All’ultimo tocco si sta ancora provvedendo. Con pazienza, si stanno eliminando gli strati di pittura che, nel tempo, erano stati sovrapposti alla pietra, coprendo del tutto la bella cornice di piperno intorno al portone d’ingresso. Un elemento caratteristico degli antichi palazzi ischitani che era stato cancellato dalle mode successive e che, fortunatamente si va pian piano recuperando nei restauri più recenti. Come quest’ultimo, quasi terminato in via Pontano, che ha restituito all’originario splendore il Palazzo Tirabella. Un edificio importante e imponente che chiude verso il mare, praticamente lì dove inizia la zona della Mandra, la sequenza dei palazzi settecenteschi che impreziosirono il Borgo di Celsa quando anche le residenze non di villeggiatura delle famiglie nobili che dimoravano sul Castello cominciarono ad essere trasferite sull’Insula Maior, dove la Città ormai si andava espandendo.
Tra tanti interventi discutibili che si osservano in giro per Ischia, in occasione del restyling degli edifici più antichi, quello di via Pontano rappresenta, invece, l’esempio di un vero restauro, rispettoso della struttura e delle sue caratteristiche, curato nei particolari e nella scelta dei materiali e dei colori. Nessun eccesso, nessuna pacchianata, nessuna manomissione. Cose che non andrebbero neppure rimarcate, perchè questa dovrebbe essere la normalità. Ma siccome così non è e purenel centro storico in questi anni se ne sono davvero viste di tutti i colori (anche in senso letterale), vale la pena di sottolineare le eccezioni positive, che si spera diventino la regola.
D’altronde, la migliore promozione ai restauri ben fatti la fanno proprio i precedenti positivi. Tra i quali rientra ora a pieno diritto Palazzo Tirabella. Un edificio storico pregevole, che con la sua presenza ed estetica valorizza via Pontano, anticipando lo scenario offerto pochi metri più sopra dalle costruzioni di via Seminario e del tratto di via Luigi Mazzella che arriva fino all’antica Porta del Martello (collocata un tempo dov’è la strettoia della chiesa dello Spirito Santo) corrispondente alla porzione del borgo sviluppatasi nel Settecento. Un’impronta urbanistica ed estetica che connota Ischia e la sua identità e che è auspicabile non venga tradita e snaturata dalle nuove opere in corso di realizzazione.