La crisi dei trasporti terrestri sembrava ormai archiviata, almeno per l’estate. E a conferma della svolta c’era non tanto la massiccia presenza di autobus sulle “rotte” più battute dai turisti, che procurano pure parecchi introiti all’Eav, ma la riattivazione di linee che da mesi erano scomparse o quasi per mancanza di mezzi. Insomma, il peggio sembrava alle spalle, anche se le incognite su ciò che accadrà dopo l’estate sono sempre grosse. Ma pure in una fase di maggiore efficienza del servizio e tranquillità per i cittadini non mancano problemi che procurano disagi agli utenti. E che sono comunque il segnale di una situazione critica di fondo “impupazzata” dal potenziamento estivo, ma pronta a riemergere quando meno ce lo si aspetta. Come nel caso dei sempre più obsoleti Pollicini, che ormai sembrano proprio vicini al capolinea, visto che trovare i pezzi di ricambio sarà sempre più difficile.
Cadono a pezzi i Pollicini e così, anche quando tutto il resto fila (eccezionalmente) liscio, accade che torni all’improvviso ad essere sguarnita una linea essenziale, ancorchè periferica e solitamente tormentata: la C12, ovvero la Circolare che dal Porto raggiunge Cartaromana, il cimitero di Ischia, Campagnano e i Pilastri, per poi tornare al Porto. E ieri pomeriggio la Circolare ha messo di nuovo in serie difficoltà gli aspiranti passeggeri, costretti di nuovo a lunghe e inutili attese alle fermate. E senza alcun preavviso, come capita di solito, perchè le rotture si verificano all’improvviso, costringendo i mezzi forzatamente in deposito. E comunque, senza la possibilità di essere sostituiti. Peraltro, su un percorso che attraversa zone popolose e che è utilizzato soprattutto dai residenti, dodici mesi su sei, ma in questo periodo anche dai turisti.
Ore di attesa, sempre nella speranza che si trattasse solo di un ritardo o, al massimo, (cosa non rara negli ultimi mesi) dell’annullamento di una sola corsa. Ipotesi smentite dal trascorrere invano del tempo e dalla letterale scomparsa del piccolo autobus, mentre circolavano normalmente gli altri bus, compresa la C13 che fa lo stesso percorso, ma al contrario. Alternativa che si potrebbe sfruttare, seppur perdendo molto più tempo, solo sapendo che il 12 non passerà e che bisogna arrangiarsi diversamente, ma per questo ci vorrebbero degli avvisi. Che non ci sono e che non ci possono neppure essere quando il mezzo va in tilt all’improvviso.
Al di là del disservizio più o meno temporaneo e delle conseguenze spiacevoli per gli utenti, il problema dei Pollicini è molto serio sia nell’immediato che in prospettiva. Quelli su strada, infatti, sono tutti mezzi vetusti, ormai “cotti”, continuamente a rischio di fermarsi. E, d’altra parte, si tratta di un parco auto che non può essere rinnovato, perchè quel tipo di autobus è definitivamente fuori produzione. Per farli restare attivi ci vogliono pezzi di ricambio e anche numerosi, il cui approvvigionamento è complicato e anche molto costoso. Dunque, un ostacolo in più, considerate le difficoltà economiche in cui versa l’Eav. Insomma, quella dei Pollicini è destinata a diventare un’emergenza, se al più presto non ci si premurerà di reperire scorte di ricambi sufficienti (e i soldi per la relativa spesa) a far funzionare quei pulmini per qualche altro anno ancora. Ma l’Eav sarà in grado di farsi carico di questa operazione? Chissà.
Intanto, però, bisognerebbe cominciare a cercare qualche soluzione alternativa. Perchè quel tipo di bus potrà pure non essere più disponibile, ma la gente non può rimanere a piedi e c’è bisogno di assicurare comunque il collegamento garantito dalla C12. Chi se ne deve occupare e preoccupare?