I risparmi di Ferraro: niente rimborsi dalle assicurazioni per le cure ospedaliere ai turisti

IMG_1794La notizia è fresca di oggi. La Procura regionale presso la Corte dei Conti della Campania si occuperà della gestione dell’Asl Na2 Nord durante la gestione triennale di Giuseppe Ferraro, che si è conclusa ala fine dello scorso mese di ottobre. A chiedere l’intervento della magistratura contabile è stato il dirigente regionale della Uil-Funzione Pubblica, che ha presentato una denuncia contro l’ex manager su vari aspetti della sua conduzione della grande azienda di Monteruscello. Peraltro, uno dopo l’altro, quasi a ritmo quotidiano, stanno arrivando a sentenza i numerosissimi procedimenti intrapresi da dipendenti dell’Asl con varie qualifiche avverso l’applicazione di delibere emanate e firmate dall’ex direttore generale. E perlopiù si tratta di condanne, che comportano per l’Asl il pagamento di cifre consistenti a vantaggio dei lavoratori vincitori dei ricorsi, comprese spese legali e di giudizio. Quelle che, tra l’altro, sono state anche riconosciute al Comune di Casamicciola – nell’ordine di 4mila euro – dal Tar, che ha rigettato le istanze infondate dell’Asl sulla questione dell’ ex Hotel Stefania. Così, progressivamente, si stanno sgretolando tutti i risultati “risparmiosi” che Ferraro aveva rivendicato orgogliosamente come il frutto più importante della sua gestione, esaltata a livello regionale, all’epoca della valutazione dei bilanci, come una delle più “virtuose” della Campania. Un successo di facciata e non di sostanza, che infatti sta crollando come un castello di carta, dimostrando a distanza di pochi mesi tutta la sua inconsistenza. Peraltro, largamente prevista e annunciata.

Che la gestione amministrativa dell’Asl sotto la direzione di Ferraro non sia stata un capolavoro di efficienza e di organizzazione lo si è verificato (e ancora lo si verifica) anche a Ischia, che ovviamente non fa eccezione, tanto meno in positivo, rispetto al corpaccione continentale dell’Azienda. Il caso Villa Orizzonte ne è un esempio lampante, confermato come tale dalla recentissima sentenza del Tar, che ha sottolineato le conseguenze di scelte improvvide e incongrue fin dall’origine. Conseguenze con non poche implicazioni anche economiche per l’Asl, tali da configurare come un fallimento finanziario quella che era stata presentata come un’operazione di risparmio e di sana e oculata gestione.

D’altra parte, l’ex direttore generale è riuscito perfino nel capolavoro di ammazzare la gallina dalle uova d’oro. Tale poteva considerarsi – ed era sempre stata – per le asfittiche casse dell’Aslona di Monteruscello l’assistenza prestata a pazienti forestieri presso l’ospedale di Lacco Ameno. L’unico in grado di garantire euro in entrata, oltre che solo in uscita, a Monteruscello. Peraltro, euro che non sono mai stati reinvestiti nella sanità isolana, ma sono finiti sempre nel calderone del bilancio aziendale. Problema che durante il triennio Ferraro si è risolto…nel senso che non si è stati più in grado di recuperare ciò che le assicurazioni straniere dovrebbero pagare per le prestazioni erogate ai loro clienti. Fondi significativi, considerato il numero non trascurabile di pazienti stranieri (oltre che di altre parti d’Italia e, dunque, di altre Asl) che ogni anno vengono curati al “Rizzoli”. E anche i prezzi piuttosto salati stabiliti per le prestazioni sanitarie a pagamento, per non parlare dei costi dei servizi “alberghieri” di cui usufruiscono i ricoverati.

Fino a qualche anno fa, in ospedale si era in grado di riscuotere dalle assicurazioni straniere il corrispettivo di fatture anche per migliaia di euro. Operazione seguita, tra l’altro, dai traduttori operativi all’interno del “Rizzoli”, che si occupavano tra le altre cose anche di aiutare i pazienti stranieri a predisporre moduli e documenti necessari affinchè, una volta dimessi, l’amministrazione dell’ospedale potesse ottenere i pagamenti dalle assicurazioni interessate. Ma Ferraro ha pensato bene, per “risparmiare”, di cancellare il servizio traduzione. E  da allora il “Rizzoli” e, dunque, l’Asl non sono state più capaci di recuperare quei pagamenti e neppure di richiederli alle assicurazioni competenti. Con il risultato che una voce attiva del bilancio sanitario si è trasformata in passiva e il colmo è che in tempi di magra, in cui sono aumentati tutti i ticket a carico degli assistiti residenti, l’Asl adesso finisce con il farsi carico interamente delle prestazioni agli stranieri. Un bel progresso, non c’è che dire. Un altro esempio riuscito della “spending review” modello Ferraro…

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