Le dimensioni sono tutt’altro che proibitive. E lo si può considerare ormai più un giardino che una pineta, benchè quella fosse la sua origine e la sua caratteristica saliente fino a qualche decennio fa. Per questi motivi, con l’aggiunta della centralissima posizione, ci si aspetterebbe che almeno il parco Nenzi Bozzi fosse mantenuto con la dovuta cura. Quella, per intenderci, che da anni non si riesce a garantire alle altre pinete storiche nel cuore di Ischia. Aspettativa errata, perchè la situazione dello spazio verde alle spalle della Piazzetta, è pessima come quella degli altri parchi. E perfino peggiore al confronto, visto che si tratta di un’area molto più piccola e raccolta delle pinete degli Atleti e Mirtina e dunque molto più facile da gestire. Se almeno ci si provasse. E, invece, è ridotta in condizioni penose, indecenti. Un vero schifo, che Ischia si dovrebbe vergognare di tenere aperto e visibile ai residenti e soprattutto ai forestieri. Che anche in questo periodo frequentano la nostra isola e pure in numero non trascurabile.
Non c’è un solo aspetto del parco che si salvi. Come giardino, è praticamente in stato di abbandono e, ad occhio, è da parecchio che si trascurano anche gli interventi più semplici di mantenimento. Neppure di questo periodo si sta provvedendo ai lavori di giardinaggio invernali, alla portata anche dei principianti. Le palme europee nei pressi dell’ingresso principale mostrano foglie incenerite, quando non sono soffocate da piante epifite. Sulla piazzola rialzata quasi non si può accedere per i rami di bougainville che fanno da ostacolo. Le piante basse sono malridotte e diverse sono secche. Le poche foglie delle palme più alte, tagliate o cadute, sono abbandonate qua e là da mesi e nessuno si è preoccupato di raccoglierle e buttarle. Non c’è traccia di fioriture, vasi e ciotole sono vuoti. Incredibile: nell’unico posto dove ci si aspetterebbe di trovarli, non c’è neppure traccia dei ciclamini ubiquitari in ogni altro angolo della “città”. Assenza sintomatica dell’abbandono più totale.
Quello che è evidentissimo sugli arredi di legno, lasciati infradiciare alle intemperie. Le traversine di legno delle panchine sono tanto consunte che non aspettano altro che qualcuno si sieda per sfasciarsi. E dove è già successo, sono rimaste a penzolone le lunghe viti, arrugginite come tutti i ferri di sostegno. E come la fontanella antica. Ma quanto ci vuole a cambiare le assicelle di
legno e poi a manutenerle da un anno all’altro? Una spesa minima, ma forse è questo il problema…Perfino una grande anfora di ceramica, che era murata in bella vista sul lato della rotonda centrale, giace ora abbandonata sull’aiola, in attesa di finire in frantumi. Patrimonio comune che va in malora.
La pulizia è nota dolentissima. Lattine e rifiuti buttati e lanciati ovunque. Tra le foglie mozziconi di sigarette a profusione, a segnare il passaggio e la sosta, tra gli altri, anche di comprovati maiali a due zampe. Ma dovrebbe essere normale che ogni tanti giorni un operatore ecologico si facesse un giro nel parco per raccogliere almeno i pezzi più grossi. Chi apre i cancelli, per esempio, perchè non fa pure una pulizia sommaria di lattine e cartacce?
Roba di poche decine di minuti, il minimo per il centro di Ischia, che non è più “giardino d’Europa”, ma che dovrebbe essere ancora “stazione di cura, soggiorno e turismo”…Anche se non si direbbe proprio, osservando il cumulo di “sfraucatura” dietro uno degli ingressi di via D’Avalos. Ma quando si fa qualche lavoretto, perchè non si provvede subito a fare pulizia, come in ogni casa, da persone civili? Boh!!
Il culmine della vergogna sono però i bagni del parco. Per i quali è troppo chic pure la definizione di cessi. Perchè sono molto, ma molto al di sotto. Porte aperte, non più richiudibili, rabberciate neppure alla meglio, dietro le quali c’è l’indescrivibile. Tre troiai sotto le maioliche a fiorellini celesti, più volte denunciati, ma che restano lì, esposti con il loro carico di microbi alla vista di chi visita il parco nel cuore di Ischia.
Ma si può, perdipiù dietro la Piazzetta, tenere una vergogna simile aperta e fruibile dal pubblico? Quale esercizio pubblico potrebbe essere tenuto in quelle condizioni? A chi sarebbe consentito? E il Comune – cioè la comunità che ne è rappresentata – possono permetterselo? Possono presentarsi in questo modo indecente? Forse, sarebbe meglio chiuderlo, quel parco, se deve continuare a stare in quelle condizioni. Un atto di resa, di incapacità, di inefficienza totale da parte del Comune. Ma sempre meglio dello “scuorno” gigantesco che quel letamaio rappresenta oggi per Ischia!!!