Di necessità virtù…la mancanza dei “botti” ha regalato alla Festa di Sant’Anna un finale sontuoso, spettacolare, coinvolgente. Nuovo senza tradire la tradizione. A “mistero” svelato, si è trattato di una scommessa vinta, nell’ambito di una edizione di tutto rispetto, che nella serata clou è stata all’altezza delle migliori annate della storia ultraottuagenaria della manifestazione di punta dell’estate ischitana. Dove le barche sono tornate centrali nel senso che hanno fatto e dato spettacolo, distinguendosi per la qualità complessiva del lavoro creativo e pratico svolto dai quattro gruppi in gara. Con un livello complessivamente elevato delle varie realizzazioni, anche se il responso della giuria di esperti - l’architetto indiano di fama internazionale BIJOY JAIN, il regista e scenografo BRUNO GAROFALO, il professor THOMAS DANZL, l’architetto TOTI SEMERARO, gli artisti DANIELE PAPULI e MARISA ALBANESE – non è stato molto condiviso. Ma trattandosi di “forestieri” , com’era già accaduto in altre edizioni, c’è da interrogarsi sui motivi di valutazioni così diverse rispetto a quelle prevalenti tra gli ischitani doc, che avrebbero prodotto una classifica abbastanza diversa da quella finale.
Ecco, la classifica appunto. Quella generale dei premi per la sfilata, che quest’anno sono tornati ad essere in denaro, ha incoronato la barca del BORGO DI CELSA – COMITATO SAN GIOVAN GIUSEPPE DELLA CROCE, intitolata “I PIU’ BEI FIORI DA AENARIA”. Che ha ottenuto anche il PREMIO NERONE. Al secondo posto si è classificata la realizzazione de L’ALTRA ISOLA – GRUPPO L’ISOLA DEI MISTERI di Procida, dal titolo “MARE E’ AMORE” a cui è andato anche il PREMIO appena istituito dedicato ad ANDREA DI MASSA. Che ex aequo è stato anche attribuito alla scenografia galleggiante terza classificata, de LA MONTAGNA – GRUPPO PRO SERRARA FONTANA, titolo “LA FESTA DEL SOLE”. A dispetto del quarto posto nella classifica “forestiera”, assolutamente immeritato, la barca presentata da LA MARINA DELLA MANDRA – GRUPPO LARGO DEI NAVIGANTI, “DA ‘NA CANCELLATA…QUANTA RICORDE!” si è aggiudicata meritatamente il PREMIO FUNICIELLO e il PREMIO DOMENICO DI MEGLIO, che viene assegnato sulla base dell’applausometro tra il pubblico a terra e a mare nella baia. E per il pubblico la barca numero uno è stata proprio quella finita incredibilmente per ultima nella classifica generale, nonostante fosse un’opera all’altezza delle migliori prodotte da un gruppo di grande esperienza e di grandi successi come quello dalla Mandra.
La classifica poi è stata piuttosto contestata, anche per il terzo posto della barca di Serrara, che pure aveva proposto una convincente creazione, assai ben equilibrata n- e di forte impatto visivo - tra la scenografia, gli effetti speciali, le trovate e lo spettacolo. Un verdetto che ha fatto e farà discutere nel post festa. E che dovrebbe anche essere motivo di riflessione sull’organizzazione della giuria per la prossima edizione.
Sia la novità che a suggerire la traccia dei temi da sviluppare nella realizzazione delle barche fossero degli scrittori e artisti legati all’isola – ANDREJ LONGO (che è ischitano di nascita), ERRI DE LUCA, ELIO MARCHEGIANI e VINICIO CAPOSSELA – sia l’istituzione di un gruppo di tutor, che hanno offerto un supporto tecnico ai vari gruppi costruttori, si sono dimostrate delle felici intuizioni, che hanno dato i loro frutti, nel garantire già un livello di partenza alto delle barche allegoriche. Quest’anno non ci sono stati gozzi “arrepezzati”, nè ci sono state distanze abissali nella qualità delle diverse scenografie galleggianti, come era accaduto talvolta per fare numero, quando tutti i Comuni erano quasi obbligati a partecipare al Palio. Tutte le barche sono state tridimensionali, tutte hanno curato molto più che nel passato (e la mano dei tutor si è notata) le luci, la scelta e la sequenza delle musiche, lo sviluppo dello spettacolo a bordo. E tutte hanno proposto diversi quadri e offerto più elementi spettacolari. In questo quadro, c’è stato comunque chi ha offerto realizzazioni più complesse a livello strutturale, anche per supportare trovate di notevole resa scenica; chi ha saputo vivacizzare ogni fase della sfilata, offrendo colpi d’occhio e novità lungo l’intero percorso, come quest’anno era previsto, per migliorare lo spettacolo generale e perchè i componenti della giuria erano collocati in punti diversi. Insomma, tutti bravi i costruttori, tutte buone le barche, ma ci sono stati anche dei lavori più che buoni. Penalizzati oltremodo dal giudizio finale.
E ottimo è stato anche il contorno del piatto forte. Dalla conduzione efficace e vivace della brava LUCIANNA DE FALCO, all’esibizione di PATRIZIA SPINOSI, splendida voce accompagnata da VIRGILIO BRANCACCIO e MICHELE BONE’, al servizio di una selezione di melodie napoletane perfetta per la serata, ai simpatici disegni realizzati e proiettati per tutto il tempo sulla sagoma del Castello da MATTHEW WATKINS.
E veniamo al momento atteso forse con la maggiore curiosità, visto che si era parlato e sparlato della mancanza dei “botti” finali. L’esperimento poteva essere rischioso, per quanto obbligato da leggi e budget. E per quanto non fossero mancate indicazioni di massima da parte del direttore artistico della Festa, SALVATORE RONGA, la suspence è stata mantenuta fino all’ultimo. Una mossa vincente, perchè chi aveva pensato che senza “botti” la chiusura della festa sarebbe stata immiserita, si è dovuto ricredere. Altro che spettacolo pirotecnico tradizionale! La trovata finale è stata un gran botto. Di luci, di fuochi, di colori. E di musica. Prima la travolgente performance di SIMONE CAROTENUTO con i TAMMORARI della SCUOLA DEL FOLKLORE e poi con l’accompagnamento di note potente per un incendio del Castello e della Torre e della chiesetta di Sant’Anna, come non si era mai visto.
I fuochi non mancheranno, aveva promesso Ronga. E ci sono stati eccome. Dapprima il Castello e gli altri siti della baia sono stati evidenziati da luci che sono riuscite a ricreare l’effetto della battaglia a colpi di cannone tra la rocca e l’isola grande, come avvenne nell’agosto 1809. Una rievocazione che è in questa versione un’assoluta, riuscita novità. Poi il Maschio, l’area della Cattedrale, le batterie sono diventate le quinte di uno spettacolo di fuochi artificiali che si è ripetuto alla Torre, alla chiesetta e a mare, così da coinvolgere tutta la baia. Con applausi a terra e a mare. E poi, quando sembrava che lo spettacolo fosse già finito, il colpo di teatro finale, giustamente conclusivo, dell’ incendio classico, dai bagliori vermigli in tutta la baia, con l’accompagnamento struggente di “Blue dolphin”, sempre evocatore di emozioni profonde. Un incendio durato a lungo, che ha esaltato la magnificenza del luogo, nonostante l’assenza della luna, sempre un valore aggiunto nella notte di Sant’Anna. Ma quest’anno la festa di luce non l’ha fatta rimpiangere.