Meno quattro. Mancano quattro giorni alla scadenza del mandato di Giuseppe Ferraro al vertice dell’Asl Na2 Nord. Un fine settimana e poco più prima di sapere cosa ci riserverà il prossimo futuro per la sanità isolana, dopo un triennio che, in gran parte, sarebbe da dimenticare. Sarebbe, ma purtroppo non lo sarà, considerata la pesante eredità che l’attuale manager si appresta a lasciare. A cominciare dalle macerie della salute mentale, che si può considerare a tutti gli effetti il suo capolavoro in negativo, visto che in soli tre anni è riuscito, con sistematicità e determinazione, a smantellare i servizi all’avanguardia costruiti nel quindicennio precedente. Per non parlare del pasticcio fatto con la chiusura degli Psaut, bocciata dalla giustizia amministrativa quando però il danno era già fatto. E senza dimenticare, tornando al microcosmo ischitano, le condizioni tutt’altro che brillanti dell’ospedale, che sotto la gestione Ferraro non solo non sono affatto migliorate, ma anzi per certi aspetti sono anche regredite. E tutto questo con effetti assai dubbi pure dal punto di vista della massimizzazione e razionalizzazione dell’uso delle risorse, peraltro utilizzate come motivazioni – e giustificazioni – delle discutibili scelte adottate tra Monteruscello e Frattamaggiore. La cittadina che proprio Ferraro ha incoronato come nuova “capitale” della grande Asl a nord di Napoli, non si è mai capito con quali vantaggi pratici, se non come riconoscimento del potere sempre maggiore conquistato negli ultimi anni da quella parte del territorio aziendale. Purtroppo, a discapito di altre aree, quella flegrea e ancora di più le isole. Queste ultime ormai completamente tagliate fuori perfino da ogni possibilità di interlocuzione.
Era arrivato a Monteruscello ai primi di ottobre del 2011, designato al nuovo incarico il 30 settembre di quell’anno, Giuseppe Ferraro. Primo direttore generale dopo tre anni di commissariamento alquanto travagliati sia per l’avvio della nuova “Aslona” appena costituita sia per i continui cambi al vertice in una fase tanto cruciale. Il comunicato che informava della nomina lo presentò come “dottore commercialista, è stato tra l’altro commissario straordinario del Pascale e direttore amministrativo delle ex Asl 3 di Frattamaggiore e della ex Asl 2 di Pozzuoli”. Già, Ferraro non era proprio nuovo dalle nostre parti. Responsabile amministrativo dell’Azienda Na2 lo era stato proprio quando si era passati dalle Usl alle Asl e Ischia era stata accorpata alla zona flegrea. Poi era tornato a Monteruscello, come dirigente del settore amministrativo nel 2009, per pochi mesi, durante il breve incarico al commissario Nardone. Del nuovo manager si seppe, inoltre, che era un assiduo frequentatore dell’isola nella vita privata. Questo fatto, insieme all’attività pregressa, generarono la speranza che, dopo tanti mesi di precarietà e difficoltà, finalmente si potesse iniziare una nuova fase. E che le esigenze particolari delle isole potessero trovare un direttore generale più consapevole e attento.
I tre anni successivi hanno decretato che si trattava di aspettative assolutamente mal riposte. Le isole hanno continuato a non avere voce e ad essere la periferia dell’Azienda, territori marginali, trattati come tali, altro che considerazione per le loro necessità peculiari! Con l’aggravante del clima instauratosi fin dall’inizio a Monteruscello e a Frattamaggiore, dove il dialogo e il confronto con il manager sono diventati impresa ardua, per tutti. I sindacati e le rappresentanze dei lavoratori hanno parlato dei loro problemi anche contrattuali più con il Prefetto che con il direttore generale, che le poche volte che si è degnato di riceverli ha quasi sempre richiesto la presenza delle forze dell’ordine come se invece che ad un “tavolo di concertazione” andasse ad un incontro con dei sovversivi. Così come non ha mai concesso udienza alle associazioni di cittadini nè risposto a petizioni ed istanze che chiedevano di poter discutere decisioni destinate ad incidere sui servizi sanitari delle loro zone. E lo stesso trattamento ha riservato anche ai Sindaci, quando hanno cercato di essere almeno consultati su scelte importanti per i loro territori. Non è capitato solo negli ultimi mesi, sulla questione dell’ex Hotel Stefania, che è stata forse il coronamento di quel modo di fare già sperimentato negli anni passati. Dall’insediamento di Ferraro, Franco Regine, come rappresentante isolano per la sanità, non ha mai avuto il piacere di ottenere un appuntamento a Monteruscello, nonostante le numerose richieste, sottoscritte a volta anche dagli altri cinque colleghi. E prima che la stessa posizione fosse assunta di recente dai Sindaci isolani, già i i primi cittadini dell’area flegrea avevano chiesto a gran voce la dimissioni del manager o la sua sostituzione.
E che dire della disposizione interna, diffusa poco dopo l’insediamento, che ha proibito ogni contatto dei dipendenti dell’Azienda con i media, pena provvedimenti disciplinari e la sospensione dallo stipendio per sei mesi? Una roba che non si era mai vista, una censura preventiva in piena regola, che comunque non ha impedito, nonostante le bocche cucite dei dipendenti, che i cittadini fossero informati dell’attività aziendale, anche nei suoi aspetti più penalizzanti e negativi.
Con questa prova triennale, sua e degli altri componenti della triade dell’Asl Na2 Nord, cosa ci dobbiamo aspettare dal presidente della Regione che dovrà procedere alle nomine? CALDORO, che pure lui ha evitato di dare risposte sulla sanità ogni volta che è stato interpellato almeno dalle nostra isola su questioni pressanti e importanti, ha capito che è ora di girare pagina o pensa a qualche indigeribile e devastante conferma? Questa è l’incognita dei prossimi giorni. Incrociamo le dita…