A Monteruscello avranno tirato un sospiro di sollievo. Alla fine, sono riusciti a raggiungere l’obiettivo prefissato del trasferimento di Villa Orizzonte e anche prima del mese di agosto, senza conseguenze per le ferie. A nulla hanno potuto le richieste, gli appelli, le sollecitazioni, le proposte e le proteste che tanto numerosi si erano levati da Ischia diretti alla stanza dei bottoni dell’Asl Na2 Nord, dove a priori non sono stati mai presi in considerazione. E il braccio di ferro ingaggiato con le autorità locali si è concluso anch’esso con una prima vittoria, forse parziale e forse temporanea, ma che è suonata come l’ennesima conferma della totale esclusione delle isole rispetto agli indirizzi delle strategie e delle scelte aziendali. A completamento della marginalizzazione già iniziata quando Ischia e Procida si ritrovarono troppo piccole e isolate nell’immenso corpaccione della nuova Asl a Nord di Napoli da non avere più voce nel Comitato dei Sindaci, in cui ai tempi dell’Asl Na2 sedeva sempre un loro rappresentante. Ormai, come ha dimostrato lo svolgimento dei fatti che hanno riguardato quest’ultima vicenda, i vertici aziendali si ritengono svincolati perfino dai più elementari obblighi di cortese interlocuzione istituzionale con i Sindaci, che pure continuano a conservare per legge il loro ruolo di tutori della salute pubblica. Anche se bisognerebbe capire se, come e in che misura siano ancora nelle condizioni di esercitarlo appieno, visto che da anni non vengono coinvolti neppure a livello meramente consultivo dalla dirigenza dell’Asl Na2 Nord. Che da tempo non si concede più neppure per un incontro, figuriamoci per un rapporto di collaborazione e di utile sinergia, come si dice adesso.
Intanto, il ridimensionamento della Salute mentale portato avanti sull’isola negli ultimi due-tre anni si può considerare una “missione” compiuta. Iniziata quasi in sordina, nella sottovalutazione generale, anche dei Sindaci, distratti da altre cose e/o forse non consapevoli che si trattava solo dei primi passi su una china molto pericolosa per l’isola. E dagli effetti irreversibili. Così , l’Asl ha tagliato dapprima l’attività del Centro di Salute mentale, che è passato da un’apertura h24 al funzionamento per mezza giornata ed esclusi i festivi. Con correlata rivoluzione nella gestione delle crisi psichiatriche, scaricata sul 118 e sull’ospedale senza quest’ultimo fosse nella condizione neppure strutturale di far fronte in modo ottimale alla nuova incombenza. Senza dimenticare i trasferimenti in terraferma di pazienti psichiatrici in fase acuta, a suggello di una capacità di risposta sull’isola sempre minore. D’altra parte, la Salute mentale isolana ha perso anche la sua autonomia organizzativa, per diventare una Unità semplice, alle dirette dipendenze del Dipartimento di Pozzuoli, dove tutto viene deciso e organizzato.
Anche allora si parlò di “razionalizzazione”, sempre motivata da esigenze di risparmio e di ottimizzazione delle risorse. L’effetto fu (ed è) che la Salute mentale - praticamente nata a Ischia negli anni ’90, quasi in contemporanea con l’avvio dell’esperienza pilota di Villa Orizzonte, quando in terraferma si era ancora all’anno zero o quasi – sulla nostra isola è stata falcidiata e in pochissimo tempo riportata indietro almeno di un quindicennio. E la vicenda di Villa Orizzonte non è che l’ultimo atto di questa involuzione. La spallata decisiva al sistema che per molti anni aveva fatto di Ischia un esempio per la sanità pubblica nel settore psichiatrico non solo in seno all’Azienda locale e alla Campania, ma nel contesto più ampio di un Sud nettamente indietro nell’applicazione della legge 180. D’altronde, era quasi inevitabile o comunque prevedibile che a Monteruscello si sarebbe proseguito il percorso già avviato con successo, senza fermarsi neppure davanti alla storia esemplare di “Villa Orizzonte”. Come puntualmente si è verificato.
A perderci finora, in questa operazione, sono stati indubbiamente i pazienti psichiatrici isolani già seguiti dalle strutture pubbliche e, ancora di più, quanti nella situazione attuale sarà più complicato che possano esserlo. E ciò benchè la nostra isola sia oggettivamente e storicamente un territorio con una incidenza non trascurabile di patologie della psiche. E il dramma degli abitanti della Sir oggi traslocata a Casamicciola si può considerare il sacrificio più grande e pesante di quelli che a Ischia sono stati imposti finora. Il sacrificio più pesante sulle spalle di chi già le aveva avute fin troppo piegate dalla vita…
Ma le macerie che restano riguardano e minacciano tutta la sanità pubblica isolana. Rotto l’argine della Salute mentale e di Villa Orizzonte, il fiume della “spending review” in versione Monteruscello cos’altro si appresta a travolgere? Quale sarà il prossimo sacrificio richiesto agli isolani, che già in alcuni settori sono tornati ad essere cittadini di serie B (o peggio) rispetto a quelli della terraferma? Se il silenzio di Ferraro a questo punto non stupisce più, il fatto che Caldoro, ancora commissario della sanità campana, continui a non avere tempo per rispondere alla richiesta di dialogo e di incontro dei Sindaci su un tema essenziale come la tutela dei livelli di assistenza sanitaria, è il vero segnale di allarme. Per tutti i cittadini dell’isola.Nessuno escluso. Perchè il “caso” Villa Orizzonte va ben oltre la condizione e la situazione dei dieci residenti della Sir.