Forse l’anno sabbatico ci voleva. A posteriori, appena ammirata l’edizione numero 34 del corteo storico di Sant’Alesssandro in tutta la sua imponenza e magnificenza, lo stop dell’anno scorso è stato veramente il prodromo di un grande ritorno. Che non ha deluso le aspettative - alte - che si erano create intorno a questa ripresa di una manifestazione che ha dimostrato stasera di essere entrata nel cuore della gente. E non solo perchè c’è stata davvero una folla enorme a fare da ali al corteo lungo tutto il suo percorso dal Castello a Sant’Alessandro, ma anche per l’interesse e l’affetto con cui tantissimi ischitani di ogni età l’hanno seguita e applaudita con entusiasmo. E perfino con orgoglio nei confronti dei tanti turisti che hanno seguito la rievocazione di ventinove secoli di storia isolana. Una storia di personaggi, di costumi e di tradizioni che è l’elemento distintivo indelebile e intangibile di un’isola che per tanti aspetti si è omologata ormai, e spesso non in positivo, ad altri territori.
Quattrocento figuranti, più che nelle altre edizioni. Quasi tre quarti d’ora per vederli sfilare tutti. Con carrozze e cavalli, anche quelli sempre più numerosi e spettacolari. E compresi anche gli spettacoli degli sbandieratori di CAVA DEI TIRRENI e di POPOLI, che ha proposto quest’ultima anche un complesso movimento tra alabardieri, senza trascurare le piacevoli coreografie del BALLETTO DI BARBARA RUMORE, in apertura del “quadro” dedicato alle nozze di Vittoria Colonna e Ferrante d’Avalos, e delle danzatrici del ventre di MARINO, che hanno ricordato il trionfo di Marcantonio Colonna, vincitore della battaglia di Lepanto. E che dire della degli ospiti scozzesi di NORMAN FIDESS, che con le loro “bagpipes” si sono perfettamente inseriti nel corteo, peraltro ricco di presenze “straniere”, perchè quella dell’isola è una storia di dominazioni e contaminazioni, di scambi continui e di ogni tipo fin dalla colonizzazione dei greci di Eubea nell’VIII secolo a.C. Perciò tutti i gruppi ospiti hanno trovato una collocazione perfetta nel corteo, con le loro storie e i loro costumi. D’altra parte, i gemellaggi realizzati negli anni dalla Pro-Sant’Alessandro sono stati sempre mirati a valorizzare elementi comuni con le località prescelte. A cominciare da Marino, città natale di Vittoria Colonna, che non può mancare dalla sezione dedicata alla marchesa di Pescara, città vicino alla quale si trova Popoli…
Con l’introduzione del Trecento, attraverso la rievocazione della visita di re Roberto d’Angiò e della regina Sancia e della novella del Decamerone ambientata a Ischia da Boccaccio, che probabilmente visitò la nostra isola durante la sua lunga permanenza a Napoli, si è valorizzata e ricordata anche l’Ischia angioina di cui restano testimonianze artistiche straordinarie sul Castello. Si è così colmato un vuoto, fino ad offrire un quadro completo di tutti i periodi e i personaggi storici salienti della storia ischitana. E sentire dei bambini che nel vedere i nomi dei personaggi sui cartelli aggiungevano le notizie apprese a scuola, dà il senso di quanto l’operazione rievocativa abbia un valore al di là della spettacolarità indubbia della manifestazione. Che punta anche a far conoscere meglio l’isola e il suo immenso patrimonio storico-culturale sia agli ischitani che ai forestieri.
Punto di forza del corteo di Sant’Alessandro, nato come SAGRA DEL COSTUME ISCHITANO, è stata sempre la grande cura nella ricostruzione dei costumi delle varie epoche. Compresi quelli tradizionali del popolo d’Ischia, realizzati con tessuti e ricami antichi. E quest’anno non ha fatto eccezione. Di grande valore tutti i costumi presentati, a cominciare dalle novità (perchè la festa del 26 propone sempre costumi nuovi): gli abiti del Trecento, quello delizioso di Lady Hamilton creato dalla sarta “storica” della Festa, SISINA MASTURZO, quello bordato di pelliccia del conte Andrè Razoumowski, l’ambasciatore russo ospite di re Ferdinando nella casina reale di Villa Bagni. Anche dl punto di vista della bellezza, della varietà e dell’accuratezza dei costumi è stata una edizione rimarchevole.
Un ritorno in grande spolvero. Che rappresenta anche una responsabilità per gli anni a venire. Perchè la Sant’Alessandro è ormai una manifestazione di punta per Ischia. Su cui bisognerebbe puntare di più, da parte delle stesse istituzioni ma complessivamente del “sistema Ischia” (ammesso che esista) come attrazione turistica di qualità. C’è un anno per rifletterci seriamente. Vediamo di non farlo trascorrere inutilmente, secondo una consolidata “regola” ischitana…