Gli “esercizi” di Ciro Cenatiempo, un viaggio di libertà tra parole e significati

copertinaCAROTENULTINAIl viaggio era cominciato all’inizio dell’estate, in un teatro caldo di amicizia pronta a farsi sorprendere. Di porto in porto è proseguito, prima a Napoli, poi di nuovo a Ischia, presto a Procida per la Sagra del Mare. E poi a Pozzuoli, in Sicilia, ma anche lontano dall’onda, in Emilia e ancora più su verso il confine, in Piemonte. Tappe di un itinerario che si va ancora componendo, suggerito “da rapporti di stima con amici, club, festival, creati negli anni”. Giornalista di lungo corso, Ciro Cenatiempo, sta condividendo in giro per l’Italia la sua golosa ricerca di scrittura appena pubblicata da “Ad Est dell’Equatore”, “Esercizi di scomposizione della risacca e altre marine”. Niente di scontato, già ascoltato, prevedibile. Neppure conoscendo i libri precedenti dell’autore e il suo stile, anche se la matrice comune non è mai tradita. Forse perchè questo lavoro fresco di stampa è cresciuto parallelamente a tutti gli altri, sintesi di testi nati in momenti diversi, nell’arco di un trentennio. “Un libro di nicchia – lo definisce Cenatiempo – a strati, per i tanti stili e livelli di lettura, per i codici linguistici complessi”.

Un “librinto, libro e labirinto”. Ma anche un laboratorio, sempre vivo, attivo, in evoluzione di una “ricerca di cui mi sono sempre occupato oltre il linguaggio della poesia canonica, scolastica e accademica. Da quando avevo diciassette anni e cominciavo a frequentare le avanguardie: Perec, Queneau, post dada, post futuristi, i grandissimi conoscitori del linguaggio potenziale”, Senza trascurare negli anni dell’università e dopo la conoscenza e l’approfondimento degli autori  classici, dei grandi della letteratura. Un distillato di sapere  trasfuso in un esercizio di totale libertà espressiva, perchè “capite le loro regole, ho deciso che non c’era nessuna regola da rispettare”. Massima libertà compositiva, dunque, creativa, poetica, “scardinando la comunicazione abitudinaria, d’uso, protesica, artificiale. Esaltando l’artificio esalto l’acustica caudale delle parole”.  Attenzione estrema alle parole, come all’estetica delle loro assonanze e dissonanze.  “Appear – disappear, come la risacca. Il libro è leggeratura, la necessità di sospendere i corpuscoli del moto ondoso”. Originale, nuovo, sorprendente, a tratti spiazzante. Leggero nel senso di essere totalmente godibile, per le immagini, le emozioni e le evocazioni incontrate e distillate nell’incontro con persone e luoghi vicini, familiari, dell’isola, o conosciuti per la prima volta, di mare e di terra, di altre isole e della terraferma. Perchè ogni testo è nato lì dove poi è stato scritto. “Visioni impressionistiche”, le chiama. Trasformate in parole nell’ immediatezza, ma senza rinunciare alla complessità e alla profondità che suscitano la riflessione, il pensiero, interrogativi e magari qualche risposta.

Una scrittura di piacere e di necessità. “La mia necessità – spiega Cenatiempo – di rompere gli schemi del quotidiano con parole nuove. Della nostra comunicazione quotidiana d’altra parte non è rimasto nulla, lo dicevo già nell’82″. Sarà per questo che, andando a rileggere di recente quegli scritti, ha constatato che “non c’è stato bisogno di cambiare quasi nulla, ho trovato coerenza tra i pezzi anche a distanza di tanti anni. Ho dovuto solo di scremare gli altri testi da cui non emergeva il rapporto con la linea di confine. Sono mondi, le linee di confine”. Ma anche, dopo aver tenuto quegli scritti nel cassetto in tutti questi anni, la necessità di pubblicarli: “Mia moglie adorava queste cose, così ho pensato di raccoglierli, per pubblicarli e dedicarli a lei”.

Per il “librinto” non avrebbe senso una presentazione canonica. E infatti ne è stata proposta una lettura teatralizzata. Che dopo il primo esperimento si è andata sempre più caratterizzando come una vera performance teatrale, che si nutre di volta in volta del rapporto diretto con pubblici diversi. E che viene adattata ai diversi contesti in cui viene proposta. “Di volta in volta cambiamo i testi, investiamo sull’effetto a sorpresa. E si è stabilito un forte feeling con gli attori, soprattutto con Milena Cassano e Leonardo Bilardi, ma anche con Marina Ascione. Si sono appropriati del testo e per loro si tratta di una prova da attori”.

Anche così gli scritti usciti dal cassetto – che rappresentano “il mio modo più vero e personale di scrivere, che mi appartiene”, dice l’autore - possono meglio rispondere alla sua esigenza, nuova, “di uscire fuori, per fare un discorso kantianamente pubblico. Non più reading alternativi, riviste e antologie di nicchia, luoghi per pochi intimi”. Occasioni d’incontro e di comunicazione. Per esplorare insieme uno spazio di libertà. Mentre il viaggio continua…

 

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