Estate di fuoco al “Rizzoli”. Non che si tratti di una novità, questo no, ma quest’anno la sensazione è che la “febbre” sia più alta che in passato. E che i limiti strutturali e organizzativi dell’unico ospedale isolano siano ormai messi sempre più duramente alla prova. Condizione a cui non sono estranee le “innovazioni” architettate a Monteruscello, senza probabilmente valutarne appieno le ricadute pratiche in un contesto particolare come quello isolano. Con l’aggiunta dello choc turistico estivo, che al di là del mare, negli ultimi anni, hanno dimostrato di non tenere nella minima considerazione, sottovalutandone costantemente la portata e l’impatto. Che continua ad essere forte. Nel Pronto soccorso soprattutto, ma anche nei reparti. Tutti superaffollati in questa vigilia di Ferragosto. Quando, una volta, l’Asl mandava rinforzi per fronteggiare l’onda di piena. Una volta…
Pieno come un uovo. Dal piano terra in su. Con ampio ricorso alle barelle aggiunte nelle camerate o sistemate lungo i corridoi, perchè i posti letto, innanzitutto in Medicina, non bastano. E questa è una piaga che non costituisce più una condizione di eccezionalità, ma è diventata quasi normale, inverno compreso. Piaga che in questi giorni è particolarmente evidente, tra i nuovi ricoverati isolani e forestieri. Che sono presenti anch’essi in buon numero e portano risorse preziose nelle casse dell’Azienda sanitaria, peraltro senza alcun beneficio diretto, neppure minimo, per il “Rizzoli”. Naturalmente, l’utilizzo obbligato delle barelle è fonte di notevoli disagi per i pazienti che lo subiscono e di problemi per gli stessi operatori. Ma tant’è, Ischia pare condannata a doversi accontentare di queste misure provvisorie, da ospedale inadeguato e ultraperiferico, quale è catalogato il nosocomio isolano. Adesso più che mai Cenerentola di un’Asl con il baricentro saldamente piazzato nell’hinterland napoletano.
Quest’anno, poi, ci sono anche gli indubbi disagi causati dai lavori in corso nel reparto di Pediatria, in piena ristrutturazione. I lavori procedono e si fermeranno probabilmente solo per un week-end lungo in occasione del Ferragosto, per poi ricominciare la prossima settimana. E di settimane ce ne vorranno ancora un po’, prima di arrivare alla conclusione e alla riconsegna dei locali alle attività del reparto.
Se i reparti di degenza sono oltre la loro normale capienza, non ci vuole molto ad immaginare quanto lavoro stia macinando il Pronto soccorso, che in alcuni momenti risulta letteralmente preso d’assalto dall’utenza. E a provarlo ci sono le centinaia di referti giornalieri sfornati negli ultimi giorni dal reparto di emergenza, con picchi insoliti anche rispetto ai casi registrati in questo stesso periodo negli anni passati. In particolare, agli anni precedenti la chiusura dal Psaut. Un altro capolavoro “firmato” dalla gestione Ferraro, che ha ingolfato il Pronto soccorso dell’ospedale, confermando in pieno tutte le preoccupazioni, le previsioni e le discussioni che avevano preceduto l’entrata in vigore del contestato provvedimento che ha fatto piazza pulita di tutti gli Psaut della Na2Nord. Provvedimento che è stato annullato dal Consiglio di Stato, ma che continua ad essere tuttora operativo, perchè i servizi smantellati difficilmente vengono ripristinati, e a produrre i suoi effetti perversi.
Solo una dirigenza dell’Asl lontana anni luce dalla realtà del “Rizzoli” e della sanità sull’isola (soprattutto nella sua particolare versione estiva) poteva decidere l’abolizione di un filtro essenziale come il Psaut. D’altra parte, non erano dei pazzi spendaccioni quelli che lo avevano istituito come un servizio pilota nell’allora Asl Na2, proprio valutando le esigenze particolari dell’isola. Quelle che adesso valgono meno di zero tra Monteruscello e Frattamaggiore, dove si decidono a tavolino le grandi “riorganizzazioni” e i tagli impietosi e illogici dei servizi alla cittadinanza.
Grazie alla lungimiranza dei vertici Asl, adesso arrivano in massa al “porto Rizzoli” tutti gli utenti che prima si rivolgevano al Psaut e lì trovavano spesso una soluzione ai loro problemi, senza doversi recare per forza in via Fundera. Dove adesso ci si deve occupare anche di medicare qualche ferita da spiaggia, di dover disostruire orecchi otturati, di curare i postumi ordinari di incontri con meduse e insetti. Tanti casi che, in un sistema davvero organizzato, non dovrebbero mai arrivare a Lacco Ameno, lasciando spazio e attenzioni ai casi più seri e gravi. Tra l’altro, questa quantità di utenti è anche molto difficile da gestire con una sala d’aspetto micro, dove le file si allungano a dismisura, per i tempi di attesa lunghi se non lunghissimi che sono, in parte, un’altra conseguenza perversa della pessima riorganizzazione del personale dirottato dal Psaut al “Rizzoli”. E si moltiplicano, dunque, le tensioni, i battibecchi, le polemiche che hanno sempre accompagnato l’affollamento estivo (e ne fu protagonista perfino Ferraro, nell’estate successiva al suo insediamento) davanti al Pronto Soccorso. Vero nervo scoperto dell’ospedale e della sanità isolana. Un altro “successo” dell’attuale governo aziendale. Da applausi.