Il logo della Regione è in bell’evidenza sui manifesti. E ieri, all’apertura dei festeggiamenti sul Palazzo reale, ha assicurato la sua presenza l’assessore regionale al Turismo, Sommese, che è intervenuto per il rituale saluto istituzionale, *specificando di essere a Ischia in rappresentanza dell’ente di Santa Lucia. E magari - anzi, la si può considerare un’eventualità altamente prevedibile – domani mattina, non mancherà un altro intervento di esponenti regionali al convegno di studi “160 anni: li…Porto bene?”, promosso dall’Osis per una “riflessione storica, economica e tecnica sul Porto d’Ischia”. Da tutti questi elementi discende che la Regione è stata ed è partner attivo del programma di questo anniversario isolano, circostanza che non può che essere valutata favorevolmente, in sè. Ma che si presta anche a qualche riflessione, circa il ruolo e le responsabilità della Regione nella realtà attuale del porto di Ischia. Ruolo e responsabilità che certo non possono limitarsi e concludersi nel finanziare, sostenere e condividere una manifestazione culturale e turistica come questa festa per i 160 anni. Non foss’altro perchè Ischia, pur in un periodo di crisi, resta pur sempre la principale destinazione turistica della Campania, con un contributo significativo al Pil regionale, per cui quello che si dà all’isola, produce anche un ritorno importante -ancorchè spesso sottovalutato a Santa Lucia - per l’intera regione.
Insomma, la Regione (intesa come istituzione dalle molteplici competenze e responsabilità) non può sperare di cavarsela, e non dovrebbe, con una partecipazione, anche finanziaria, alla Festa del 160°. Senza nulla togliere, ma anzi riconoscendo tutto l’interesse e la piacevolezza possibili, agli appuntamenti artistico-culturali, agli spettacoli di questi giorni e alle affascinanti rievocazioni storiche che si preparano per mercoledì. Ci vuol (ben) altro per presentarsi a Ischia di questi tempi, soprattutto quando al centro dell’attenzione c’è proprio il principale approdo dell’isola con il suo complicato contorno. Un “universo” che è profondamente SEGNATO IN NEGATIVO dalle tante scelte sbagliate o mancate della Regione, dalle sue inadempienze, dai suoi ritardi, dalle sue “sviste”. Tanto più macroscopici se, in questo importante processo di recupero e rivalutazione della storia del porto e dintorni, si mette a confronto l’operosità del passato con la pochezza che ha caratterizzato gli ultimi anni e che contraddistingue il presente.
Al di del clima festaiolo, dell’”embrassons nous” ispirato dalle celebrazioni, delle dichiarazioni d’amore verso Ischia che fanno parte del “politicamente utile”, dalla Regione che ci dicono sul disastro che sono riusciti a realizzare sulla collina di San Pietro, al posto del depuratore che l’isola avrebbe già dovuto avere a disposizione, attivo e operativo, e che invece si sta trasformando in un aborto già costatoci 17 milioni di euro?
Cosa ci dicono della situazione disastrosa dei trasporti marittimi, con tutte le sue implicazioni quotidiane sui diritti degli isolani e sul movimento turistico e gli indiscussi effetti, ad alto impatto, sulla vivibilità del porto e del quartiere circostante?
Che ci dicono della vergogna del primo pontile ancora abbandonato, che ha accolto con la sua “sgarrupatezza” e per mesi anche con la sua “monnezza” migliaia di turisti, facendoci ridere dietro per buona parte della stagione, per non dire di peggio? Dove sono i lavori progettati, le promesse fatte, le scadenze scritte nero su bianco sul provvedimento di chiusura del molo fatiscente?
Che ci dicono degli sfregi che dalla mancata sistemazione del pontile stanno derivando all’immagine del porto e dei suoi monumenti più rilevanti, dalla statua del Redentore ingoiata dalle lamiere che ostruiscono anche la vista del prospetto della chiesa di Portosalvo ai danni sempre più devastanti a quel che resta del Tondo di Marc’Aurelio?
Sono queste le questioni su cui ci aspettiamo – e avremmo il diritto di pretendere – risposte serie, fatti e iniziative dalla Regione, perchè le feste durano pochi giorni, sono effimere per definizione, mai guai grossi del porto e del territorio restano e non risolvono con una “gettata di confetti”.
Alla conferenza stampa di presentazione della Festa del Porto, l’assessore alla Cultura Di Meglio ci tenne a sottolineare che i grandi problemi che affliggono il porto e la sua zone non sono responsabilità del Comune, che non ha poteri per risolverli. Giusto, preciso. Infatti, sono responsabilità in gran parte proprio della Regione. Approfittando del clima celebrativo, Sindaco e Assessori glielo hanno sommessamente ricordato ai rappresentanti regionali che certe “questioncelle” non possono essere più rinviate alle calende greche? O il clima celebrativo ha prevalso comunque sull’evidenza della realtà? Da giovedì, dismessi gli abiti della festa, Ischia tornerà ad aver bisogno di strutture portuali efficienti e decorose, di un depuratore funzionante, di trasporti marittimi adeguati. Non sono neoborbonica e lo sottolineo, ma nel 1853 riuscirono a costruire un porto in un anno, mentre la Regione in due anni non è riuscita neppure a demolire un pontile già mezzo pericolante…D’altronde, è la Festa che suggerisce questo doveroso paragone, o no?