Area marina protetta delle Cinque Terre, che esempio e quanto è indietro il Regno di Nettuno!

IMG_1974Era da parecchio (anni, in verità) che a Ischia non si organizzava un incontro per parlare di mare e di Area Marina Protetta. L’occasione l’ha offerta KOSMOPOLIS, la Scuola di Formazione politica della Diocesi, che ha invitato un rappresentante dell’AMP delle Cinque Terre, in Liguria, per conoscere quell’esperienza in atto da diciotto anni. Un approfondimento ricchissimo di spunti di interesse, che ha richiamato alla Biblioteca Antoniana un folto pubblico, compresa l’attuale dirigenza del “Regno di Nettuno” al gran completo: la presidente Donatella Migliaccio, il direttore designato dal Consorzio gestore, Silvano Arcamone, e il direttore tecnico Riccardo Strada. Insieme a diverse persone che del nostro mare e del “Regno” si sono occupate o  ancora si occupano, a vario titolo, come la ricercatrice Maria Cristina Gambi del Laboratorio del Benthos e l’ex presidente e fondatore dell’Assomare e poi primo presidente del Regno, Albino Ambrosio. A introdurre la riunione il professor AGOSTINO MAZZELLA, che ha ricordato il percorso compiuto dai partecipanti a Kosmopolis, impegnati negli ultimi mesi per loro scelta ad approfondire il tema “Mare come bene politico” con un apposito laboratorio e dei gruppi di studio.

Uno di questi gruppi ha intervistato 400 ischitani per capire cosa pensassero dell’Area marina ed è emersa una netta maggioranza favorevole, anche alle forme di tutela rappresentate da divieti, e alla conservazione delle spiagge libere esistenti. Un altro gruppo ha fatto il punto sullo stato dell’arte sul fronte della depurazione, che resta pari a zero. Altri studenti si sono dedicati all’acidificazione (che è oggetto di studio nel laboratorio naturale di valore mondiale sotto al Castello) e alle tematiche collegate ai gas serra e all’incremento di anidride carbonica nell’atmosfera. Un lavoro sfociato nell’elaborazione di una serie di proposte, già presentate a chi di dovere, ma finora senza riscontri.

Ampia, dettagliata ed esauriente è stata la relazione di CLAUDIO VALERANI, coordinatore del Parco e dell’AMP delle Cinque Terre, che ha illustrato tutti gli aspetti della realtà che riguarda un territorio di grande valore ambientale e paesaggistico, ma anche molto fragile dal punto dii vista idro-geologico, come ha drammaticamente ricordato la devastante alluvione del 2011. Un territorio sottoposto ad una doppia tutela, a terra con il Parco nazionale, e a mare con l’Area Marina Protetta, una delle prime istituite in Italia subito dopo l’entrata in vigore, nel 1997, della legge quadro sulle Amp, che già prevedeva anche il nostro “Regno di Nettuno”. E la stretta connessione tra gestione a terra e a mare e la complementarietà tra parco terrestre e parco marino, che dipendono entrambi dall’ente parco, offre notevoli vantaggi pratici e organizzativi. Il parco, per esempio, ha dei dipendenti che si occupano anche dell’Area, mentre per le Aree Marine Protette vige il divieto di assumere personale, fatta eccezione per il direttore. E ci sono anche delle opportunità finanziarie, oltre che gestionali, diverse.

IMG_1975Cinquemila abitanti, 4 Comuni all’interno del Parco e 5 coinvolti dall’Area marina, ampia circa 4500 ettari con un perimetro di circa 20 chilometri (quello del Regno è quasi il triplo), due zone A pari al 2% della superficie protetta e due zone B, circa il 4%, mentre il resto è tutta zona C. Inizialmente molto ostili all’istituzione dell’Amp, le comunità locali, caratterizzate anche da un forte campanilismo, sono state sempre più coinvolte nella vita del parco, anche in virtù di un efficiente e continuo rapporto di collaborazione e di sinergia nella definizione delle strategie di gestione e di tutela tra l’ente parco, i Comuni, le associazioni delle categorie interessate e la cittadinanza.

E’ tenendo conto, per esempio, delle esigenze specifiche di quest’ultima, che negli ultimi anni, privilegiando la qualità della vita dei residenti e guardando al livello di sostenibilità ambientale che il turismo di massa stava per superare, si è deciso di bloccare la promozione turistica per puntare sull’EDUCAZIONE ALLA FRUIZIONE.  In quest’ottica rientrano gli impianti di ormeggio e le regole a difesa della balneazione, per evitare l’invasione di imbarcazioni da diporto fino a terra, e le iniziative di informazione rivolte ai turisti soprattutto stranieri, che arrivano da terra e da mare. Ci sono ben 12 punti informazione strategicamente collocati, comprese stazioni e sui vaporetti con cui arrivano i forestieri, dove si distribuiscono depliant e si forniscono tutte le indicazioni utili su parco terrestre e marino, vincoli, divieti e opportunità di fruizione. E questa attività impegna e impiega direttamente 130 residenti, soci delle cooperative appositamente formatesi, senza trascurare il coinvolgimento dei 2000 operatori del turismo.

IMG_1500Nelle Cinque Terre sia il parco a terra che l’AMP negli anni si sono rivelati davvero un fattore di sviluppo sostenibile e un efficace volano economico. D’accordo con i Comuni è stato riqualificato il patrimonio abitativo e diversificata l’offerta turistica, bloccando lo spopolamento dei borghi; sono state create occasioni di lavoro per i giovani, attraverso le cooperative; sono state attivate iniziative per la destagionalizzazione, in modo da spalmare le presenze di massa degli escursionisti su un arco temporale più lungo rispetto al periodo di alta stagione estiva. Vietata la pesca sportiva, si sono create le condizioni per potenziare il sea watching, coinvolgendo anche molti giovani e scolaresche, che rappresentano un altro importante flusso turistico, anche per l’attivazione di laboratori del Centro di Educazione ambientale dell’Amp. E per sostenere la pesca, si lavora sulla promozione del prodotto a chilometro zero, prevedendo riduzioni di imposte per i ristoranti e gli alberghi che utilizzano prodotti locali (pesce, come vino e altri frutti dell’agricoltura), sostenendo concretamente la pescaturismo e organizzando sagre dedicate alla produzione ittica locale per eccellenza, le acciughe.

E si è creata una CARD CINQUE TERRE, che comprende biglietto del treno (o del vaporetto da quest’anno), visite guidate, accesso ai sentieri, trasporto pubblico, musei, connessione wi-fi. Card il cui costo diminuisce a seconda dei giorni di permanenza, per favorire soggiorni più lunghi rispetto ad un turismo prevalentemente mordi e fuggi. E c’è l’impegno per valorizzare il marchio di qualità ambientale delle Cinque Terre, che si è giovato della certificazione ambientale. D’altronde, c’è anche una strettissima collaborazione con Università e enti di ricerca, che forniscono studi e dati utili per definire tra l’ente parco e i comuni le strategie e gli indirizzi dell’attività sui vari fronti. Oltre ai progetti scientifici sul mare, compreso uno molto importante sulla Posidonia. Così come c’è grande collaborazione con la Capitaneria di Porto, per l’attività non tanto di repressione, quanto di prevenzione e presenza in mare a scopo di deterrenza. Perciò l’Amp contribuisce alle spese per il carburante necessario a potenziare la vigilanza della Capitaneria in mare durante la stagione estiva.

IMG_0813Non c’è da stupirsi se, alla luce di questi risultati, siano stati i Sindaci dei 4 Comuni del parco, su input dei cittadini, a chiedere un ampliamento dell’Area Marina e una terza zona A, con ulteriori vincoli e restrizioni. Un cambio netto di passo, rispetto all’ostilità che aveva accolto l’Area marina, vissuta come una imposizione dall’altro, alla stregua di una nuova, odiosa tassa. Un percorso diverso da quello ischitano, dove dall’entusiasmo iniziale, che accompagnò la nascita del Regno sette anni fa, si è passati alla delusione e al disincanto attuali. Conseguenti alla inconcludenza, inadeguatezza, pochezza su tutti i fronti, dell’attività dell’Area Marina di casa nostra. Come è emerso con chiarezza anche dal dibattito di ieri, che ha evidenziato uno scollamento tra le aspettative (deluse) dei cittadini e la tendenza autoassolutoria di chi (non) gestisce a vario livello e con varie responsabilità (politiche e tecniche) il Regno. Dopo sette anni, non abbiamo neppure qualche “pieghevole” da distribuire ai turisti…E’ tutto dire.

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