Dopo la grande manifestazione del 29 novembre, il deludente incontro del 5 dicembre con l’assessore regionale a SERGIO VETRELLA e alla luce delle ultime, inquietanti novità che arrivano sul fronte dei trasporti marittimi, riparte con slancio l’attività del Comitato di lotta per i trasporti. Oggi, a Fiaiano si è svolta una nuova assemblea per fare il punto della situazione e stabilire la strategia e le finalità da seguire e perseguire nelle prossime settimane. Un’assemblea che è stata anche di riorganizzazione, come era stato annunciato al fine di ampliare e rafforzare il Comitato stesso. Che ha già registrato l’adesione di associazioni, movimenti politici e singoli cittadini ed è ovviamente aperto ad altre partecipazioni e contributi. In uno spirito di inclusione che aveva già caratterizzato la preparazione e la realizzazione della mobilitazione culminata sabato 29 novembre.
Proprio ieri, 18 dicembre, vi è stata l’udienza del Consiglio di Stato per decidere sulla gara regionale per la privatizzazione della Caremar, ma la decisione del massimo organo della giustizia amministrativa non è stata ancora resa nota. Nel frattempo, è stato invece reso noto il parere emesso il 14 ottobre scorso dall’Autorità anticorruzione diretta dal giudice RAFFAELE CANTONE, che censura apertamente e puntualmente le modalità della gara e le scelte della Regione che ne ha la paternità, confermando sostanzialmente i rilievi e le critiche che fin dall’inizio erano stati esplicitati prima dall’Autmare e in seguito alla sua costituzione dallo stesso Comitato di lotta isolano. Un parere di cui il Consiglio di Stato avrà potuto e dovuto tener conto nella sua decisione, da cui dipenderà, insieme al futuro della Caremar, anche quello dei trasporti marittimi nel golfo. Se, infatti, la gara verrà annullata bisognerà ripartire da zero, altrimenti i privati che già operano nel settore dei collegamenti marittimi con le isole, acquisiranno anche la compagnia pubblica, ottenendo così il controllo completo del trasporto via mare. E in una situazione in cui da anni si parla di “cartello” e di “oligopolio”, che avrebbe tenuto fuori dalle rotte tra le isole e la terraferma altre compagnie e con esse quella vera concorrenza e liberalizzazione richieste dall’Europa, si accentuerebbe l’”esclusività” attuale. Tutto a discapito, secondo la posizione del Comitato, degli interessi dell’utenza, già fortemente penalizzata dal sistema dei trasporti marittimi nella sua configurazione attuale.
C’è, poi, la scadenza dei contratti della Regione con le compagnie private per le corse OSP e residuali, fissata al 31 dicembre ad aggravare il quadro. La Regione ha ritardato di anni le gare relative a quei servizi e infatti non sono state completate in tempo per evitare il rischio di un blocco dal 1° gennaio. Vetrella ha chiamato nei giorni scorsi le compagnie già operanti nel golfo (alle gare partecipano loro e, da “outsider”, la TTT Lines) e si annuncia uno dei soliti compromessi-aggiustamenti a cui Vetrella non è nuovo e che la Regione gestirà in condizioni di netta inferiorità per l’imminente scadenza capestro. Un’altra soluzione probabilmente al ribasso, dunque, rispetto alle esigenze reali e agli interessi degli isolani.
Dopo l’illustrazione delle questioni aperte da parte di NICOLA LAMONICA, presidente Autmare, e GIOVANNI LOMBARDI, presidente Atec, che da anni seguono con continuità questa situazione, l’assemblea ne ha discusso approfonditamente, con ampio corredo di contributi e proposte. E dal dibattito sono emersi i punti di convergenza e di accordo tra i partecipanti, che sono le basi della piattaforma di richieste del Comitato. Peraltro, una piattaforma che conferma le parole d’ordine della manifestazione del 29, integrandole. C’è, innanzitutto, la tutela del DIRITTO ALLA CONTINUITA’ TERRITORIALE, che attualmente non è garantito. E il Comitato ha convenuto sulla necessità di mantenere un nocciolo di servizi essenziali forniti da una compagnia di navigazione pubblica, che assicuri lo svolgimento delle corse assegnate a prescindere dalla loro convenienza economica e da una logica privatistica fondata ovviamente solo sul profitto.Una posizione di fondo su cui sono intervenuti LUCIANO VENIA, DOMENICO SAVIO, SALVATORE DI MEGLIO di Rifondazione comunista e che ha visto concordi gli altri partecipanti. Senza fare sconti, comunque, alla pessima gestione che sta caratterizzando la compagnia pubblica e su cui la Regione non è minimamente intervenuta. Ma gli errori e le incapacità dell’attuale dirigenza, non giustificano l’eliminazione tout court della compagnia, ma imporrebbero semmai un drastico cambio di rotta.
Altro punto essenziale è quello della QUALITA’ DEL TRASPORTO, che passa per un ammodernamento e una riqualificazione del naviglio, per la rimodulazione e la certezza degli orari delle corse, per la definizione di tempi certi di percorrenza delle varie tratte, per prescrizioni specifiche e puntuali sugli standard dei servizi alle compagnie.
Sulla necessità improcrastinabile di assicurare agli isolani gli stessi diritti dei residenti in terraferma circa le tariffe dei trasporti, che oggi vedono i primi nettamene sfavoriti proprio perchè vincolati al trasporto marittimo senza alternative, sono intervenuti Domenico Savio e Luciano Venia, che ha proposto di recuperare con determinazione la battaglia per ottenere l’applicazione del biglietto Unico anche agli isolani, sia per le tratte via mare che per quelle via terra. E questo sarà un altro pilastro dell’azione del Comitato.
ENNIO ANASTASIO del Comitato spontaneo di cittadini e ALESSANDRO MELE del Liceo Ischia hanno introdotto e trattato l’emergenza dei trasporti pubblici terrestri, che sarà anch’essa parte integrante della piattaforma di richieste-proposte del Comitato.
Tutti d’accordo anche sulla ripresa della mobilitazione, attraverso incontri e iniziative sul territorio, per un confronto-dibattito diretto sui trasporti, con i cittadini, gli studenti e il mondo della scuola, le categorie produttive. Coloro che, oggi, subiscono disagi, disservizi, inefficienze, pagandoli pure a caro prezzo come utenti e come contribuenti. Un danno e una beffa che non sono più sostenibili.