GIANFRANCO MARELLI
Sono costretto a scrivere questa lettera aperta, dopo aver ripetutamente scritto al sindaco d’Ischia, Giosi Ferrandino, e al Comando dei vigili del comune, al fine di inoltrare la richiesta di un parcheggio per disabili riservato in prossimità della mia abitazione sita in via Leonardo Mazzella, a causa delle mie precarie condizioni congenite di deambulazione che con l’avanzare dell’età si sono ulteriormente aggravate.
Inutile sottolineare che MAI ottenni risposta alla mia lettera del 3 maggio 2013: l’attenzione e la sensibilità non appartiene a chi presiede l’attuale amministrazione comunale non avendo neppure il tempo di far rispondere (come normativa prevede) a qualche suo scrivano; così come non ho potuto mai avere il piacere di incontrarlo né di incontrare il comandante dei vigili d’Ischia, nonostante le reiterate telefonate in comune: si sa dietro la definizione, politicamente corretta, di “disabile” si nasconde un handicappato che il più delle volte suscita pietà, commiserazione e sufficienza, ma a volte [e non oso pensare che questo sia il caso] suscita disagio e preoccupazione in quanto – al pari di uno specchio – riflette il proprio handicap mentale, pardon, la propria disabilità amministrativa di sé stessi. Figuriamoci di un’intera comunità.
Fin qui, cose di ordinaria amministrazione per un comune che affoga le strade di “strisce blu”, cancella i parcheggi per disabili al fine di ampliare i posti per i taxisti, non controlla che le poche “discese a mare” per chi costretto a muoversi in carrozzina non siano quasi costantemente ostruite da autovetture e via elencando, al punto che i grani di un simile rosario sarebbero infiniti, tanto che la preghiera diverrebbe immediatamente noiosa, soporifera, ma soprattutto incresciosa per lo stato di inciviltà che accomuna amministratori e amministrati nel non rispettare e far rispettare ciò che un tempo si chiamava la CREANZA, il RISPETTO, le BUONE MANIERE.
Ma a tutto vi è un limite! Poche settimane fa, scendendo a piedi dalla via in cui abito [confesso la colpa di abitare in una via onorata nel disporre di “strisce blu” per sosta a pagamento] ho scoperto che ben distante dalla mia abitazione avevano dipinto di giallo le strisce blu di ben due posti auto per riservarli al parcheggio disabili, sebbene nessun cartello con relativo logo ne segnalava la specificità. Ammetto che mi è venuto un colpo. Ma come: non solo la mia richiesta è stata bellamente ignorata; non solo i due posti riservati ai disabili sull’intera via Leonardo Mazzella sono distanti dalla Clinica San Giovan Giuseppe che grava duecento metri più in basso, ma quando mia moglie ha telefonato al comando dei vigili per chiedere spiegazione della scelta di posizionare due stralli per il parcheggio disabili davanti all’hotel Atlantic, l’attendente preposto prima ha negato che potesse esistere un parcheggio per disabili in via Leonardo Mazzella in quanto nessuna delibera comunale era stata all’uopo approvata, poi su insistenza di una prova fotografica che attestasse il fatto, è stato risposto a mia moglie che l’avrebbero richiamata dopo essersi accertato dell’accaduto.
Risparmio per pietà la risposta abborracciata ottenuta da mia moglie: basti sottolineare che Samuel Beckett e il suo teatro dell’assurdo sono ben poca cosa di fronte alle “giustificazioni” avanzate per cercare di spiegare perché, quando e chi ha deciso di dipingere di giallo le strisce blu. Sennonché, pur amante della pièce come genere comico, preferisco assisterla a teatro e non ascoltarla per telefono da un impacciato e imbarazzato vigile del comune d’Ischia.
Così, questa volta, invece di scrivere al sindaco e al comandante dei vigili del comune d’Ischia ho preferito scrivere a TUTTI e non più a NESSUNO [sebbene Polifemo mi si addica, più di quanto Ulisse possa a Giosi Ferrandino] per comprendere con quale criterio si è deciso di non rispondere ad una richiesta di uno dei tanti abitanti del comune affetto da disabilità motoria e pertanto bisognoso di un parcheggio riservato presso la sua abitazione; con quale criterio si è voluto riservare ben due posti di parcheggio per disabili non in prossimità della clinica San Giovan Giuseppe, ma adiacente all’hotel Atlantic [sic!]; con quale criterio si è creduto di poter aggiungere alla beffa il danno nei confronti di chi non si è mai sentito “cornuto” e in quanto a “mazziate” le ha sempre generosamente date, sebbene sia consapevole della necessità di esser parchi visto l’alto numero dei bisognosi.