Da figlio di tutti a figlio di nessuno, è tempo che la comunità si riprenda il Regno di Nettuno

IMG_1508All’inizio, fatto più unico che raro per Ischia, sembrava aver compiuto il miracolo di mettere d’accordo tutti. Le più diverse categorie economiche, spesso divise e anche in polemica su altri fronti, associazioni impegnate nel sociale, gruppi ambientalisti, club più o meno esclusivi, tanti singoli cittadini. Tutti presi dall’entusiasmo per quella nuova creatura in gestazione, l’AREA MARINA PROTETTA DELLE ISOLE FLEGREE, della cui paternità parevano decisi a fregiarsi, come comunità, proponendosi di proteggerla, seguirla e sostenerla nella crescita, mentre già facevano progetti sul suo radioso futuro. Andò avanti per molti anni (più di sette), quella gestazione, forse una delle più lunghe della storia delle AMP italiane, culminata in un parto piuttosto travagliato e per cause tutte esterne – alcune vicine (l’ostilità dichiarata di Procida), altre più lontane (la lentezza estenuante delle decisioni romane) – all’isola d’Ischia e alla volontà della sua gente. Ma ecco che, venuta al mondo la creatura, tutta la grande energia con cui era stata accompagnata prima della nascita cominciò a dissolversi, fino a scomparire del tutto più velocemente del previsto e proprio quando la neonata avrebbe avuto più bisogno dell’appoggio e dell’apporto dei suoi MOLTEPLICI PADRI. Fu così che, ancora giovanissima e malferma sulle gracili gambe, fu abbandonata progressivamente alle “CURE” ESCLUSIVE DI PATRIGNI che, all’indifferenza con cui avevano accolto in principio il nuovo incarico, giudicandolo più un fastidio che altro, sostituirono in fretta la determinazione a piegare quella giovane esistenza alle loro esigenze, mire, rivalse, lotte individuali. Fino a farne una povera infelice, priva di forza, bloccata nella crescita, tirata da una parte e dall’altra al servizio di necessità del tutto estranee ai suoi interessi. E fino a mettere seriamente a repentaglio la sua stessa sopravvivenza.

IMG_1488Era il 1999 quando a Ischia si cominciò a parlare della prossima (allora si pensava così…) istituzione dell’Area Marina Protetta “REGNO DI NETTUNO” tra le isole di Ischia, Vivara e Procida, che era stata prevista dal legislatore già nella LEGGE QUADRO SULLE AREE MARINE PROTETTE n.979 del 1882. Dopo tanti anni di letargo, la “pratica” del Regno era tornata di attualità giacchè il Ministero dell’Ambiente aveva affidato l’incarico di redigere lo STUDIO DI FATTIBILITA’, preliminare ad ogni atto politico e amministrativo del Ministero stesso, al LABORATORIO DI ECOLOGIA DEL BENTHOS DELLA STAZIONE ZOOLOGICA DI NAPOLI. E mentre i ricercatori battevano metro a metro i fondali intorno a Ischia e Vivara e in parte a Procida, per rilevarne e studiarne tutte le caratteristiche, sulla nostra isola fu avviato il dibattito su quella novità, con l’intento di non farsi calare dall’alto scelte e soluzioni preconfezionate, ma di essere come comunità isolana parte propositiva e attiva del processo istitutivo.

Si trattava di una novità assoluta nel panorama nazionale, dato che fino ad allora tutte le Aree Marine erano state decise e imposte da Roma a comunità ostili, che vi si erano opposte con tutti i mezzi leciti e che poi avevano dovuto adeguarsi. Salvo, poi, dopo qualche tempo, ricredersi sull’utilità di una maggiore tutela e di un uso sostenibile del “loro” mare e impegnarsi per far funzionare al meglio  le AMP, talvolta perfino sollecitandone l’ampliamento. A Ischia cominciavamo subito con una accoglienza in linea di massima favorevole, che vedeva in prima fila tra i sostenitori della novità addirittura i PESCATORI PROFESSIONISTI LOCALI, categoria che altrove aveva sempre all’inizio combattuto le Aree Marine. E anche gli ALTRI OPERATOR DEL MARE ISCHITANI erano convinti dei vantaggi della nuova realtà. Tanto che tutti insieme, con le altre rappresentanze di categoria del territorio, fondarono l’ASSOCIAZIONE ISCHITANA PER LA DIFESA DEL MARE, incaricata di elaborare le proposte del territorio sulla perimetrazione, le regole, la gestione del futuro “Regno di Nettuno”.

IMG_0374L’Associazione presieduta dal giudice ALBINO AMBROSIO lavorò intensamente per mesi a quel progetto. Come dimenticare l’entusiasmo che si respirava in quel periodo nelle tante riunioni presso la sede dello Yacht Club sul porto di Ischia? ERAVAMO IN TANTI…CON TANTE IDEE, ASPETTATIVE, SPERANZE. Pur nella consapevolezza che l’impresa che le difficoltà non sarebbero mancate, si era però convinti di poter fare tutti insieme un passo avanti decisivo per la salvaguardia e la valorizzazione di una risorsa assolutamente strategica per l’isola, anche nell’ottica di uno sviluppo  più rispondente alle caratteristiche nuove del turismo e alle esigenze reali della popolazione. Questa forza consentì di predisporre una ricca e articolata proposta sul “Regno di Nettuno” da sottoporre all’attenzione del Ministero dell’Ambiente. Le schede sulla regolamentazione e l’implementazione delle varie attività legate al mare erano state elaborate con il contributo decisivo dei pescatori (professionisti e sportivi), di tutti i diving dell’isola, dei diportisti, degli ambientalisti, di esperti di questioni amministrative e finanziarie.

Già qualche mese dopo, il lavoro finale fu pubblicato da IL GOLFO di DOMENICO DI MEGLIO, che era stato tra i fondatori e convinti sostenitori dell’ASSOMARE e del progetto che rappresentava. Poi, finito lo studio di fattibilità, sulla base di quell’elaborato, l’Assomare partecipò a tutta la lunga fase di gestazione dell’Amp, agli incontri con i tecnici del Ministero, alle discussioni e alle trattative diplomatiche con gli omologhi procidani, che invece erano attestati su una linea di chiusura pressochè totale nei confronti dell’AMP. Sette anni complicati, di continui “stop and go”, di delusioni, amarezze, ma anche di passi avanti significativi verso l’obiettivo finale. Sempre unito, determinato, entusiasta, il fronte ischitano ad ottenere un’Area Protetta a misura del territorio e non contro di esso. Come effettivamente fu con l’ISTITUZIONE  del “Regno di Nettuno” nel DICEMBRE 2007.

IMG_1500Come suggerito dall’Assomare, la gestione fu affidata al CONSORZIO DEI COMUNI DELLE ISOLE. Quando era stata avanzata quella proposta, Domenico di Meglio, ben conoscendo le miserie della politicucola locale, aveva ammonito senza mezzi termini: “ATTENTI A NON AFFIDARE IL BAMBINO AI PEDOFILI!”. Fu liquidata come frase ad effetto, mi pare che qualcuno pure se ne risentì. Il tempo ha confermato, purtroppo, la totale fondatezza di quella profezia. A cui ha fatto da contraltare, ampliandone l’effetto e la portata, il disimpegno delle categorie, della società civile, degli ambientalisti, di tutti i sostenitori convinti della prima ora. Con i risultati che oggi piangiamo.

Benvenuta, dunque, la lettera-appello di Giancarlo Carriero che descrive perfettamente la triste realtà attuale del Regno di Nettuno. E richiama ciascuno di noi all’impegno, alla responsabilità, alla partecipazione per non lasciare abbandonata l’Area Marina Protetta alle beghe da bassissima cucina politicante e burocratica che l’hanno fatta da padrone finora. E’ tempo di uscire, tutti, da un letargo ingiustificabile ed esiziale. E non solo per l’Area Marina.

 

 

 

 

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