Che i turisti si fossero lamentati per tutta l’estate del brodo grasso era stato sempre chiaro agli utenti isolani del servizio di trasporto pubblico. Come la consapevolezza che, con l’autunno, sarebbero ricominciati i problemi che incidono sulla quotidianità dei residenti. Per fortuna, non con le modalità drammatiche dello scorso anno – e auguriamoci di non arrivare a replicarle – ma comunque già con disagi non trascurabili, soprattutto per gli studenti. Con riflessi immediati sul traffico veicolare, che è già il primo elemento di degrado sulla nostra isola e nella Città d’Ischia in particolare. Dove il caos è assicurato, in tutto il centro e contorno soprattutto nelle ore di entrata e uscita da scuola. Anche se la maggior parte delle amministrazioni comunali, in primis quella del capoluogo, continuano a evitare accuratamente, quasi scientificamente, ogni iniziativa di sostegno e di incentivazione dell’uso del trasporto pubblico, prima garanzia di recupero della vivibilità per un territorio.
E’ appena iniziato l’anno scolastico e già sono evidenti le difficoltà pratiche per gli studenti di usufruire dei bus che dovrebbero portarli a scuola. Nonostante la riattivazione delle corse scolastiche dal 16 settembre, in base alle quali è stato modificato l’orario in vigore per la stagione turistica, in attesa dell’entrata in vigore dell’orario invernale nel prossimo novembre. Il problema è che gli orari di passaggio degli autobus non sono sempre compatibili con quelli delle scuole. Chi la mattina parte da Campagnano o da Cartaromana, per esempio, non riesce mai ad intercettare la C12, per arrivare a piazza degli Eroi in tempo per poi proseguire verso la media o gli istituti superiori con sede a Ischia o, raggiunto piazzale Trieste, per prendere gli autobus diretti a Casamicciola, Lacco Ameno o Forio, sedi di altri istituti superiori con centinaia di studenti. E così si rischia di essere perennemente in ritardo e di prendersi pure un debito formativo per motivi di trafffico, che è davvero un’assurdità. Perciò, da una parte, i ragazzi restano a piedi e, dall’altra, i mezzi si muovono semivuoti, perchè non c’è coincidenza fra le esigenze dei primi e i passaggi dei secondi. Problema che si ripete spesso anche in uscita dalle scuole, costringendo i ragazzi a lunghe attese e a dover perdere ore nell’arco della giornata, tra le attese accumulate alle varie fermate, specie quando ci sono da prendere più mezzi per arrivare a destinazione.
E tutto questo in una situazione ancora accettabile dal punto di vista delle vetture su strada, almeno a confronto del disastro dello scorso inverno, quando ci fu anche da fare i conti con la difficoltà di trovare spazio su mezzi superaffollati a causa delle loro rarità. D’altra parte, ci sono linee disgraziate, che mettono a dura prova la pazienza dei residenti delle zone che dovrebbero servire. E’ il caso della linea 6 dal Porto a Fiaiano, che costringe i suoi potenziali utenti a passeggiate e corse forzate per riuscire a intercettare in qualche punto l’autobus più pazzo dell’isola. Di cui funziona sempre un solo esemplare – ed è già grasso che cola – che fa fatica a rispettare gli orari calibrati sulla disponibilità di due mezzi e così le corse saltano e tener loro dietro diventa un rompicapo per i malcapitati passeggeri o aspiranti tali. Compresi gli studenti che, dopo aver faticato a raggiungere il centro di Ischia o il porto per altre destinazioni, a seconda degli istituti verso cui sono diretti, anche all’uscita, a volte per pochi minuti, non riescono a raggiungere il bus alle fermate del centro “cittadino”, costretti ad aspettare un’ora per poter tornare a Fiaiano. E lo stesso vale per tutte le linee di collegamento con le località più interne, dove i disagi per la popolazione e per i ragazzi sono amplificati.
Eppure, dovrebbe essere normale, lapalissiano perfino, che ogni anno, prima dell’inizio dell’anno scolastico, vi fosse una concertazione tra i dirigenti scolastici, i rappresentanti delle amministrazioni locali e l’Eav, per redigere un orario il più possibile coordinato e armonizzato con le esigenze di mobilità della popolazione scolastica (che è fatta anche da insegnanti, compresi i numerosi pendolari, e collaboratori vari). Un’operazione di massimizzazione delle risorse disponibili che dovrebbe essere un impegno prioritario, almeno per assessori o delegati dei vari Comuni, fin dal mese di agosto, in prospettiva dell’avvio dell’attività scolastica. Tanto più conoscendo la situazione precaria e delicata in cui versa l’Eav e la sostanziale inadeguatezza del parco mezzi a disposizione. E alla luce del calvario dello scorso anno, i Comuni avrebbero dovuto farsi portatori e promotori di proposte e di richieste precise, a garanzia delle necessità dei cittadini. E ancor più per prevenire il caos quotidiano sulle strade. Che è diretta conseguenza di una politica che ignora il trasporto pubblico e, anzi, lo penalizza a discapito di quello privato. Ovvero, l’esatto contrario di ciò che andrebbe fatto. Ma per i governanti isolani va bene così…