Da “Villa Orizzonte” a Casamicciola, imminente il trasferimento in locali privi dell’essenziale

IMG_0699Le “voci” si moltiplicano e si precisano, sempre più allarmanti. Tanto da lasciar intendere che ormai sia questione di poco, forse neppure di giorni, ma di ore, prima che si presenti davanti a Villa Orizzonte il camioncino inviato dall’Asl per iniziare il trasloco a Casamicciola. In una sede del tutto inappropriata e priva persino dell’essenziale per potersi trasformare, dalla sera alla mattina, in una casa minimamente accogliente e fruibile da parte delle dieci persone destinate ad abitarla. O meglio, condannate ad abitarla, visto che non si tratta di un cambiamento migliorativo rispetto alle loro condizioni di vita attuali e degli ultimi diciassette anni. Semmai, l’esatto contrario.

Da quando si era iniziato a ventilare lo spostamento in via Nizzola, erano subito venute fuori le prime, fondate obiezioni circa le caratteristiche non adeguate dell’ex albergo Stefania per allocarvi, con altri servizi, anche la Sir “Villa Orizzonte”. Obiezioni sulla conformazione della struttura e, quindi, non suscettibili di modifiche e adeguamenti in grado di soddisfare i bisogni degli eventuali (allora…) nuovi abitanti. Si era evidenziato, così, che la Sir non avrebbe avuto più un ingresso indipendente, ma avrebbe dovuto condividerlo con gli altri servizi e con il pubblico a loro destinato. Che le sarebbe stato assegnato solo un piano dell’edificio, composto – essendo un ex albergo – da stanze da letto, anche di dimensioni ridotte, e bagni, affacciati su un lungo corridoio, ma privo di saloni per svolgervi le attività quotidiane o per coltivarvi la vita sociale dei residenti, come invece hanno a disposizione a Barano. E giustamente era stata stigmatizzata la mancanza di spazi all’aperto, terrazzi o anche balconi sicuri (pare ce ne sia uno che non sarebbe neppure calpestabile in sicurezza) su cui passare qualche ora o affacciarsi a prendere una boccata d’aria, come è necessario con il nostro clima e non solo in piena estate. Tutte carenze gravi, che già da sole avrebbero dovuto convincere chi per l’Asl ha visionato e dato l’ok all’affitto della struttura, che mancava dei presupposti minimi per poter diventare l’alternativa a “Villa Orizzonte”.

Ma l’elenco di carenze e inadeguatezze non era ancora completo. Lo è diventato mano mano che si sono fatte visite e sopralluoghi più approfonditi, come negli ultimi giorni. Quando si è constatato che nel piano destinato alla Sir non c’è non solo alcun impianto di riscaldamento, ma neppure l’acqua calda nei servizi. Altro che dotazioni essenziali! Tanto meno vi è traccia di una parvenza di cucina, nè di cucinetta, nè di angolo cottura…nulla di nulla. in luogo della bella cucina di “Villa Orizzonte” che, negli anni, ha avuto un ruolo importantissimo di socializzazione e anche di riabilitazione per gli ospiti, coinvolti attivamente nella preparazione dei loro pasti quotidiani. Ma come si fa ad immaginare una casa senza che chi la abita abbia neppure la possibilità di riscaldarsi un po’ di latte, prendersi una camomilla in caso di necessità e prepararsi la colazione, per non parlare del pranzo e della cena?

Perdipiù, nessuno degli interventi promessi per “rinfrescare” e adeguare i locali sono stati realizzati, da parte dell’Asl. Che si appresta – anzi, si affretta – a trasferire là i residenti attuali di “Villa Orizzonte” in piena estate, senza riuscire a garantire loro i più elementari comfort. Quelli che fanno di quattro mura, pavimento e soffitto una casa decente e vivibile. Tanto più vivibile per persone che hanno esigenze particolari e che dovrebbero dunque ricevere attenzioni maggiori, non già essere penalizzate e private dell’essenziale.

Dovrebbe bastare e avanzare questo per convincere finalmente i vertici dell’Asl a ritornare su una decisione sbagliata e controproducente. Anche senza considerare che la struttura di Casamicciola non ha avuto e non sembra potrà avere, considerate le normative vigenti, il cambio di destinazione d’uso per trasformarsi da albergo in residenza sanitaria e sede di pubblici uffici, oltre a sorgere in una zona vincolata all’attività turistica. Aspetti che sono stati già messi in evidenza dai Sindaci nella loro lettera al direttore generale dell’Asl, Ferraro, per comunicargli la loro contrarietà al trasferimento di “Villa Orizzonte” e degli altri servizi nello stabile di via Nizzola.

Ma l’Asl non ha raccolto nè accolto inviti, sollecitazioni, richieste. Nè proteste, lamentele, critiche. Va avanti come se nulla fosse, verso non si sa quale meta, perseguendo obiettivi che non sembrano coincidere con quelli che i cittadini (che sono quelli che pagano il conto, come dimenticano a Monteruscello) intendono come prioritari e irrinunciabili. E a questo punto, s’impone una presa di posizione ancora più ferma, chiara e univoca da parte dei Sindaci dell’isola, nella loro qualità di primi tutori della salute pubblica, ma anche come interpreti degli interessi primari della comunità. Sono loro a dover fare argine alla disintegrazione dell’assistenza psichiatrica  e all’ulteriore ridimensionamento della sanità pubblica sulla nostra isola. Prima che sia troppo tardi.

 

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