Ci risiamo! Appena il tempo di registrare l’arrivo dell’autunno (non ancora a livello climatico, per fortuna) e già siamo ripiombati nell’incubo quotidiano del caos dei mezzi del trasporto pubblico. Con l’ulteriore spiacevolezza di dover spiegare, chiarire, perfino cercare di ridimensionare una situazione assolutamente imbarazzante con i turisti, che si lamentano a gran voce – e ne hanno ben donde – per i disagi che sono costretti a subire nel corso della vacanza. E così, trovandosi già incavolati neri per le defaillance del servizio autobus, tocca anche sopportare con pazienza le rimostranze dei forestieri che, e non sempre con grande diplomazia, attribuiscono agli ischitani la colpa di offrire un trasporto pubblico non all’altezza di una località turistica di primo piano. E neppure del prezzo del biglietto o degli abbonamenti periodici pagati in anticipo, senza sapere che ne avrebbero potuto usufruire a scartamento ridotto. Come dire: cornuti e mazziati. Perdipiù con la consapevolezza che siamo solo all’inizio di un percorso di guerra che ci darà filo da torcere per tutto l’inverno, nel migliore dei casi fino alla prossima estate, campa cavallo…
Stamattina la C12 è scomparsa un’altra volta e sono ricominciate le soste con “tintarella” obbligata alle fermate. Tempi lunghi di inutile attesa, a scrutare la strada per veder materializzare l’autobus che non verrà, fino alla decisione di farsela a piedi, quando e fin dove è possibile, o di raggiungere, sempre a piedi, altri snodi stradali per trovare passaggi alternativi, almeno per una parte del percorso. Sempre con la segreta speranza che qualche conoscente si offra per un passaggio, unica possibilità di evitare l’ennesima scarpinata. E, nel frattempo, vedi gli autobus della linea 7 che passano strapieni, ascolti i passeggeri che scendono (quasi tutti turisti) e sbraitano perchè hanno viaggiato peggio delle sardine e fanno perfino fatica a trovare lo spazio per la discesa. E si aggiungono i commenti vivaci di quanti, diretti al Porto, sono costretti a salire prima che l’autobus si alleggerisca dei tanti passeggeri diretti al Ponte, perchè il mezzo poi (quando il traffico nel borgo è chiuso) non torna indietro, ma gira per via Pontano. Ed è già un miracolo che grazie ai cartelli affissi da Gina Menegazzi e alle indicazioni dei negozianti siano informati del cambio di marciapiede, che sennò altro che abbronzatura in attesa del 7 che passa per la Mandra.
“Ma c’è la C12?”. Subissato dalle richieste e dalle proteste dei suoi passeggeri, l’autista del 7 trova il modo con un cenno eloquente di dire che no, non è il caso di aspettare ancora, perchè la circolare che va a Cartaromana, cimitero, San Michele, Campagnano e ai Pilastri oggi (si fa per dire…) non è attiva. La notizia gira tra gli utenti, accolta con mugugni e commenti rabbiosi. Che si aggiungono a quelli dei viaggiatori del “Pollicino” superaffollato, dove non c’è modo neppure di muovere un dito. “Ma voi ischitani vi rendete conto che in un posto così bello, i mezzi pubblici sono una vergogna?”, la domanda è diretta, formulata sventolando il biglietto costato ben 1 euro e 90…per prendere il sole alle fermate. Cerchi di spiegare che anche gli ischitani subiscono disagi quotidiani e che sono incazzati quanto e più dei forestieri, ma chi viene da fuori e non sa, è convinto che i locali siano quanto meno rassegnati e comunque indifferenti verso quello che ritengono sia solo un problema sopportato dai forestieri. “Ci fate pagare anche di più, che è una discriminazione, e questo è il trattamento?”. “Io ho pagato 40 euro di abbonamento appena arrivata – si inserisce un’altra signora – e non riesco quasi ad usarlo, i trasporti qua sono un disastro”. E il signore portavoce del primo gruppo, di rimando: “Avete un paradiso, è tutto bellissimo, ma così lo buttate via…Il signor Sindaco lo sa in che modo ci fa viaggiare?”. Ci mancava di dover passare pure per difensore del Sindaco, ma per dare a Cesare quel che è di Cesare tocca specificare che gli autobus non dipendono dal Comune, ma dalla Regione, e che tutto il casino ha origine in terraferma, mente noi ne godiamo solo le conseguenze. “Ma i soldi li fanno, qua, con i turisti…e allora nessuno dice niente? Il Sindaco, non sarà lui responsabile, ma una telefonata a Napoli la fa per protestare? E voi non protestate, non vi fate sentire, non dite niente?”. Sulle telefonate del Sindaco, boh, che dire? Ma sulle reazioni dei cittadini assicuri che sono due anni che ci sonno eccome, anche se senza successo…”Noi comunque ce ne andiamo, e non si sa se torneremo, ma voi che qua ci restate, ditelo che il servizio non va, che non funziona per come dovrebbe essere in un posto ancora pieno di turisti, che pagano profumatamente per restare a piedi e passare ore alle fermate!”. Già! Viene voglia di farli parlare con gli studenti o con altri utenti appiedati, per non fare la figura dei soliti meridionali che subiscono tutto in silenzio…Ma già la figura di…niente è gigantesca, a che servirebbe peggiorare il quadro?