Fin dall’inizio ce l’hanno propinata come un’operazione finalizzata ad una riduzione e rateizzazione dei costi. Una manovra da “spending review”, in linea con gli input regionali e con le strategie statali. Che, però, per essere giuste, efficaci e credibili dovrebbero eliminare le spese inutili e superflue (e tante ce ne sono, volendo…), non certo incidere sulla carne viva della qualità di servizi primari come quelli sanitari, che già vedono la Campania fanalino di coda a livello nazionale. E, invece, è esattamente questo che già accaduto con il trasferimento della Sir isolana e che, secondo il disegno ormai neppure troppo coperto della dirigenza dell’Asl Na2 Nord, si vorrebbe completare con la chiusura della residenza a più alto livello di assistenza psichiatrica sulla nostra isola e con la dispersione dei suoi attuali abitanti. Perchè l’operazione dell’ex Hotel Stefania si evidenzia ogni giorno di più come assolutamente inconsistente, anzi controproducente proprio sul piano economico finanziario.
L’ultima chicca è recente, di un paio di settimane. Con l’ordine di sgombero del magistrato già incombente e la scadenza fissata per trovare una struttura alternativa sul territorio isolano, si è provveduto a montare un nuovo portone d’ingresso, il cui costo si aggirerebbe intorno ai 5mila euro. SI’, 5000, NON SI TRATTA DI UN REFUSO. Euro più, euro meno, l’esborso sarebbe proprio di questo ordine di grandezza. Eccessivo, certamente. Ma soprattutto incomprensibile sapendo di dover lasciare quell’edificio, dove già si sono investite decine di migliaia di euro di soldi pubblici per lavori che le pronunce del Tar e l’intervento del Consiglio di Stato hanno bollato senza mezzi termini come ILLEGITTIMI E ABUSIVI.
Lavori molto selettivi e nel modo più sconclusionato che si possa immaginare. Perchè i tecnici dell’Asl si sono preoccupati di realizzare la ristrutturazione dell’ULTIMO PIANO dell’edificio, dove sono stati allocati gli ambulatori e gli uffici del Centro di Salute Mentale, e del PIANO INTERRATO (nell’ex albergo adibito a reparto termale), dove non si è riusciti a sistemare la Guardia Medica di Forio e gli altri servizi là destinati. Piano, peraltro senza finestre, che è rimasto dunque inutilizzato per tutto questo tempo.
Al contrario, con una illogicità da manuale, nessun intervento, neppure di semplice ritinteggiatura delle pareti, è stato effettuato al piano assegnato alla Sir. Dove vivono 24 ore su 24 dieci persone, con l’aggiunta degli operatori. Una “casa” senza cucina, senza spazi comuni adeguati, senza la dotazione di locali minima richiesta per quel tipo di struttura assistenziale. E questo solo restando sul piano della logistica, a prescindere dal fatto che sul piano legale l’ex albergo non poteva e non può essere adibito a struttura sanitaria.