Nel corso dell’estate sono state avvistate lungo gran parte degli 8mila chilometri di coste italiane, dal Nord al Sud, dal Mar Ligure all’Adriatico, con una notevole concentrazione delle segnalazioni tra Puglia, Calabria e Sicilia. In Veneto ne è stata identificata addirittura una specie finora sconosciuta. L’unico tratto di costa italiana che era rimasto quasi privo di segnalazioni ufficiali della presenza di meduse era stato quello della Campania. Con l’eccezione, negli ultimi giorni, di avvistamenti nella zona di Pozzuoli di esemplari di una delle specie meno pericolose e più diffuse nel Mediterraneo, il RHIZOSTOMA PULMO. La stessa specie a cui potrebbero appartenere le numerose meduse che stamattina presto hanno fatto la loro comparsa anche sul litorale ischitano, nel tratto tra la Spiaggia della Siena e la Spiaggia dei Pescatori alla Mandra. Una “prima” assoluta per quest’anno e non solo, visto che le visite delle meduse sono abbastanza sporadiche nel nostro mare. Specialmente di esemplari di grosse dimensioni, come quello che è stato “catturato” al Muro Rotto, insieme a vari altri più piccoli, in parte già spiaggiati.
“Ci sono le meduse!!!”. Il passaparola è stato più veloce del solito, un’informazione in tempo reale estesa, fin dalla prima mattinata a tutti coloro che man mano mettevano piede sull’arenile. Non solo una voce, visto che a suffragarla c’erano già alcuni esemplari arenati sulla battigia, mentre sul pelo dell’acqua, peraltro piuttosto mossa e a tratti anche torbida, gli occhi attenti identificavano altre “presenze” gelatinose, che consigliavano di non immergersi, soprattutto i bambini. Che, in compenso, hanno preso il fuoriprogramma come un gioco, subito incuriositi da quella novità, che nel frattempo aveva preso la forma delle strane “palle” gelatinose e trasparenti, piccole e grandi, pescate con i retini dalla riva, con l’illusione di liberare il mare dal “pericolo” che mandava all’aria il bagno domenicale. E il “morso” ricevuto da una bagnante della prima ora faceva il giro della spiaggia in un attimo, insieme alle rigide raccomandazioni ai più piccoli di non mettere neppure l’alluce in mare, per evitare guai seri.
Un allarme vissuto come al solito con apprensione e qualche esagerazione dagli adulti e, invece, con grande allegria dai bambini, mobilitati negli avvistamenti a mare e sulla riva. Finchè sono durati, perchè già poche ore dopo i primi ritrovamenti, le meduse è sembrato fossero improvvisamente scomparse. Realtà o illusione? Lo si vedrà nel corso della giornata e anche nei prossimi giorni.
Certo è che altrove, lungo le coste della Penisola e delle isole, questa si è già caratterizzata come un’annata di meduse. Con tanto di anticipazione ai primi di giugno dei ricercatori che studiano il fenomeno, a quanto pare in netto incremento da alcuni anni nel Mediterraneo. Secondo gli esperti, la proliferazione di meduse sarebbe da attribuire in generale all’aumento della temperatura del mare e al contempo alla progressiva riduzione delle popolazioni delle specie ittiche predatrici naturali delle meduse. Che entrano anche nella catena alimentare dei cetacei, anch’essi in diminuzione quasi ovunque nel Mediterraneo. E magari si potrebbe pensare che, invece, la presenza stabile di cetacei nel santuario del Canyon di Cuma e nelle nostre acque ci abbia finora preservato dalle vere e proprie invasioni di meduse segnalate in queste settimane in tante altre zone costiere italiane…
Ad occhio, gli esemplari pescati stamattina sembravano appartenere alla specie del “Polmone di mare” – il Rhizostoma pulmo - chiamato volgarmente così a causa del movimento pulsante con cui l’animale si muove nell’acqua. Si tratta della medusa più grande del Mediterraneo, che può raggiungere anche i 50-60 centimetri di diametro e i 10 chili di peso. Ma è anche una delle specie meno pericolose e meno urticanti. Anche le irritazioni provocate dal contatto con i tentacoli di soggetti particolarmente sensibili scompaiono da sole entro pochi giorni. Ma sarà meglio portarsi in spiaggia bicarbonato, ammoniaca o anche aceto per intervenire in caso di contatto.