Oggi pomeriggio qualche vandalo sconsiderato ha pensato male di dare fuoco a uno dei cassonetti situati all’inizio del lungomare Colombo, all’altezza dell’Hotel Punta Molino . Un gesto pericoloso, che ha prodotto fumi tossici sprigionatisi dai cassonetti di plastica bruciati, senza trascurare le caratteristiche dei rifiuti andati a fuoco. Fortuna ha voluto che passasse di là il presidente di Kronos Noa, Giuseppe La Franca, che ha subito segnalato quanto stava accadendo ai Vigili del Fuoco. Questi, intervenuti prontamente sul posto, hanno provveduto a spegnere il fuoco, che aveva già divorato buona parte del contenitore di pesante plastica verde e avrebbe potuto procurare danni maggiori se si fosse esteso agli altri contenitori e rifiuti vicini o fosse riuscito ad andare anche oltre.
L’incendio di oggi ha colpito in un punto che versa costantemente in condizioni vergognose. Un cassonetto stracarico di “monnezza” in qualsiasi giorno e in ogni orario è lo spettacolo che si offre gli sguardi dei turisti che vanno a passeggio in uno dei luoghi più panoramici e caratteristici di Ischia. Per non parlare dei materiali e degli ingombranti che spesso circondano i cassonetti e che rendono ancora più indecorosa la scena. Un vero schifo e un sicuro motivo d’imbarazzo incontrando i forestieri che non solo adesso, ma per tutto l’inverno abbiamo incontrato in quell’angolo di paradiso, trattato irrispettosamente come discarica.
A Ischia dovremmo cominciare a renderci conto che non ci sono posti “fuori mano” nè periodi “morti” che giustificano sconci magari – anche se è tutto da verificare – evitati durante l’estate. Da qualche anno e in modo sempre più evidente anche in pieno inverno, anche a febbraio, che una volta era un mese privo di presenze forestiere, s’incontrano turisti, singoli o in gruppi. E il percorso lungo il mare che si snoda dalla Mandra, raggiunge la meraviglia di Punta Molino, poi s’inoltra in piazzetta Rittmann e sbuca sul lungomare Colombo, per proseguire fino all’incrocio con via Ferrante d’Avalos o anche oltre, fino a via Gianturco, è uno dei più belli e suggestivi, che in tanti hanno preso a frequentare fuori stagione. Anche per godere dello spettacolo magnifico del mare in burrasca. Perciò quell’itinerario andrebbe curato e preservato per dodici mesi all’anno dalle vergogne “monnezzare” che invece sistematicamente vi si incontrano. Non c’è giorno che in piazzetta Rittmann, un vero gioiellino, non spicchino sacchetti pieni abbandonati e robaccia varia. Pochi passi più avanti e, mentre già si rivede il mare, da una parte una targa di ceramica ricorda che lì trascorreva l’estate Luchino Visconti e, dall’altra, i famosi cassonetti si presentano sempre stracolmi con l’aggiunta, spesso, di materiali e ingombranti abbandonati nelle vicinanze.