Basta un “dettaglio”, a volte, a fare la differenza. E a Ischia, spesso, ci perdiamo proprio in quelli, esponendoci a critiche sacrosante da parte dei nostri ospiti forestieri, che patiscono gli effetti negativi di alcune “dimenticanze” capaci, appunto, di fare la differenza. Come i malcapitati passeggeri di bus, o aspiranti tali, che si ritrovano a mettere radici in prossimità delle due ultime fermate di via Antonio Sogliuzzo in direzione Porto. In assenza di un cartello, infatti, è impossibile, per chiunque non ne sia già informato, immaginare che in alcune fasce orarie non c’è speranza di salire su un mezzo pubblico nella direzione desiderata. Inutile dire che la scoperta, solitamente del tutto casuale, della verità suscita ogni volta proteste e lamentele più che giustificate, anche se spiacevoli.
L’ultima scena della serie, almeno per esperienza personale, è fresca di questa mattina. C’è un gruppo di turisti, anche piuttosto numeroso, alla fermata di fronte al presidio San Giovan Giuseppe. Un autobus si ferma là davanti, in direzione opposta, e uno di loro, speranzoso, chiede al volo all’autista quando tornerà indietro. “Mai io al ritorno non passo di qua”, è la risposta veloce, gioco forza senza spiegazioni, perchè il conducente deve ripartire. Poche parole che fanno saltare i nervi ai componenti del gruppo, che evidentemente stavano in paziente attesa da un bel po’ di tempo. Inutilmente, ma senza saperlo. “Come non passa di qua? E’ tanto che aspettiamo, questa è la fermata, dov’è l’autobus?”. Domande a raffica, rivolte alla prima persona che passa, cioè la sottoscritta. Ci risiamo – penso – sempre la vecchia storia…La risposta è semplice, per chi conosce il “segreto”: quando il traffico è chiuso a Ischia Ponte, l’autobus al ritorno passa per un’altra strada, via Pontano, e si reimmette su via Antonio Sogliuzzo, attraverso via Francesco Sogliuzzo. A spiegarlo a chi non è pratico delle strade di Ischia non è semplice, ma almeno sono italiani e la lingua comune aiuta, con dei tedeschi sarebbe stata impresa dura…
Loro ascoltano, sembrano aver capito dove andare a prendere (finalmente) l’autobus, ringraziano. Ma poi, le voci si alzano di nuovo, tutte insieme: “Questa cosa la sapete solo voi del posto – sbottano – e chi non è di Ischia, come dovrebbe saperlo, senza un cartello? Se non avessimo chiesto informazioni, quanto saremmo rimasti fermi qua ad aspettare alla fermata sbagliata? Ci dovrebbe essere un avviso, un cartello per i turisti… che modo è questo? E’ un un paese dove viene tanta gente, possibile che non mettete un cartello?”. Classica figura di niente. Semplicemente imbarazzante. “Avete ragione”, è l’unica risposta possibile. Sincera, ma inutile, perchè, si sa, la ragione se la prendono i fessi. E noi così trattiamo i nostri ospiti paganti. Da “scuorno”, senza se e senza ma.
La cosa peggiore è che questa situazione va avanti dall’inizio della stagione turistica e già si era verificata negli anni scorsi. Per colpa di pochi cartelli mancanti, da anni costringiamo i turisti a prendere una “tintarella” stradale in attesa di un autobus che non passerà. E questo vale anche per gli isolani, provenienti da altre zone, che magari sono reduci da una visita agli ambulatori del presidio “San Giovan Giuseppe e poi, ignari, devono arrostire alla fermata sbagliata. Ma che ci vorrebbe a piazzare qualche cartello informativo alle fermate interessate? All’Eav hanno altro a cui pensare e certamente i cartelli sono l’ultimo dei loro problemi. Ammesso che siano in condizioni di stamparli…Ma il Comune d’Ischia, possibile che non abbia la possibilità di intervenire neppure per sistemare una questioncella del genere? Possibile che dobbiamo collezionare figuracce e lamentele per una cosa del genere? E proprio perchè è una una piccola cosa, che in altre località turistiche non si sarebbero mai fatti rinfacciare, l’incavolatura delle “vittime” è inversamente proporzionale, cioè fortissima.
Per un granello di sale…Così facciamo turismo a Ischia!