Ci aveva ripensato, Giuseppe Ferraro, sulla sua volontà di permanenza ai vertici dell’Asl Na2Nord. Dopo aver dichiarato a margine di un incontro sindacale di non essere interessato a proseguire, magari ben sapendo che non ce n’erano più i presupposti, sembra che avesse poi tentato di restare al comando, magari solo per il periodo di interregno che adesso sarà coperto dal commissario, in attesa che in Regione si mettano d’accordo sulle nomine dei nuovi manager. E così sembra che si fosse dichiarato disponibile a proseguire senza percepire stipendio, come fare volontariato, insomma. Ma anche a costo zero, l’Azienda non avrebbe potuto comunque accettare l’offerta, perchè avendo raggiunti i limiti d’età, il direttore generale, che già aveva usufruito per prassi di una proroga di 45 giorni, non sarebbe potuto rimanere al suo posto un giorno di più. E così un capitolo della storia recente dell’Asl si è chiuso, lasciando però parecchi strascichi, di cui dovrà cominciare ad occuparsi subito la dottoressa Iovino, non appena si sarà insediata nell’ufficio del direttore generale.
L’eredità dell’ultimo triennio è piuttosto pesante. E a dimostrarlo ci sono le aspettative che l’uscita di scena di Ferraro ha subito suscitato, non appena la notizia si è diffusa tra i dipendenti aziendali. Tanto è vero che in terraferma i sindacati hanno già preparato un documento per il nuovo massimo dirigente, con cui hanno fretta di avviare quell’interlocuzione diretta che negli ultimi anni era diventata un’impresa impossibile. Fino al punto che erano ormai più frequenti e normali (sic!) le riunioni con il Prefetto per discutere dei rapporti e dell’organizzazione del lavoro in seno all’Azienda che con il direttore generale. E questi, peraltro, nelle rare volte in cui erano in programma incontri con i sindacati si premurava di chiedere la presenza delle forze dell’ordine, il che la dice lunga sul clima tutt’altro che idilliaco che si era creato.
La stessa chiusura al confronto che in questi anni hanno sperimentato tutti coloro che hanno chiesto di discutere con il manager le questioni di interesse generale e le sue decisioni. E’ capitato ai Sindaci isolani, a cui Ferraro non ha mai risposto neppure per lettera. Ed è capitato pure ai loro colleghi della zona flegrea, che avevano chiesto ben prima degli isolani le dimissioni del direttore generale dell’Asl con cui anche la normale dialettica istituzionale era ormai negata.
E in questo contesto connotato da una carenza se non assenza di comunicazione si sono create situazioni che sono poi finite nelle aule giudiziarie. E’ successo per alcuni appalti, ma anche per le conseguenze di alcuni provvedimenti ritenuti penalizzanti dalle categorie di lavoratori che ne sono destinatari e che, dunque,sono stati oggetto di ricorsi in serie, molti dei quali hanno già visto l’Asl soccombente. Con costi aggiuntivi che ovviamente sarà l’Azienda – ovvero i contribuenti – a pagare. E poi ci sono vicende finite nei tribunali della giustizia amministrativa, che censurato le scelte aziendali, come nel caso della chiusura degli Psaut, tra le storie all’origine dell’opposizione dichiarata degli amministratori della zona flegrea nei confronti dell’ex manager. O come il “pasticcio” del trasferimento della Sir isolana, su cui nelle prossime ore registreremo un’altra pronuncia del Consiglio di Stato. E che comunque resta in eredità alla nuova dirigente dell’Asl, oltre che alla comunità isolana e - soprattutto e nel modo peggiore - ai dieci residenti di “Villa Orizzonte”.
Direttore sanitario dell’Asl fino al 30 settembre scorso, la Iovino ha condiviso pienamente le decisioni e la gestione di Ferraro o si è limitata ad avallarla perchè non aveva margini per fare altrimenti? Nel primo caso, ci aspetta una piena continuità con il triennio che si sarebbe dovuto concludere con il pensionamento di Ferraro. Altrimenti, c’è la possibilità di una soluzione di continuità con il recente passato, recuperando almeno la normalità di una interlocuzione collaborativa con le istituzioni e i territori e di una corretta dialettica con sindacati e lavoratori. Con la speranza che si rivedano, anche sulla scorta delle pronunce dei giudici amministrativi, decisioni sbagliate come quella riguardante il presente e il futuro della Sir e, più in generale, dell’assistenza psichiatrica sulla nostra isola. Già i prossimi giorni e le prime mosse del commissario Iovino saranno chiarificatori, in un senso o nell’altro. Incrociamo le dita…