“La situazione è all’attenzione dell’AUTORITA’ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO…”.Questa frase risuona da anni in ogni assemblea e dibattito sui trasporti marittimi nel Golfo di Napoli. A evidenziare e sottolineare un problema serio, fondamentale e imprescindibile nell’esaminare in tutta la sua complessità la realtà attuale e quella che si delinea con la privatizzazione già decisa della Caremar. Almeno dal punto di vista di gruppi e associazioni di cittadini, a cominciare dall’AUTMARE e dal neonato COMITATO PER IL DIRITTO ALLA MOBILITA’ E ALLA CONTINUITA’ TERRITORIALE, mentre non si può dire altrettanto per la maggior parte dei POLITICI ISOLANI e men che meno per l’attuale GOVERNO REGIONALE. Che, invece, quell’aspetto e la relativa pratica aperta davanti all’Antitrust hanno costantemente trascurato e rimosso. Con parole, opere e omissioni, verrebbe da dire. Senonchè, da ieri quella frase è molto di più di un refrain dialettico, di un’insieme di parole da riempire di contenuti. Da ieri, l’Autorità ha completato la sua lunga gestazione e partorito una decisione chiara e inequivocabile, IRROGANDO SANZIONI SUPERIORI AI 14 MILIONI DI EURO ALLE PRINCIPALI COMPAGNIE DI NAVIGAZIONE PRIVATE CHE OPERANO NEI GOLFI DI NAPOLI E SALERNO. Inoltre, è destinataria di sanzioni anche l’ACAP (Associazione cabotaggio armatori partenopei), insieme agli altri organismi comuni creati nel tempo dagli stessi armatori (CLMP e Gescab).
L’Autorità era già intervenuta in passato sulla stessa materia, concludendo la sua istruttoria nel 2009, con l’accertamento di violazioni da parte di dieci società: NLG, Alilauro, Alicost, Alilauro Gruson, Medmar Navi, SNAV , SMLG, CLMP, Gescab e ACAP. Tutte sottoscrissero in quell’occasione impegni precisi e interrompere e non reiterare le pratiche censurate. Ciò che a quanto pare non si è però verificato, motivo per il quale sulla base di segnalazioni di consumatori e con la collaborazione della Guardia di Finanza (Gruppo Antitrust – Nucleo speciale Tutela Mercati), l’Autorità ha riaperto nuovamente l’istruttoria archiviata (cosa mai accaduta in precedenza), accertando, come si legge nel comunicato stampa “che NLG, Alilauro, Alicost, Alilauro Gruson, Medmar Navi, SNAV hanno violato gli impegni assunti e resi obbligatori con delibera del 2009, replicando nella società denominata Gescab le ATTIVITA DI COORDINAMENTO ILLECITO già realizzate in precedenza attraverso il Consorzio linee marittime partenopee (CLMP). In questo modo, dal 1998 a oggi, questi operatori e in misura minore SMLG, hanno continuato a coordinarsi fra loro, anche attraverso l’attività del CLMP, di ACAP e di Gescab, in tutti i principali aspetti commerciali e operativi. E hanno adottato, infine, un regolamento per il “biglietto unico” che dovrebbe permettere all’utente di imbarcarsi senza oneri anche sul mezzo di un altro vettore, ma che in realtà non ne rende possibile l’utilizzo”.
L’Antitrust,ha rilevato che le imprese hanno realizzato “UN’INTESA ORIZZONTALE RESTRITTIVA DELLA CONCORRENZA”. “L’intesa anti-concorrenziale si è realizzata in una complessa e articolata strategia posta in essere da tutti i principali armatori privati campani, per ripartirsi costi e ricavi secondo quote storiche predefinite e non in base all’attività effettivamente svolta”. Insomma, il CARTELLO ipotizzato e denunciato dai consumatori non appartiene più, a maggior ragione dopo questa seconda pronuncia dell’Autorità, alla sfera delle ipotesi appunto o delle illazioni, ma è un FATTO accertato e sanzionato. Che appartiene anche al presente, visto che l’Antitrust ha anche puntualizzato che l’INOTTEMPERANZA AGLI IMPEGNI E L’INTESA RESTRITTIVA RISULTANO TUTTORA IN CORSO.
In questo quadro, più che eloquente, s’inserisce la “strategia” della Regione per la privatizzazione della Caremar. Disattesa completamente la delibera del precedente Consiglio regionale e l’accordo di programma Governo-Regione che nel 2009 avevano posto le basi per una gestione mista della società, con un 51% ai privati e un 49% conservato all’ente pubblico, l’attuale Giunta regionale ha invece deciso di trasferire la società pubblica ai privati al 100%. Una soluzione già di per sè contestata da associazioni e gruppi di cittadini, più favorevoli al mantenimento di una presenza pubblica per garantire i servizi essenziali al di là delle logiche di profitto che naturalmente guidano le scelte delle aziende private. Poi, è intervenuto l’esito della gara bandita dalla Regione, che è stata vinta da una ATI (Associazione Temporanea d’Impresa) formata da Snav e Rifin, cioè imprese già attive nel Golfo, e questo ha rafforzato le motivazioni dei sostenitori del no alla privatizzazione, preoccupati che il “cartello” prenda così il controllo totale dei collegamenti tra le isole e la terraferma. Una preoccupazione che l’”intesa orizzontale restrittiva della concorrenza” appena accertata e sanzionata dall’Antitrust non può, ora, che rafforzare.
Peraltro, sulla gara ci sono ancora pendenti innanzi al Tar Campania ben quattro ricorsi: dell’Autmare, dei Comuni di Capri, Anacapri e Forio. E ci sarebbe anche un ordine del giorno, votato all’unanimità dal Consiglio comunale di Ischia, su proposta del consigliere Bernardo, che finora non ha trovato riscontro alcuno nelle azioni che il Sindaco (che l’aveva approvato pure lui) avrebbe dovuto consequenzialmente porre in essere.
La Regione finora è andata avanti come un treno sulla privatizzazione e l’assessore ai Trasporti, SERGIO VETRELLA, per questo e contro i ricorsi ha chiesto anche ai Sindaci di dargli manforte. E, di fatto, l’ha anche ottenuta, vista la posizione almeno pilatesca dei primi cittadini isolani sulla vicenda, rispetto ai dubbi e alle sollecitazioni arrivate anche dall’imponente manifestazione del 29 novembre. E adesso, dopo la pronuncia e le sanzioni dell’Antitrust, Vetrella, come se nulla fosse accaduto e con l’appoggio acritico dei sindaci, spingerà ancora sull’acceleratore per consegnare al più presto la Caremar ai privati?