Non capita di frequente. Anzi, è cosa abbastanza rara, anche se Ischia avrebbe tutto da guadagnare dall’associazione del suo nome a iniziative culturali di valore. Iniziative di respiro almeno nazionale, come quella che si è perfettamente inserita nel ricco programma de “Il Contastorie” di quest’anno, rivelandosi capace di grande capacità attrattiva presso un pubblico ampio e vario, di turisti come di isolani. Perchè “ODISSEA, UN RACCONTO MEDITERRANEO” è stata una godibile occasione culturale, ma anche un’opportunità promozionale di tutto rispetto per l’isola che non valorizza abbastanza, di solito, le tante potenzialità legate alla sua storia e al suo patrimonio archeologico e artistico.
All’origine delle splendide prove da attori che ci hanno regalato, in successione, MONI OVADIA, DAVID RIONDINO E MADDALENA CRIPPA, c’è un itinerario del TEATRO PUBBLICO LIGURE che si è snodato per tutta l’estate tra diverse località turistiche italiane sulle sponde del Mare Nostrum. Una lettura itinerante, composta di varie tappe, ciascuna dedicata ad un canto dell’Odissea, con un protagonista diverso e in contesti diversi, dunque con una sua propria identità. Nelle scorse settimane Odisseo si era fermato a Pieve Ligure, a La Spezia e alla Versiliana. Lì, sulla costa toscana, per ben due volte. E con ottimi interpreti al servizio dei meravigliosi versi di Omero, tra i quali Tullio Solenghi e Amanda Sandrelli a raccontare l’incontro di Odisseo con la ninfa Calipso.
In questo originale percorso, Ischia ha avuto un ruolo di primo piano. E non solo perchè ha ospitato più letture – tre – di ognuna delle altre località coinvolte. Quanto, piuttosto, per la valenza dei protagonisti e l’intensità dei canti loro affidati, di cui si sono brillantemente impadroniti proponendone delle versioni da incorniciare. In particolare, l’identificazione sulla scena tra Ovadia e Odisseo e tra la non meno eccellente Crippa e Penelope. Con quel “quid” che solo Ischia poteva aggiungere alla felice formula ideata dal direttore artistico e regista della rassegna SERGIO MAIFREDI, ovvero la sua identità storica, che tremila anni fa si incarnava nello stesso mondo, nella stessa cultura e finanche nella stessa lingua dei poemi omerici. E che si è tradotta ora nella particolare energia che Ovadia, per sua stessa ammissione, e gli altri suoi colleghi hanno colto e utilizzato al meglio nelle loro performance tra Forio e Lacco Ameno.
Una manifestazione di spessore, che ha qualificato l’offerta isolana in questo mese di settembre, peraltro molto ricco di appuntamenti interessanti sul territorio. Ma nello specifico si è anche verificata una situazione ideale e rara, appunto, per Ischia: un’ottima promozione, su scala nazionale, delle tappe dell’Odissea ospitate sull’isola. Chiunque ha viaggiato sui treni veloci delle Ferrovie dello Stato si è trovato sul sedile la rivista riservata ai viaggiatori, vetrina per tante manifestazioni culturali in ogni angolo del Belpaese, in cui è stato presentato con adeguato risalto anche il progetto dello Stabile Ligure comprese ovviamente le tappe ischitane. Dunque, la manifestazione si è concretizzata anche in ottima pubblicità per l’isola. Un fronte su cui bisognerebbe essere più attivi, naturalmente valorizzando in tempo utile occasioni di qualità e di richiamo del livello che ha caratterizzato l’Odissea itinerante. Una situazione su cui riflettere nel cominciare a programmare le iniziative del prossimo anno. Possibilmente già da questo autunno, affinchè la cultura possa rappresentare davvero, e non solo a livello di buone intenzioni, uno dei valori e dei richiami primari dell’offerta turistica ischitana del 2015.
Due giorni dopo l’emozionante lettura di Omero donataci da MONI OVADIA, sfogliando la rivista che le Ferrovie dello Stato