Da festa del borgo a festa comunale, Sant’Alessandro ha fatto tredici!

PIETRO FERRANDINO

DSC03724Con quella di giovedì scorso la festa di Sant’Alessandro ha fatto tredici! Nessuna vincita miliardaria, purtroppo, ma solo la semplice soddisfazione per la locale Pro Loco di avere centrato la tredicesima edizione di una manifestazione in continua crescita.

Per il terzo anno consecutivo la sfilata in costume d’epoca ha abbandonato i confini del borgo in cui essa è nata, per attraversare l’arteria principale del passeggio cittadino, che si snoda dal Castello Aragonese, attraverso la Mandra, verso il Corso V. Colonna e Via Roma per ritornare al luogo d’origine.

Proprio sulla piazzuola della antichissima “Chiesiella” il folto gruppo di “attori” – come si è detto forestieri abituali frequentatori di Sant’Alessandro e gente del posto – si è sciolto, complice anche l’afa insopportabile che ha reso faticosissima la marcia trionfale per le vie del centro.

Luogo simbolico, la “Chiesiella”: cappella votiva fatta erigere nel 13° secolo dai nobili Di Manzo di origine normanna, i cui discendenti – sparsi tra Ischia, Roma e Napoli – possiedono ancora oggi l’antico edifizio dalla caratteristica cupola “a sella d’asino”. Attorno ad esso si sviluppò – sempre nel lontano Medio Evo – un monastero che divenne il nucleo abitativo del piccolo borgo al quale la cappella stessa dei Di Manzo, intitolata al Papa martire Alessandro, diede il nome.

Del vecchio originale spirito “santalessandrino” oggi resta ben poco: gli indimenticabili personaggi di un mondo pittoresco ed autentico, nella sua umanità schiettamente ischitana, oggi non sono più. Gli anni passano portandosi via gli anziani, che se ne vanno in punta di piedi e quello che ieri era, oggi non è più, e mai più sarà…

Resta però il presente ed il futuro ricco di prospettive culturali e commerciali. Il dottor Francesco Napoleone, che ha tirato le fila dell’organizzazione con estrema abilità centrando ancora l’obiettivo prefissato, ribadisce gli obiettivi della manifestazione: “Recupero e rivalutazione delle antiche tradizioni ischitane, attraverso costumi, danze, oggetti dell’artigianato. Messaggio pubblicitario diretto alla comunità isolana, ad imprenditori, ad enti, ad amministratori, con lo scopo di ridare vigore ad un tipo di turismo qualitativamente migliore. Offrire una migliore immagine dell’isola anche attraverso scambi di carattere culturale con altre località italiane e straniere”.

Per questo motivi, la Sant’Alessandro non si è limitata alla sfilata: la sera del 25 agosto riuscitissima serata nella Pineta “Nenzi Bozzi” con l’esecuzione di danze tirolesi da parte dei gruppi folcloristici della Val Gardena, di Ortisei e Lajon. E’ stato uno spettacolo che ha entusiasmato il folto pubblico presente, prodigo di applausi nei confronti degli ospiti settentrionali.

Il gruppo di 41 persone proveniente dal Tirolo ha potuto contare sulla disponibilità degli imprenditori isolani: la Libera Navigazione Lauro ha offerto il viaggio andata-ritorno via mare, i giardini termali “Negombo” e “Castiglione” una giornata presso i loro stabilimenti, mentre i “Giardini Poseidon” hanno elargito solo la visita dei loro monumentali impianti.

Un gruppo di alberghi ha offerto vitto e alloggio. Ecco i nomi suddivisi per comune di appartenenza. Lacco Ameno: “Hotel Grazia”, “Hotel Villa Angelica”. Casamicciola: “Hotel Gemma”, “Hotel Pepe Moreno”, “Hotel Stefania”, “Hotel Candia”, “Hotel Gran Paradiso”. Ischia Porto: “Hotel President”, “Hotel Jolly”, “Hotel Floridiana”, “Hotel Hermitage”, “Hotel Pineta”, “Hotel Imperial”, “Hotel Parco Edera”.

A parte i benemeriti sopracitati, la Pro Loco santalessandrina ringrazia il ristorante “Il Cantinone” di Fiaiano per la disponibilità dimostrata in occasione della cena di commiato con i gruppi tirolesi e la società di navigazione Caremar – nella persona della signora Rosaria Tufano – che ha offerto il viaggio di ritorno agli sbandieratori di Cava dei Tirreni.

Come si può intuire, la dimensione raggiunta dalle festa del 26 agosto ne fa un avvenimento di risonanza isolana ed extra-isolana al punto tale da modificarne radicalmente l’identità, inizialmente prettamente familiare.

In conclusione, ecco i protagonisti che nel piccolo borgo hanno “fatto” la festa vera e propria. Il gruppo di turisti napoletani e romani ha svolto i lavori manuali veri e propri: bandierine, palco e palchetti, frasche e messa in deposito per l’anno prossimo.

Antonio Wurzburger ha guidato il manipolo “familiare” e con Achille Granizio e zè Peppe Rossetti. Ai martelli e ai chiodi Pasquale Auletta e il romano Sandro Canullo. Supervisione, mastro Giovanni Masturzo. L’”intellighenzia” organizzativa era costituita dai soliti Renato Troie, i fratelli Gilberto e Rita Buono, Renato Rivieccio e Alfredo Cioffi, il romano Oreste Pomponi ha presentato anche quest’anno le due serate.

I dottori, guidati da una sempre sfavillante Paola Cogliolo – cittadina santalessandrina a tutti gli effetti – erano rappresentati dal dottor Ruggiero Nigro e dal dottor Pasquale Russo. Man forte hanno dato ovviamente le gentili consorti della schiera di villeggianti santalessandrini, capitanata da una sempre dinamica Lina Cioffi. Uè che tarantella che ha allestito con i ragazzini del borgo. Sempre meglio di anno in anno. Ormai è tradizione…

E infine lei, la vera regina della Sant’Alessandro: Sisina Masturzo. Le centinaia di costumi che sfilano ogni anno per Ischia sono tutti opera sua! Ricavati dalle antiche stampe, essi prendono vita grazie all’opera della buona Sisina che preferisce operare nell’ombra, ma noi dobbiamo dare a Cesare quello che è di Cesare, quindi un applauso se lo merita.

E ora basta per quest’anno…Gli anni passano e Sant’Alessandro – quella autentica – muore un po’ alla volta. Ne rinasce un’atra, ogni estate. Solo il ricordo ci rimane e speriamo che la forza della memoria possa salvare ciò che c’è da salvare.

Intanto chiudiamo con un grande personaggio del borgo santalessandrino: Gennaro Ferrandino. Gran fantasista e infaticabile denunciatore, Gennaro (che gli amici simpaticamente hanno denominato “Scintillone”, a causa delle scintille che produce…) mi ha dichiarato: “Ma che festa è, questa festa? Un baccano fino a notte fonda che mi sono dovuto prendere un sonnifero per dormire. Agli amici di Sant’Alessandro devo dire che l’anno prossimo ci vado io in galleria a Napoli a prendere un paio di artisti buoni che facciano meno casino e più spettacolo di qualità…”.

Allegro, Gennà…che è passato pure quest’anno. Che ne diresti di festeggiare con un bel…bicchierozzo di quello buono?

(Pubblicato su “Il Golfo” il 31 agosto 1993)

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