Ci sono voluti anni per arrivarci. Tanti i rinvii e le sollecitazioni. Lunga l’attesa. E grande l’aspettativa che potesse concretizzarsi finalmente una riposta adeguata contro l’erosione sempre più massiccia del litorale ischitano. Che negli ultimi mesi ha subito un altro forte ridimensionamento per le mareggiate invernali e primaverili, ascrivibili soprattutto allo scirocco. Ma la sistemazione delle scogliere davanti alla costa si è rivelata il classico topo partorito dalla montagna. Che, una volta materializzatosi, ha lasciato con l’amaro in bocca tutti coloro che speravano in qualcosa di più utile ed efficace. Dunque, non nel semplice “maquillage” che è stato realizzato dall’impresa appaltatrice del lavoro commissionato e finanziato dalla Provincia.
Si è concluso da pochi giorni, l’intervento sulle scogliere. Con un discreto ritardo, dunque, rispetto alla scadenza prevista per la metà di maggio. E, d’altra parte, si era già partiti a primavera inoltrata, con la nuova stagione balneare alle porte, dopo che una violenta grecalata aveva prodotto altri danni alle spiagge già ridotte ai minimi termini. Una situazione sulla quale, comunque, non avrebbero influito i risultati dell’operazione appena archiviata. Per la sua portata “minimalista”, infatti, ben poco avrebbe potuto contro le mareggiate provocate dallo scirocco nell’inverno passato. E questo vuol dire che non potrà fare un granchè neppure per limitare i danni delle sciroccate che verranno. Com’era, invece, nelle speranze e negli auspici dei residenti e degli operatori balneari dal Lido a San Pietro.
E’ di portata a dir poco contenuta, per usare un eufemismo, l’intervento effettuato davanti al litorale ischitano. La “rifioritura” è stata decisamente “mini”, nei diversi punti in cui si è operato, dalla zona del Lido a Punta San Pietro. Appena qualche scoglio, piazzato qua e là in aggiunta alle scogliere già esistenti e ormai prive di funzionalità. Più che un adeguamento, si è trattato di un rattoppo. Un lavoro a scartamento ridotto, se non ridottissimo insomma. Più per far vedere che si faceva qualcosa, alla fine, che per garantire qualche risultato. Che, infatti, difficilmente ci sarà. Almeno in positivo. Perchè, a questo punto, dopo aver visto il lavoro finito, la sensazione diffusa è che in qualche punto gli scogli aggiunti potranno creare più problemi – in un punto della zona di San Pietro anche per la navigazione – di quanti ne risolveranno. E di solito la valutazione degli abitanti e dei conoscitori di quel tratto di mare, ancorchè puntualmente ignorata dagli enti committenti le opere a mare, è stata sempre precisa e tristemente premonitrice di guasti o carenze che poi si sono effettivamente verificati.
Ma tant’è, questa è stata la “rifioritura” che la Provincia ha servito all’isola (con l’aggiunta del lavoro, lì più significativo, effettuato nelle settimane precedenti davanti a Cafieri, al confine tra il Comune d’Ischia e quello di Casamicciola, in corrispondenza di una nota struttura alberghiera), dopo una gestazione elefantiaca, dalla quale ci si sarebbe aspettati un parto ben più importante e adeguato alla gravità del problema da risolvere, non una misera pezza a colore.
E se la Provincia si è limitata ad un maquillage delle scogliere esistenti, si starebbero invece preparando lavori ben più imponenti da parte di privati (leggi albergatori), che si accingerebbero a realizzare delle scogliere ex novo nei tratti di mare antistanti le proprie strutture ricettive. Una alla Mandra, l’altra nella zona del Lido. Due interventi dalla gestazione, pare, assai più contenuta nei tempi di quella dei lavori della Provincia. Cosa che potrebbe essere interpretata positivamente, come una conferma della maggiore efficienza del privato rispetto al pubblico. Purchè, però, il risparmio di tempo non sia a discapito dell’approfondimento progettuale di opere dal notevole impatto sui delicatissimi equilibri a mare, che si riflettono pesantemente a terra. Infatti, come l’esperienza ci dovrebbe aver bene insegnato a Ischia, basta poco perchè gli svantaggi di una scogliera possano superarne i vantaggi. E perchè un lido accresciuto o protetto da una parte possa essere maggiormente eroso o a rischio da un’altra, interferendo così imprevedibilmente sullo stato dei luoghi. Dubbi e preoccupazioni preventivi che si spera vengano smentiti dalla realtà. Che l’esperienza e la storia, però, ci siano maestre…