Dietro le quinte del corteo storico di Sant’Alessandro, una sfida che si rinnova ogni anno

IMG_1088Il sole è ancora alto nel cielo quando comincia, discreto ma costante, il viavai lungo l’antica strada di pietra. E’ così tutti i pomeriggi, già da qualche settimana. Arrivati al bivio dove le frecce indicano le due direzioni principali da prendere, verso la spiaggia o verso la chiesa, quasi tutti procedono oltre, camminando per qualche altra decina di metri verso una destinazione che non è segnalata da nessuna parte. E che però tutti conoscono. Chi perchè l’aveva già  frequentata negli anni passati, chi perchè è accompagnato da amici che fanno volentieri da guide. Una stretta scala a chiocciola e ci si trova davanti ad un cartello con poche, scarne indicazioni. La prima delle quali invita a restare fuori in attesa di essere chiamati. Non è un gran sacrificio, d’altra parte. Sullo sfondo, tra gli alberi, si apre uno dei panorami più incantevoli che l’isola ha da offrire, cielo e mare che si vestono poco a poco dei colori vividi del tramonto. E dietro la persiana verde è come entrare in un altro mondo. La sartoria di un grande teatro o, lavorando di fantasia, un rifugio di corsari, stipato di ogni genere di mercanzia. In realtà, è l’atelier di Sant’Alessandro. Il “nido” dove nasce e cresce il sontuoso corteo storico del 26 agosto.

IMG_1082Pensando all’imponente sfilata in costume, si fa fatica a credere che tutto abbia origine in questo stanzone rustico foderato da armadi. Che funge da deposito, camerino, sala prove e sartoria. In questi giorni di intensa attività, con l’approssimarsi della data fatidica, è come una catena di montaggio. Dove prendono forma, uno dopo l’altro, tutti i personaggi del corteo. I grandi della storia, principi e principesse con i loro costumi preziosi ed elaborati, cortigiani ed armigeri, cavalieri e dame, popolani nei costumi tipici, ma anche gli antichi coloni greci fondatori di Pithecusa. Una varietà stupefacente di stili e fogge, che spazia dall’Età del Ferro al periodo borbonico, ventisette secoli di storia del costume concentrati in pochi metri quadri. Da perdercisi.

E invece, incredibilmente, c’è chi si muove ormai con estrema disinvoltura in mezzo in quel mare magnum. Dove non solo bisogna mettere insieme tutti i pezzi giusti di ogni singolo costume, dai vari componenti dell’abito (quelli che si vedono e quelli che non si debbono vedere) alle calzature, dalle acconciature dei capelli ai copricapi, dai gioielli agli accessori più diversi, che identificano ruoli e funzioni dei vari personaggi e sono parte integrante e fondamentale delle scenografie delle vari epoche e contesti ricostruiti nel corteo. Ma c’è anche da abbinare ogni costume alla persona che, per un pomeriggio e una sera, dovrà dargli vita, indossandolo e interpretandolo lungo le strade di Ischia.

IMG_1084Donne e uomini di tutte le età. E tanti bambini e ragazzi. Ognuno si presenta all’orario stabilito, magari ancora in costume da bagno o quasi e il ristretto ma esperto gruppo di addetti deve trovare l’abito giusto. Per un estraneo sembra impossibile anche soltanto che ci si possa ricordare di tutto il materiale collocato in ogni angolo della stanza, ma loro vanno a memoria e per ogni aspirante figurante trovano a occhio la soluzione giusta. E anche le scarpe giuste tra centinaia di paia dei più diversi colori e forme, che è una vera impresa. Individuato l’abito, c’è la prova, l’unica, che spesso evidenzia la necessità di qualche adattamento, a cui si provvede subito, quando si tratta di piccole modifiche. O, altrimenti, si rinvia di qualche giorno la consegna e il capo passa alle “cure” delle sarte, che stanno dietro le quinte, ma sono dall’origine il motore del corteo.

IMG_1083Anche quest’anno hanno lavorato sodo, le sarte di Sant’Alessandro. Anzi, si può dire che sul fronte sartoria la Festa non si è mai interrotta, neppure l’anno scorso. Perchè quando fu annunciata la “pausa” dell’edizione 2013, già erano programmati i nuovi costumi da realizzare. Impegnativi e complessi. Ma ormai il meccanismo è consolidato da trent’anni: si sceglie il personaggio dalla storia ischitana e poi si passa allo studio del costume ispirandosi a stampe o dipinti d’epoca. Poi, c’è l’acquisto di stoffe, passamanerie,  accessori. E a quel punto entrano in azione le esperte costumiste dell’associazione, che continuano a creare abiti sempre nuovi e complessi. Anche stavolta non si sono risparmiate. A cominciare dalla veterana del gruppo, Sisina Masturzo, una vera istituzione della Festa, che quest’anno ha cucito l’abito di Lady Hamilton, che sfilerà al braccio dell’ammiraglio Nelson. Si annuncia come uno dei pezzi forti dell’edizione 2014. Che si è arricchita di altri costumi nuovi e di pregio: per il re Roberto d’Angiò e la regina Sancha, per Beatrice d’Aragona e il conte Razumovskji.  Dal ’300 al Rinascimento, dal ’700 all’800. L’essenza dell’originalità del corteo ischi+tano.

IMG_1087Tanti i costumi già distribuiti, altri che restano da assegnare nei prossimi giorni. Non si ferma il corteo di volontari, figuranti che arrivano dal borgo e dai dintorni e da ogni parte dell’isola. Intere famiglie, gruppi di amici, singoli appassionati, che seguono la manifestazione da anni, prima da spettatori e poi da protagonisti, che ci tengono a partecipare. Per loro, alla fine, si tratta dell’impegno – piacevole nonostante la strada da fare - di un pomeriggio. Per chi lavora all’organizzazione della Festa di Sant’Alessandro, invece, di una sfida sempre  piena di incognite, di un lavoro che va avanti per mesi e che nelle ultime settimane diventa a tempo pieno, di una  faticata affrontata con forze tutto sommato esigue. Il prezzo della magia del 26 agosto che si rinnova.

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