Stavolta Ferraro si deve stare. Oltre il Consiglio di Stato non c’è altro organo da cui possa sperare in un avallo degli errori marchiani commessi dall’Asl da lui diretta. E il CONSIGLIO DI STATO proprio oggi ha opposto un NETTO E INEQUIVOCABILE NO alla richiesta avanzata dal direttore generale di sospendere cautelarmente le ordinanze del Comune di Casamicciola che impongono all’Asl di liberare i locali dell’ex Hotel Stefania e di ripristinare l’originario stato dei luoghi. Di fatto, una piena conferma della precedente decisione del Tar Campania, che un mese fa aveva rigettato una istanza per la sospensiva dei medesimi provvedimenti comunali. Che a questo punto debbono essere rispettati e applicati. Senza se e senza ma. Anche dal Comune di Casamicciola, che non ha più motivi neanch’esso per continuare a temporeggiare nel far rispettare i suoi propri atti, la cui legittimità è stata riconosciuta dal giudice amministrativi nei due gradi di giudizio previsti dall’ordinamento della Repubblica Italiana. Nel cui nome si è pronunciato anche oggi con estrema chiarezza il Presidente della VI Sezione del Consiglio di Stato, GIUSEPPE SEVERINI.
Era stata proprio l’Asl, nell’istanza presentata la settimana scorsa, a chiedere al Consiglio di Stato, in attesa di pronunciarsi sul merito della questione, di provvedere urgentemente con misure cautelari adottate dal giudice monocratico, cioè il Presidente di Sezione, a consentire la prosecuzione delle attività sanitarie all’interno dell’edificio di via Nizzola. Ci avevano riprovato, insomma, a Monteruscello a lasciare tutto come Ferraro aveva deciso che dovesse essere la scorsa estate, ignorando le ordinanze del Comune di Casamicciola, le esigenze dei residenti della Sir Villa Orizzonte, l’opposizione di tutte le amministrazioni dell’isola e, cosa ancora più importante, dell’intera opinione pubblica isolana, associazioni, gruppi, singoli cittadini e, compatta, la Chiesa ischitana, Vescovo in testa. Ma ANCHE STAVOLTA, a distanza di un mese dal primo fallimento, E’ ANDATA MALE.
Urgenza chiedevano e urgenza è stata. Ad appena sei giorni dal deposito dell’istanza dell’Asl firmata dall’avvocato Michele Spagna, oggi il PRESIDENTE della VI SEZIONE HA PRONUNCIATO IL DECRETO “sul ricorso numero di registro generale 8259 del 2014″ contro i sei Comuni dell’isola, la Diocesi d’Ischia e i componenti del Comitato di Cittadinanza attiva, per ottenere la riforma dell’ ordinanza cautelare del Tar Campania (VI Sezione anche in quel caso) riguardante “l’ordine di ripristino della destinazione d’uso modificata senza alcun titolo abilitativo e cessazione immediata dell’attività”. Alla luce del ricorso in appello e dell’istanza e “considerato che, da un primo sommario esame, non sussistono i presupposti per l’accoglimento della presente istanza cautelare provvisoria”, il Presidente “respinge e per l’effetto fissa, per la discussione, la camera di consiglio del 18 novembre 2014″. Niente da fare, non ci sono gli estremi per concedere, nel rispetto delle leggi dello Stato, neppure provvisoriamente la permanenza di servizi sanitari in una struttura già abusiva su cui l’Asl ha effettuato altri lavori, da considerarsi anch’essi abusivi.
Ormai non c’è più alcuna “copertura”, neppure in attesa di un prossimo giudizio, per la presenza in via Nizzola della Sir e del Centro di Salute Mentale. Lì non potevano e non possono (re)stare e il COMUNE DI CASAMICCIOLA DOVRA’ ORA PROVVEDERE, in modo conseguenziale rispetto ai suoi atti e alle pronunce della giustizia amministrativa, A DARE ESECUZIONE ALLE SUE ORDINANZE di sgombero e di ripristino dello stato dei luoghi. Non ci sono più margini per rinvii, rimpalli, temporeggiamenti. Quelli che ci sono stati finora, fin da quando non si agì tempestivamente per bloccare sul nascere il trasferimento dei residenti da Villa Orizzonte, essendosi già verificato lo spostamento del Centro di Salute Mentale in una struttura priva dei requisiti legali per accoglierlo.
Senonchè, in vari passaggi dell’ultimo ricorso dell’Asl si legge l’intenzione (per usare un termine “politicamente corretto”), nell’eventualità che non fosse riformata la pronuncia del Tar, di trasferire fuori dell’isola i servizi e le persone oggi illegittimamente allocati in via Nizzola, per assicurare “la continuità assistenziale” che da Monteruscello ci hanno tenuto a rivendicare (udite udite) come propria “mission”! E si è arrivati al punto di sostenere che in caso di trasferimento, da cui si riconosce deriverebbe un danno per la comunità isolana, i responsabili sarebbero i Comuni che hanno lasciato sola l’Azienda nella ricerca di uno stabile per i servizi psichiatrici. Comoda soluzione, dirottare le responsabilità e le “colpe” su altri. E farlo anche a priori, precostituendosi una giustificazione che, obiettivamente, non sta nè in cielo nè in terra. Tanto più valutate attentamente le scelte assurde, anche a livello economico, compiute dall’Asl Na2 Nord nel processo di smantellamento dell’assistenza psichiatrica sull’isola intrapreso da almeno due anni a questa parte.
Ma se adesso che non ci sono più alibi per restare a Casamiciola, a Monteruscello pensano di completare l’opera facendo un secondo trasloco, stavolta da Ischia alla terraferma, hanno fatto una pessima pensata. Perchè certamente UN’OPERAZIONE DI DEFINITIVA DISTRUZIONE DELL’ASSISTENZA PSICHIATRICA E SOPPRESSIONE DELLA SIR SULL’ISOLA D’ISCHIA NON PASSERA’! E sarebbe davvero assurdo se a prendere decisioni del genere fossero un Dipartimento di Salute Mentale aziendale che da mesi non ha più un responsabile di ruolo, ma è “governato” da un ex dirigente oggi in pensione e con mere funzioni di consulenza, e un direttore sanitario il cui mandato è già scaduto e che resta in carica solo per l’ordinaria amministrazione, fino all’insediamento del successore. Che dovrà avvenire per la metà di novembre, quindi prima sia dell’udienza di merito al Consiglio di Stato (il 18 novembre) che di quella già fissata dal Tar (il 16 dicembre). Perciò si levassero dalla mente, a Monteruscello, di continuare con SCELTE D’AUTORITA’ E IN SOLITARIO. Le cose sono cambiate…