quando stiamo qui, non si arriva mai, perdiamo solo tempo alle fermate”. Una considerazione-constatazione comune ai tanti forestieri ospiti dell’isola, ma anche agli ischitani che usano il mezzo pubblico. Il conducente prova a calmarle: “E’ solo una sensazione e poi  mica andate di fretta o dovete rispettare degli orari. Rilassatevi, che siete in vacanza”. Una parola…E infatti il tentativo non funziona, semmai mette ancora più di cattivo umore le signore. Ci pensa un’ischitana a calmarle, ammettendo che qualche problema c’è e anche da parecchio e accennando sommariamente al momento difficile dell’Eav, che le turiste, da italiane non sprovvedute, capiscono al volo. Non senza ulteriori commenti amari sui mali di certe aziende pubbliche che fanno acqua da tutte le parti. E il caso Eav è paradigmatico dei tanti mali e guasti di gestione che vengono da lontano e che ora si stanno scaricando con gli interessi sui cittadini, sia come fruitori dei servizi sempre meno adeguati sia come contribuenti che pagano comunque il conto dei bilanci in rosso.

La storia si ripete ogni giorno, innumerevoli volte al giorno. Con contorno di lamentele, proteste e incazzature in serie. Condivise dagli ischitani e dai turisti, con la differenza che i primi le subiscono 365 giorni all’anno e gli altri concentrano tutto nei pochi giorni di vacanza. E con l’aggravante, in questo secondo caso, che gli estranei sono per forza di cose meno disposti ad adattarsi e ad abbozzare (seppur gioco forza e con notevole disappunto come tocca fare ai residenti) e che i fastidi vissuti, che in vacanza finiscono per amplificarsi, si trasformano in una grossa controindicazione a ripetere l’esperienza. E, quindi, a tornare a Ischia. Così il danno assume dimensioni gigantesche, ben oltre la sua incidenza sulla quotidianità degli utenti, fino a riflettersi sull’economia turistica dell’isola e non solo nell’immediato, ma con proiezioni anche sulle prossime stagioni. “Ho incontrato in Germania una coppia che veniva da anni in vacanza a Ischia – è la testimonianza di un isolano da poco tornato da Monaco – e mi hanno detto che quest’anno non verranno e che hanno già prenotato altrove. E quando ne ho chiesto il motivo, mi hanno detto che ne hanno avuto abbastanza dei ritardi degli autobus dell’anno scorso. E’ così che ci vogliamo promuovere all’estero?”. Già…ma la domanda è retorica, perchè non c’è dubbio dell’effetto deterrente dei disservizi del trasporto pubblico di linea, senza contare (ma anche senza dimenticare) le altre piaghe aggiuntive del trasporto marittimo.

Ma in via Volturno, sede dell’Eav, e ancor più nella sede dell’assessorato regionale ai Trasporti, che fanno per scongiurare questa deriva? L’impressione è che, al massimo, finora abbiano fatto e dispensato le solite chiacchiere inconcludenti e fuorvianti. Come l’annuncio solenne della dirigenza aziendale, alla vigilia di Pasqua, che a Ischia stavano per arrivare numerosi nuovi autobus di rinforzo. Questione di ore. Sembrava. Ma da allora non se n’è visto neppure uno, di autobus aggiuntivo, rispetto alla dotazione attuale, con tutti i suoi limiti e le sue inadeguatezze. Una boutade, a quanto pare. Inaccettabile, tanto più alla luce dei disagi che l’utenza sta subendo da due anni a questa parte, senza soluzione di continuità e perciò sempre più intollerabili, con il passare del tempo.

Intanto, però, senza rinforzi, come si pensa di affrontare l’estate? Il parco mezzi a disposizione di sicuro non lo consente. Anche perchè, nonostante si sia in una fase (relativamente) positiva, perchè si fanno le riparazioni e arrivano anche alcuni pezzi di ricambio, sono ancora tanti, troppi, gli autobus fermi e inutilizzabili. Basta gettare uno sguardo dentro il deposito di via Michele Mazzella per rendersi conto della dimensione del problema. Con l’aggravante che a stare fermi, e per settimane se non per mesi, sono i mezzi più nuovi, che necessitano di ricambi costosissimi, soprattutto a livello di circuiti elettronici. E così a camminare, spesso ad arrancare, su e giù per le strade dell’isola sono i mezzi più vetusti, che si riesce più facilmente a riparare, ma che certo non possono garantire prestazioni e comfort adeguati agli standard attuali. non potendo contare sugli autobus di ultima generazione (o quasi), per coprire il servizio si usano  i “fondi di magazzino”, nello specifico mezzi vecchi anche di vent’anni, ormai obsoleti, sui quali si fa perfino fatica a salire, perchè gli scalini sono troppo alti e proibitivi.

In queste condizioni, non c’è da stupirsi che sia ancora in vigore l’orario invernale e che le corse siano meno numerose e frequenti di come i turisti oggi lamentano (a ragione), ricordando l’efficienza del servizio almeno fino al 2012. Nè ci sono possibilità che si possa passare all’orario estivo con l’arrivo dell’estate. Al massimo, con la chiusura delle scuole, si potranno spostare mezzi dalle corse scolastiche a quelle turistiche. E sarà grasso che cola… Con il problema che a settembre, la ripresa dell’attività scolastica arriverà quando la stagione turistica sarà ancora la suo clou. A meno che a Napoli non si decidano a intervenire concretamente e magari a dare seguito alla promessa fallita dell’invio di altri autobus di rinforzo. Altrimenti, prepariamoci ad un altro periodo nero. E a collezionare altre figuracce e defezioni anche per il futuro tra i nostri ospiti. Proprio quello di cui Ischia ha bisogno, vero?

 

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